venerdì, settembre 28
Il lato buio del giornalismo
Da Indro Montanelli a Mario Giordano!
Ora tutto è possibile... aspettiamoci Melita come caporedattore...
martedì, settembre 25
Il lato B
I tempi cambiano, sembra ieri che il vaffa era considerato, dopo la bestemmia, la più brutta parola ad uso laico. Era inimmaginabile, appena 20 anni fa, che la si potesse ascoltare addirittura in televisione.
Ed ecco quindi la sortita di Guillermo Mariotto della Casa Gattinoni: “vogliamo vedere i culi”. Sì, ma che culi? Esiste uno standard qualitativo dei culi? Perché a seconda di dove sono destinate queste miss, ci dovrebbe essere un culo appropriato. Bonone culone da avanspettacolo televisivo o belle culette da passerella di moda? Culi nervosi o culi morbidosi? E poi, come lo fai a giudicare un culo con il costume che passa tra le chiappe? È falsato. E poi e poi, diciamo la verità, queste miss per arrivare in ‘forma smagliante’ alla scalinata del palcoscenico della finale, si sono sottoposte ad una dieta ferrea. I culetti si sono smagriti e afflosciati e giusto il costume li regge. Insomma, Mariotto ha voluto una cosa impossibile. Se ne parlerà il prossimo anno.
La storia del culo è millenaria, i gusti mutevoli nella storia dell’uomo. Si va dai culoni spropositati delle epoche remote, Venere di Lespugne (Garonna) del
Ma quanti tipi di culo ci sono? Secondo uno studio non ben identificato, proveniente dal Brasile, dove i culi si modellano a ritmo di samba, si possono ridurre a 5 tipi fondamentali: disteso e schiacciato, quadrato, a mela, a pera, all’insù.
Nei casi particolari esistono sederi sporgenti come un trumeau ‘700 che ci appoggi una tazzina di caffé con tutto il piattino, sederi che partono da una vita sottilissima e trasformano i fianchi in due mensolette da cucina. In sostanza, con i culi ci si fa arredo.
sabato, settembre 22
Parole di buon_aiuto
Ma quanto ha ragione. Se non che oggi è tutto il contrario, serve per soddisfare le richieste, le voglie, i pruriti e le megalomanie dei politici.
Io direi, perché non torniamo veramente al sistema politico ateniese e allo stipendio (ZERO) che prendevano i componenti del bouleuterion?
venerdì, settembre 21
Cronache
Cronaca 1 Sottile, l’ex portavoce di Fini, con mansioni di servizio al Ministero degli Esteri, è stato rimesso in giudizio, accusato di peculato, uso personale di auto di Stato per far portare la Gregoraci da casa alla Farnesina, e concussione sessuale, fatti avvenuti nel 2005. Come ben si ricorda, la Gregoraci, ad una prima testimonianza a caldo ammise tra le lacrime che i rapporti sessuali c’erano stati. Successivamente, dopo una lavata di capo fattale dagli avvocati, ritrattò accusando lo stesso giudice di aver subìto da lui una pressione psicologica per dare una falsa versione dei fatti (per questo si beccò da Woodcock una giusta querela per diffamazione che ora è stata ritirata). La comoda e pregevole stanza della Farnesina, munita di tutti i confort e dell’immancabile divano, non mancava di porta e quindi nessuno poteva aver visto quello che accadeva. “Ci facemmo solo delle “coccole”, ha corretto lei. In pratica ebbe solo dei “rapporti orali”; possiamo immaginare che gli prendeva le guanciotte paffute e gliele scuoteva e strizzava dicendo: “bello strufolotto della zia, bello bello bello(!) e lui: “pucci pucci cosa vuoi da zietto tuo? Vuoi fare un realty? Tutto tutto alla mia nipotina”. Almeno i rapporti orali saranno concessi, tutti noi abbiamo rapporti orali durante la giornata. Quindi ‘rapporti orali’ e basta. E su questo nessuno può negare che la Gregoraci non abbia detto la verità!
Cronaca 2 Dichiarazione del portavoce di FI, Sandro Bondi, dopo l’ondata di polemiche che ha suscitato il V-day grillesco: “Il mare dell’antipolitica si ingrosserà, ma per fortuna c’è una diga a reggere, ed è la buona politica di Forza Italia e di Berlusconi”!!!
Cronaca 3 Il soldatino di carta Mazza, direttore del tg
Cronaca
Cronaca 5 Francesca Zenobi, la squilla coinvolta nello scandalo Mele, sta bussando alla porta di Berlusconi, vorrebbe entrare nel cast di Buona Domenica. “La Gregoraci e la Varone sì e perché io no?” Non c’è due senza tre. Il Berlusca però non sembra molto convinto, la Zenobi non ha qualcosa che le altre due hanno, un protettore. Lei è una squillo libera. Ora le sue speranze sono riposte all’Isola dei Famosi, ma non perché vi voglia partecipare. Si augura che Cristiano Malgioglio venga eliminato dall’Isola prima che inizi il programma domenicale di Canale 5, così che tornato in Italia possa procurare un protettore anche a lei.
Cronaca 6 Iniziano i lavori per costruire un megaparcheggio multipiano sotto il Pincio. Veltroni, dopo aver parlato di energia eco-compatibile, risorse naturali e dispositivi antinquinamento ha permesso l’avvio di una faraonica opera, con molti interessi neanche nascosti, nel buco del c. di Roma.
Onore alla sua coerenza.
lunedì, settembre 17
Dal “Diario di un essere perenne” 2
Quando nei suoi passaggi di certezze si trovò nella convinzione del nulla oltre la morte, paradossalmente, si sentì scaricato di un peso. Non doversi assicurare alcun prestigio da portare come segno distintivo oltre le barriere della vita era un buon sollievo e una fatica in meno. Considerare la vita stessa come unica certezza per la ragione dell’essere, alleggeriva il compito degli uomini. L’orgoglio, per esempio, spesso rende le scelte e le decisioni difficili. Se la vita è unica, perché mantenere questo orgoglio? Vita unica significa liberarsi da tutte le convinzioni inutili, intolleranze, feticismi, rimuovere dalla mente gli inconcludenti costrutti metafisici e avere più tempo per vivere liberi da pregiudizi soffocanti e triviali. Ma questo lo poteva capire solo lui, l’unico a non farsene niente di questa verità. Lui, essere perenne, pensò che fosse la verità, in sé, qualsiasi verità svelata ad estinguere l’angoscia che sta nel fondo degli esseri mortali.
“Mi accontenterei di saperlo”, disse durante la sua meditazione, parlava da solo perché era l’unico interlocutore di sé stesso, visto che non conosceva nessuno come lui. Margaret, la sua compagna, lo sentì. “Cosa?”, senza distogliere gli occhi dalle sue pratiche. XXX non rispose, il suo quesito era adolescenziale, Margaret lo avrebbe potuto considerare immaturo.
“Allora?”, alzò la testa dalla scrivania, lo scrutò da sotto gli occhiali. XXX strinse le labbra e le spalle. Margaret abbassò gli occhi sulle carte senza dar apparente peso, era abituata ai suoi silenzi.
Il pellegrinaggio delle idee non aveva mai termine, oltre la verità assoluta da cui non poteva prescindere, visto che anche lui aveva un’assolutezza, andava alla ricerca di una verità relativa, uno scandaglio nella sua essenza per verificare la similitudine con gli altri esseri. Aveva trovato un punto di equilibrio, lui che conosceva il tempo perenne, si dichiarò amante dei tre tempi: passato, presente, futuro. Più volte rimasticò questa considerazione. Amava il passato, i ricordi erano un sentimento dell’anima e la nostalgia di fondo lo provava. Il futuro era nei suoi disegni; non poteva fare a meno di ricostruirlo secondo un determinismo che solo lui poteva permettersi, solo lui e nessun altro. E il presente? Lo amava veramente? E se il senso di vuoto era provocato proprio dall’incertezza del presente? La mancanza di quel fulcro, di quel perno della bilancia ove posizionarsi e reggersi era una delle ragioni del suo malessere. La perennità gli assicurava la certezza del futuro ma non del presente, del senso del presente. Senza un appiglio sprofondava nel baratro del Nulla. Nel suo codice genetico il presente non doveva essere contemplato, del resto un uomo senza identità, ovvero senza un tempo caratterizzante, senza una predestinazione alla fine, quale presente poteva avere? Un comune mortale vive in un’epoca, l’intero arco della vita è un presente storico, egli si colloca in una casella con una data, definita da un inizio e una fine, nei termini di quella scadenza c’è il suo presente. XXX passava la storia degli uomini di traverso, nessuna casella lo identificava, nessun presente gli apparteneva. Ecco perché non aveva ambizioni, le lasciava a chi vuole una locazione. Che doveva farne, dunque di questa perenne esistenza? Non costruirsi un presente era un po’ come non vivere. Immobilismo, assenza, rinuncia, erano questi i compagni del suo lungo viaggio, come un’ombra lo seguivano, come l’anticamera della morte, di cui non aveva le chiavi, anzi come l’ombra perenne della morte, la sua stessa ombra, che mai avrebbe raggiunto.
venerdì, settembre 14
Chi è?
Lisa Fusco si inventò tanto tempo fa un personaggio che quasi certamente copiò da Syusy Blady, la tap-model della tv delle ragazze ideata tra gli altri dalla Dandini: la subrettina, una showgirl in formato mignon, nelle intenzioni ballerina ironica e frizzante. Comparve per la prima volta in modo ufficiale in un programma domenicale di Canale 21, la storica rete napoletana, molto simile a una Domenica in, di cui ci si ricorda della conduttrice una bella biondazza che andava in visibilio ogni volta che le si faceva il fatidico complimento: ma chi è Mara Venier in confronto a te!?
Successivamente la Fusco fu accolta nella trasmissione cult: Telegaribaldi. Questo nome ai più non dice niente ma è stata fucina di tantissimi talenti comici, scovati nel cabaret napoletano. Da questa trasmissione la Dandini ha attinto a piene mani, portando alla ribalta della tv nazionali personaggi come Rosalia Porcaro nella parte dell’operaia Veronica che fa le ’ borze’ e decanta il grande ‘cuore’ del suo ‘masto’, divenuta Assundam in Markette, Michele Caputo che in Avanzi faceva la parte del tossico sballato il quale si rivolgeva alla Dandini chiamandola professoressa e chiedeva per abitudine: “avisseve 100 lire?” , Antonio D’Ausilio che faceva Silvia la studentessa universitaria cretina, Antonio e Michele fanno una coppia affiatata che ha partecipato anche a Zelig. O ancora Alessandro Siani nella parte del parcheggiatore e che sostituì Mammuccari in ‘Libero’ facendo un fiasco totale. Dulcis in fundo Biagio Izzo, presentatore della seconda edizione di Telegaribaldi insieme a Gianni Simioli, quest’ultimo più presentatore che comico. Il programma era strutturato in studio come Striscia la notizia, aveva due presentatori dietro la scrivania e due garibaldine in latere, come le veline. Si presentavano di volta in volta i personaggi che rispondevano al citofono, alla maniera di “mai dire TV” della gialappa’s o venivano effettuati finti collegamenti. I primi due presentatori furono Lino D’Angiò, inventore di personaggi macchiettistici e insuperato imitatore di ‘Bassolindo’ e di “Iervolindo” e Alan De Luca, poliedrico artista che caricaturizza alcune tipologie di napoletani truffaldini e popolari come l’impresario di divi imbroglione Guardascione o il cantante neomelodico ignorante che scambia per complimenti gli insulti (nella foto i due con Christiane Filangieri per un film insieme) . A loro succedono Biagio Izzo e Gianni Simioli. Simioli è stato direttore artistico di Radio Kiss Kiss e ideatore e autore di programmi radiofonici in cui hanno preso parte personaggi del calibro di Salemme, Paolantoni e Covatta, ultimamente ha presentato il rinato festival di Piedigrotta; da ricordare una sua simpatica canzone: “il marito di Annaré “ una sorta di retroscena satirico della più famosa canzone del Gigi D’Alessio neomelodico “Annaré”. La canzone di D’Alessio ebbe un seguito: “Anna si sposa”, da cui si ricavò un film che a Napoli incassò più di Titanic. L’amore tormentato di ‘Gigi’ nei confronti di Annarella che si sposa con un altro. Simioli riprendeva i versi di D’Alessio commentandoli dal punto di vista dell’altro, il marito cornuto: (dai versi testuali di D’Alessio che traduco in italiano: Annarella se ti sposi fai scema a Gesù”) “Sì se spuse fa scema a Gesù? No, Giggi’, chella fa scemo sulo a me!”, e conclude con “So’ io che nunn’a vojo, Giggi’ t’ ‘a può pure piglia’!”.
Il bravissimo Alan De Luca, a differenza degli altri, (nella foto Guardascione con Lisa Fusco) non è mai uscito dal suo nido ‘provinciale’ e non me lo so spiegare, perché era e rimane tra i più grandi talenti che il cabaret napoletano abbia mai prodotto. Ce lo godiamo solo noi a Napoli e dintorni ed è un peccato.
Biagio Izzo inizia la carriera facendo coppia con un nipote (o qualcosa di simile) dei fratelli Maggio che gli fa da spalla. Era il duo Bibì e Cocò. Izzo era Bibì, cretino furbo, con un solo dentone, molto simile all’Aldo Maccione dei Brutos, magrissimo e allampanato, Cocò più anziano impersonava l’intelligente che gli porgeva le battute, il tradizionale duo da avanspettacolo. Si facevano feste e matrimoni. Izzo non ha mai ricordato il suo compagno che un po’ si riteneva il suo ‘maestro’ e che si è risentito di essere stato dimenticato. Tra l’altro Izzo una volta disse che il successo se lo era guadagnato tutto da solo e non doveva niente a nessuno, dopo anni e anni di gavetta girando per le feste di paese facendo ‘o sciemo co’ nu rient sulo. Mi ricordo il duo Bibì e Cocò in una pubblicità in tv, in un canale anonimo con poco segnale, per un ristorante sperduto della zona vesuviana; sentendo la sua battuta finale nel nevischio dello schermo il mio pensiero di allora fu: “questo Bibì sta proprio inguaiato”. Mai avrei immaginato la sua ribalta nazionale, mai. Poi lo ricordo quando il successo stava incominciando ad accarezzarlo che passeggiava sornione per via Toledo avvinghiato ad una delle telegaribaldine, ovviamente sua amante, poiché se non sbaglio era già sposato.
Tornando a Lisa Fusco, per uno strano ‘mistero’ è riuscita a far parte del cast comico di un recente programma Rai, senza avere doti particolarmente comiche. Sicuramente la tipetta è stata molto determinata a cercare il suo spazio ed a mettere in movimento i suoi amici. Adesso è approdata all’IdF.
Sul film interpretato da D'Alessio vorrei descrivere il finale, visto in qualche spezzone tv. Originalissimo, Annarella sta per sposarsi con un cristiano. Nel momento fatidico del sì irrompe in chiesa Giggino, affranto dal dolore e con la lingua da fuori per la corsa. Nonostante sia senza fiato attacca a cantare. "Annaré, si te spuse fai scemo a Gesù", per farle sentire i sensi di colpa. Il significato è chiaro, Annarella sta facendo una promessa solenne avanti il grande crocefisso dell'altare, ma spergiura perché non ama l'uomo che sta sposando ma ama lui, Giggino. Naturalmente Gesù dall'alto dei cieli non ha di meglio che preoccuparsi della condizione sentimentale di Gigi. Nella vita reale la sposa avrebbe fatto un cenno ai parenti per cacciare quel posteggiatore scocciatore ma essendo un film, Annarè corre verso le braccia di lui... Costanzo sul palco del Parioli provò a farlo ricredere sulla faccenda di Gesù e il divorzio come peccato, Giggino che era ancora uno sconosciutissimo neomelodico per un attimo fu tentato di accondiscendere ma poi a bassa voce: "Io la vedo così!". Questa era la sua filosofia di vita. Era, perché risulta che prima di incontrare finalmente la sua Annare' , di corna alla moglie ne abbia messo un rosario intero.
lunedì, settembre 10
Un consiglio del cavolo
Un giorno sento il telegiornale e mi accorgo di essere uno dei tre italiani su dieci che ritiene inutile gettare i soldi per elezioni anticipate. Anzi ancora di meno, sono uno dei 2,9 italiani su 10. Quello 0,1 sarà rappresentativo dei miei piedi, tagliati fuori dal resto del corpo, tanto stanno così lontano dalla mia testa che fanno quello che vogliono. Secondo i mezzi d’informazione a cura di F.I. l’Italiano non fa che pensare da mane a sera a quando cadrà il governo. Pesta una merda ed il 71% si indigna e protesta che vuole subito le elezioni; incoccia contro un palo ed il 71% vuole Prodi a casa, piove…
Io non metto in dubbio i risultati delle statistiche. Ci vuole poco per indirizzare le opinioni delle persone verso un ‘preciso’ risultato. Basta semplicemente chiedere al campione significativo se è contento delle manovre finanziare del governo e la risposta non può essere che no, del resto sarebbe stato lo stesso per qualsiasi altro governo. Di conseguenza , ad una seconda domanda mirata del tipo: sei soddisfatto di questo governo, la risposta non può essere che no, per logica. Poi ottenuto il 71 % di insoddisfatti basta fare un giro di parole per dire che gli Italiani non sono contenti di questo attuale governo e si augurano che cambi, cioè con l’unico modo legale, nuove elezioni. In questa alternanza di centro-destra = centro-sinistra, tra una mortadella e un prosciutto lesso, diventa una comica lo scambio di ruoli e di privilegi con le accuse che passano d una parte all’altra e le problematiche che restano immutate. Cosa cambia? Sempre di insaccati si tratta e si sa che abusare degli insaccati fa male e l’Italia ha i valori delle analisi sballati da tempo. Bisognerebbe proprio cambiare dieta, darci alla frutta per esempio. Anche se, ahimé, pure quella costa sempre di più; ma c’è un rimedio.
Durante il governo di centro-destra si cercò di sminuire il problema dell’aumento dei prezzi e l’allora presidente dei Ministri trovò una saggia soluzione: chiedere aiuto a mammina. Ora è all’opposizione e siccome i prezzi continuano ad aumentare spara a zero sul Governo, ma non c’era la mamma a venirci incontro? E va bene che lui dice: se volete l’aiuto di mamma dovete far parte del 71% altrimenti arrangiatevi con le vostre mamme. E sì, il tipo difetta di altruismo, non si diventa l'uomo più ricco d'Italia facendo i generosi. Io non accuso l’attuale governo, chiederò alla mamma di Ber.ni di aiutarmi a fare la spesa al mercato, in quanto non dimentico il buon consiglio del figliolo, vorrà dire che mi ricongiungerò ai miei piedi che già stanno nel 71%. Naturalmente non pretenderò che la gentile signora, con la sua veneranda età mi segua tra banconi e cassette; la lascerò nel blindato antimine che suo figlio le mette a disposizione durante le uscite. Utilizzerò invece le sue agguerrite dieci badanti, codazzo irrinunciabile della signora Bossi, accuratamente scelte dal figliolo. Le sguinzaglierò per due tre mercati a confrontare, per esempio, il prezzo dei cavoli (che a me neanche piacciono). Poi le faccio venire a rapporto con la lista, il fruttarolo che vende a meno si aggiudica la spesa del cavolo. Inteso che l’ortaggio non deve essere marcio, se no col cavolo che lo compro, anzi col piffero!
A me le badanti! Anche perché se tanto mi dà tanto…
Ehm, la scelta delle badanti della sora Rosa viene fatta con lo stesso criterio della scelta della frutta! Il fatto è che il piccolo Silviuccio accompagnava la madre al mercato e questa gli insegnava a fare la spesa: “tasta le mele, tasta le pere, tasta i meloni della fruttivendola”. Così un giorno si beccò una sonora sberla da una prosperosa cocomeraia. È difficile rimuovere i traumi infantili.
E da allora quando si trova di fronte una donna pensa che l’unico modo per giudicarla è controllarle le mele e le pere, possibilmente tastandole, e lo fa, peccato che non c’è più una donna che gli insegni la creanza! Sicché secondo lui la donna è una questione di frutta soda. Del resto possiamo notarlo dalle onorevoli colleghe del suo partito, scelte con cura tastando oculatamente.
Infatti Silvio è convinto che le donne hanno il cervello nelle tette, secondo lui le donne con il seno grosso sono ottime badanti per sua madre. Contento lui… Vorrà dire che se mi va male la spesa, nonostante l’aiuto, mi metterò a dieta di meloni, portati a titolo gratuito e compensativo dalle badanti della signora madre, per chi passa al 71%.
Però, che faccio? Mi vendo per due meloni? Nooo! E poi non vado pazzo per la frutta, posso campare di musica, per esempio mi piace il mandolino, ecco!
E rivoglio indietro i miei piedi!