martedì, marzo 30
Lazio e Campania le miracolate d'Italia.
Nel Lazio, ha vinto la ricca borghesia di centro destra che ha riempito anche le liste, ma votata da una maggioranza di reddito medio basso. L’apporto decisivo è arrivato dal basso Lazio, storicamente di destra. Però, mentre prima AN rappresentava la gente dalla base in modo più o meno decente, ora questa è non rappresentata dal pdl che è il partito degli imprenditori, dei costruttori, dei nababbi, dei cafoni arricchiti dei furbetti dei quartierini, i beneficiari del successo elettorale.
Se un Caltagirone appoggia la Polverini ci sarà un perché?!
Le conseguenze di questo voto sono molteplici.
1 Serissimo pericolo per l’Agro Romano e laziale e per le sue coste.
2 Maggiore influenza del Vaticano nelle gestione delle proprietà in suolo italiano.
3 Ulteriore recrudescenza del fenomeno di razzismo ed episodi di bullismo, violenze gratuite. L a microcriminalità è sempre rappresentata da delinquenti che si professano di destra. Questa vittoria della destra li autorizza ad osare.
Ma c’è di più, perché i soldi si fanno con tutto ed i piaceri si contraccambiano. La Polverini ha da contraccambiare molti signorotti che l’hanno tenuta su con le rispettive mogli a seguito; c'è la sanità, l'energia, lo smaltimento dei rifiuti, l'acqua, il turismo... ora è il tempo di spartirsi le fette di torta, il paese di Bengodi.
Le cricche dei Bertolasi con la benedizione del Papa, faranno sfracelli… per il bene del Lazio… Il sogno più grande è un immane terremoto nella regione, per creare un nuovo "Miracolo Italiano", mettere le mani sull'Agro Romano senza i lacci dei vincoli ambientali, annullati per legge straordinaria; la "burocrazia" dei concorsi e delle gare scavalcata con scelta diretta delle imprese da parte della dirigenza della Prot. Civile e del Governo, per la veloce costruzione di nuovi alloggi pesanti, senza utilizzare i soldi per una ricostruzione, poco redditizia e poco visibile. Esattamente come è successo in Abruzzo, grande miracolo del Governo attuale. Grandissima puttanata per molti, chiunque sarebbe stato capace, con i soldi degli altri, degli Italiani, ed il culo degli Abruzzesi, edificare a fungaia dalla sera alla mattina. Gli speculatori sono specializzati in miracoli, l'Agro è fertile terreno di miracoli da 60 anni e senza preghiere... si prospettano nuovi miracoli italiani.
Per la Campania, ritengo che sia una comica, una farsa. Da queste parti la maggioranza che ha votato Caldoro manco sapeva chi fosse. Hanno votato Berlusconi. Il candidato poteva essere chiunque, lo hanno eletto a scatola chiusa; l’uomo mascherato poteva essere Totò Riina, Salvatore Lo Piccolo, Matteo Messina Denaro, un boss del clan dei Casalesi… avrebbe vinto comunque, e chissà… magari ha vinto veramente. La sottocultura nel Napoletano è un malessere storico, radicato e mai debellato o almeno ridotto; è un terreno fertile per piazzare campagne politiche prepotenti. Raramente la borghesia illuminata ha avuto la forza di segnare la via, la massa prevale e la massa è ignorante, nel Napoletano particolarmente. Un certo modus vivendi di collegamento alle imprese, è il motore truccato della provincia, ha dei sussulti di egemonia quando i desideri coincidono con quelli politici, altrimenti persiste ben nascosto dal popolo. Questa volta il popolo sovrano ha votato bene. Come si poteva non votare Lui che ha fatto il miracolo di far sparire la spazzatura? C'è un modo di vedere fatalista, occhio non vede dente non duole. Se il male non si manifesta fisicamente non esiste! Sono istintivi, reagiscono solo al momento, purtroppo quando è troppo tardi. Ci manca la lunga visione, le conseguenze delle cause, tiriamo a campare e il Vesuvio che incombe è una summa della nostra realtà. Il grande miracolo della mondezza è una grande patacca. Chiunque ne sarebbe stato capace, trovi una cava e ci fai sparire tutta la monnezza del Regno. Bassolino aveva le mani legate, per motivi ambientali, se l'avesse fatto lui lo avrebbero inquisito, come è successo a De Luca per Salerno. Ma i Bertoleroi no, con i superpoteri sono immuni alle leggi (e alle dimissioni), riempire la fossa è un attimo. Il risultato si manifesterà tra qualche anno, con l'aumento delle leucemie; perché non c'è impermeabilizzazione che tenga, il percolato scivola dolcemente inquinando le falde e fertilizzando i terreni coltivati della zona. Grazie Silvio, ci volevi tu per fare questa grande cazzata, altro che miracolo; anche un ragazzino ne sarebbe stato capace. Era proprio quello che si voleva evitare, soluzioni sbrigative che risulteranno peggiori del problema. Per ora i Napoletani non vedono e non si dolgono, almeno nell'immediato, poi si vedrà. Il problema non è risolto, nascondere non è miracolo, ma gioco di illusionista. Ci sarà altra emergenza, e magari altra ricerca di sito dove dispensare l'amore, tumori a piene mani. E se non riuscirà a sconfiggere il cancro entro tre anni? Con chi se la prenderanno i Napoletani? sarà ancora in attività il responsabile di tutto ciò? In mancanza dell'Eroe e del suo Santo protettore, Caldoro verrà utile all'occasione, ignaro o incosciente? Si capisce perché hanno scelto lui, nessuno si prendeva 'sto guaio tra le mani.
sabato, marzo 27
Italy Japan velines
Porca miseria, stiamo rovinando le televisioni straniere. Qui si possono riconoscere una Gregoraci e una Varone redivive nel Sol Levante, rivedute e scorrette ed i giochetti stupidi che si facevano nella buon'anima di Buona Domenicaper far vedere le scollature. E pensare che le due nostrane hanno smesso di sculettare sul tavolo, la prima per assicurarsi la legittima, ed ha dovuto stipulare un contratto di lavoro di 9 mesi, dove non ha mai faticato tanto in vita sua, necessari per i contributi pensionistici; la seconda perché le era scaduto il bonus-gossip "quella che ha soffiato il marito alla Ferilli", ed è tornata nell'anonimato, ora sono invitate (le sue tette) a rallegrare le miriadi di feste mondane di Roma cafona e qualche playboy arricchito di borgata.
"Lo ha detto"
Nella settimana enigmistica, tra un cruciverba e una sharada, ci sono le vignette delle barzellette e le rubriche di frasi divertenti, come "Lo ha detto", titolo scelto perché ad ogni frase il lettore esclama di solito "c..zzo... ma veramente lo ha detto!?
1 "Con l'ordinanza emessa, il Tribunale di Milano ha negato la possibilità di difesa nel processo. E questo è un fatto gravissimo".
2 "Telefonate alle vostre ex fidanzate e ditele di votare"
3 "Abbiamo introdotto un nuovo elemento nella politica italiana: la moralità"
1 Ghedini, presenta al processo Mills, una lista di testimoni, che insieme forma l'esercito di terracotta di Xi'an. Il tribunale lo "riduce" a un più ragionevole numero di 12, che è pur tantissimo ma non spropositato come 73, e lui dice che hanno impedito la difesa?! Con 73 test sparsi per il mondo, tra una rogatoria internazionale, una ricerca per singola persona, non si prende tempo perché passi il testo del legittimo impedimento, e neanche la prescrizione da processo breve... noooo , si arriva direttamente alla prescrizione di Nostro Signore, per legittima morte dell'imputato; per sicurezza, dato che forse, dicono egli sia eterno si arriva all'estinzione della specie umana sulla Terra, per l'espansione del Sole, e fuga stellare per legittima cacarella del Nostro con il suo elicottero galattico, con il quale andrà a distribuire amore contro odio in altri fortunati pianeti.
2 Il Nostro p. ha una idea piuttosto 'allargata' del significato di "fidanzata" . Per lui è sufficiente un accoppiamento di una notte con una sconosciuta, perché ella sia messa nell'elenco delle fidanzate. Lui dice di avere avuto molte fidanzate... Pare che dopo questa frase delle telefonate da fare alle ex, Rocco Siffredi sia intenzionato seriamente ad entrare in politica... Silvio lo vorrebbe nella sua squadra, perché tra colleghi ci si intende: "Se uniamo le nostre ex fidanzate vinciamo sempre", anche loro sono colleghe.
3 Silvio Berlusconi, attuale presidente del Consiglio il cui mandato, per questioni di età anche l'ultimo, scadrà tra tre anni, alla Prima Festa Nazionale della Libertà 26 settembre 2009. Io vorrei sapere chi glieli scrive i testi. Autori geniali, degni di Petrolini, del miglior Allen, dei fratelli Marx, di Sordi, di Alan Ford... La ripeto perché è troppo bella, e poi è sempre attuale: "Abbiamo introdotto un nuovo elemento nella politica italiana: la moralità (non si resiste). Peccato che tra tre anni se ne andrà. Un classico, come Totò e Peppino. Silvio ci mancherai, ma non preoccuparti, continueremo a rivederti su youtube, perché anche le future generazioni dovranno avere il piacere di sapere chi eri.
1 "Con l'ordinanza emessa, il Tribunale di Milano ha negato la possibilità di difesa nel processo. E questo è un fatto gravissimo".
2 "Telefonate alle vostre ex fidanzate e ditele di votare"
3 "Abbiamo introdotto un nuovo elemento nella politica italiana: la moralità"
1 Ghedini, presenta al processo Mills, una lista di testimoni, che insieme forma l'esercito di terracotta di Xi'an. Il tribunale lo "riduce" a un più ragionevole numero di 12, che è pur tantissimo ma non spropositato come 73, e lui dice che hanno impedito la difesa?! Con 73 test sparsi per il mondo, tra una rogatoria internazionale, una ricerca per singola persona, non si prende tempo perché passi il testo del legittimo impedimento, e neanche la prescrizione da processo breve... noooo , si arriva direttamente alla prescrizione di Nostro Signore, per legittima morte dell'imputato; per sicurezza, dato che forse, dicono egli sia eterno si arriva all'estinzione della specie umana sulla Terra, per l'espansione del Sole, e fuga stellare per legittima cacarella del Nostro con il suo elicottero galattico, con il quale andrà a distribuire amore contro odio in altri fortunati pianeti.
2 Il Nostro p. ha una idea piuttosto 'allargata' del significato di "fidanzata" . Per lui è sufficiente un accoppiamento di una notte con una sconosciuta, perché ella sia messa nell'elenco delle fidanzate. Lui dice di avere avuto molte fidanzate... Pare che dopo questa frase delle telefonate da fare alle ex, Rocco Siffredi sia intenzionato seriamente ad entrare in politica... Silvio lo vorrebbe nella sua squadra, perché tra colleghi ci si intende: "Se uniamo le nostre ex fidanzate vinciamo sempre", anche loro sono colleghe.
3 Silvio Berlusconi, attuale presidente del Consiglio il cui mandato, per questioni di età anche l'ultimo, scadrà tra tre anni, alla Prima Festa Nazionale della Libertà 26 settembre 2009. Io vorrei sapere chi glieli scrive i testi. Autori geniali, degni di Petrolini, del miglior Allen, dei fratelli Marx, di Sordi, di Alan Ford... La ripeto perché è troppo bella, e poi è sempre attuale: "Abbiamo introdotto un nuovo elemento nella politica italiana: la moralità (non si resiste). Peccato che tra tre anni se ne andrà. Un classico, come Totò e Peppino. Silvio ci mancherai, ma non preoccuparti, continueremo a rivederti su youtube, perché anche le future generazioni dovranno avere il piacere di sapere chi eri.
giovedì, marzo 25
Dittatura capitalistica, una partita di monòpoli, monopòli..
Al nostro premier non sarebbe importato neanche tanto, se l'evento di stasera Raiperunanotte, fosse stato trasmesso solo attraverso la Rete; non stanno lì i suoi elettori e neanche nei satelliti. I suoi elettori sono tradizionalisti telespettatori antennati terrestri. Invece, proprio grazie al digitale terrestre, creatura da lui voluta per salvare capra e cavoli, la capra, retequattroEmiliofede, e i cavoli, i cavoletti suoi della tv a pagamento di mediaset premier con la quale ha invaso la lista dei canali del digitale terrestre, il programma potrà essere visto anche da chi non ha la parabola e non è avvezzo ad internet. Basterà accendere il televisore e fare un po' di zapping, Repubblica tv per esempio. Una bella fregatura, non poteva prevedere che la sua creatura gasparrica potesse ritorcersi contro di lui. Se fosse rimasta la tv tradizionale non sarebbe accaduto ma avrebbe rischiato di perdere la Fede. Ormai la sua nave è diventata colossale, quando una nave è molto grande aumentano i rischi di falla e la gestione è impegnativa; quando un impero si espande in modo spropositato, poi controllarne i confini diventa un'impresa impossibile, Roma docet. Il limite di un'espansione corrisponde al suo collasso. E credo che il nostro premier sia arrivato al limite. Ora lo attendono due vie. Diversi anni fa scrissi una lettera a Montanelli, per la sua rubrica nel giornale che lo accoglieva. Consideravo il fenomeno Berlusconi come la prima dittatura capitalistica, dopo il crollo del comunismo. Una dittatura diversa da quelle tradizionali, non l'uso della forza come nel fascismo, o della ideologia come nel comunismo falso dell'Unione Sovietica et similia horum; una dittatura che ha come potere la forza del capitale, attraverso il quale si acquisisce, meglio si acquista, come nel gioco del monòpoli, tutto e tutti, i gangli direttivi e comunicativi di una nazione, sino al possedimento totale. Come starebbe accadendo ora. Dunque perché il nostro premier sta diventando sempre più aggressivo? Come mai sta attaccando i magistrati in una maniera continua? Perchè è al limite, nervoso perché non sa più cosa comprare, per non essere disturbato, i magistrati, la casella del monòpoli ancora libera. Li sta istigando, vuole che facciano un passo falso, come una dichiarazione, una risposta con gli stessi toni accesi, per additarli e dire: "Vedette popolo, che ho ragione, i giudici non mi possono vedere, sono una vittima politica!" Ma i giudici sono persone serie e intelligenti e non cadranno in questo trabocchetto elementare. Dicevo, ora vi è un bivio: il collasso, con il nostro (ex)premier che precipita in modo disastroso e repentino, divorato dai suoi stessi alleati, che non lo amano, ma ci stanno per convenienza (Bossi è l'unico che non gli ha mai chiesto "soldi", cioé l'unico che ha una vita, una forza politica indipendente da lui); oppure riesce a fagocitare anche la magistratura, come ha gia annunciato con una riforma allucinante, e vince la partita di monòpoli. Il gioco sarebbe irrimediabilmente concluso. Almeno sino a nuovi eventi che ci offre il destino.
mercoledì, marzo 24
Calamandrei e il mi-ni-stero buffo
Sonia Alfano, in un'intervista del 23 marzo, ieri, parlando dell'Istruzione ha detto che bisognerebbe far leggere al Ministro Maria Stella Gelmini , le opere di Piero Calamandrei, osservando però sconsolata che forse Gelmini non sa neanche chi sia Calamandrei.
Purtroppo io credo che lo sappia, perché a Giurisprudenza non si può non imbattersi nel "Commentario sistematico alla Costituzione" diretto da P. Calamandrei e A. Levi. E qui sta la tragedia. Non è la prima volta che si ricorda Calamandrei, in riferimento all'attuale Governo e alla politica instaurata dal ministero della P.I. Articolo su Il Manifesto del 24 ottobre 2008; "Cosi la scuola diventa un affare privato" Piergiorgio Odifreddi, L'Espresso 6 novembre 2008; "Scuola pubblica addio, la storia si ripete 60 anni dopo" Tullio De Mauro L'Unità 3 dicembre 2008; "Per la scuola" raccolta di scritti di Piero Calamandrei, 2008; "Libera scienza in libero Stato", di Margherita Hack 2009. In quest'ultima opera è riportato il discorso, già menzionato nelle precedenti pubblicazioni, pronunciato l' 11 febbraio 1950, al III Congresso dell' Associazione a difesa della scuola nazionale. Per chi volesse leggerlo, anche se il Ministro Gelmini non lo avesse mai letto, almeno noi, che siamo il Popolo Sovrano, come dice quello lì, è bene che sappiamo, è qui .
martedì, marzo 23
Lo Stato laico
C'era una volta uno Stato Laico
(...)
Ma l'esperienza del passato ha abbondantemente dimostrato che la censura la più assoluta e la proibizione la più arbitraria contro le pubblicazioni e le rappresentazioni non valsero punto a proteggere la morale e la religione, a correggere i costumi, ad estirpare gli errori. Migliore e più sicuro rimedio, a mio credere, quello è di combatterli dove si manifestano, essendo persuaso che il vero e l'onesto debbono prevalere e trionfare anche in questo mondo. Con ciò non intendo che il governo debba astenersi dall'impedire che si produca in pubblico sotto qualsiasi forma fatti e cose le quali siano riprovate dalla coscienza pubblica. La legge a ciò provvede ed il governo non mancherà di farla osservare. Accolga Vostra Eminenza gli atti della massima osservanza per parte del sottoscritto.
Il Ministro Giovanni Lanza
Questa fu la risposta del Presidente del Consiglio Italiano, in data 1872, ad una lettera di protesta ed invito del cardinale vicario Patrizi, a nome del Papa, ad aumentare il potere censorio del Governo Italiano su ogni forma di espressione che fosse contraria alla visione morale della Chiesa ed alla sua politica, in particolare nei confronti dei teatri (l'unica forma di spettacolo pubblico di allora) dove si ironizzava sul potere ecclesiastico. Da notare che il presidente Lanza ritenne doveroso precisare che il governo non si asteneva dall'impedire fatti riprovati dalla coscienza pubblica. Cioé non religiosa, ma laica, come deve essere in uno Stato laico.
(...)
Ma l'esperienza del passato ha abbondantemente dimostrato che la censura la più assoluta e la proibizione la più arbitraria contro le pubblicazioni e le rappresentazioni non valsero punto a proteggere la morale e la religione, a correggere i costumi, ad estirpare gli errori. Migliore e più sicuro rimedio, a mio credere, quello è di combatterli dove si manifestano, essendo persuaso che il vero e l'onesto debbono prevalere e trionfare anche in questo mondo. Con ciò non intendo che il governo debba astenersi dall'impedire che si produca in pubblico sotto qualsiasi forma fatti e cose le quali siano riprovate dalla coscienza pubblica. La legge a ciò provvede ed il governo non mancherà di farla osservare. Accolga Vostra Eminenza gli atti della massima osservanza per parte del sottoscritto.
Il Ministro Giovanni Lanza
Questa fu la risposta del Presidente del Consiglio Italiano, in data 1872, ad una lettera di protesta ed invito del cardinale vicario Patrizi, a nome del Papa, ad aumentare il potere censorio del Governo Italiano su ogni forma di espressione che fosse contraria alla visione morale della Chiesa ed alla sua politica, in particolare nei confronti dei teatri (l'unica forma di spettacolo pubblico di allora) dove si ironizzava sul potere ecclesiastico. Da notare che il presidente Lanza ritenne doveroso precisare che il governo non si asteneva dall'impedire fatti riprovati dalla coscienza pubblica. Cioé non religiosa, ma laica, come deve essere in uno Stato laico.
domenica, marzo 21
La bibbia della comicità
In seguito al post precedente sullo sputtanamento, mi sono trovato a rivedere gli sketch di Cochi e Renato, e con il senno di poi mi sono accorto che la loro comicità deve molto alla coppia mitica Laurel Hardy, grandi innovatori e ideatori di trovate comiche che sono diventate la bibbia della comicità del Novecento. Uno su tutti, questo balletto classico di Cochi e Renato e questa scena icona di un film di Stan e Oliver.
Ma ho pensato anche a quanto tutto ciò andrà perso, perché le nuove generazioni, avranno la memoria occupata dalle nuove leve, dai nuovi personaggi.
Di seguito una scena tratta da un film corale del 1934 in cui ogni attore famoso di Hollywood prese parte con un cameo.
Però anche noi abbiamo perso la memoria di quel periodo; per esempio l'attrice che si presta alla sfida delle uova, era molto famosa all'epoca, anche in Italia, ebbe un tragica fine, si suicidò all'età di 36 anni, in cinta, forse perché non sopportava la pressione di una società bigotta, di far nascere un figlio illegittimo.
Ma ho pensato anche a quanto tutto ciò andrà perso, perché le nuove generazioni, avranno la memoria occupata dalle nuove leve, dai nuovi personaggi.
Di seguito una scena tratta da un film corale del 1934 in cui ogni attore famoso di Hollywood prese parte con un cameo.
Però anche noi abbiamo perso la memoria di quel periodo; per esempio l'attrice che si presta alla sfida delle uova, era molto famosa all'epoca, anche in Italia, ebbe un tragica fine, si suicidò all'età di 36 anni, in cinta, forse perché non sopportava la pressione di una società bigotta, di far nascere un figlio illegittimo.
sabato, marzo 20
"Vogliamo vincere il cancro (in 3 anni)"
tre anni prima...
...3 anni dopo... scommessa vinta (o persa?)
«Ci aspettano tre anni di lavoro: tre anni nei quali uscendo via via dalla crisi attueremo le grandi riforme...
Vogliamo anche vincere il cancro che colpisce ogni anno 250mila italiani e che riguarda quasi due milioni di nostri cittadini. Dobbiamo affrontare questi tre anni forti di un pieno mandato dagli italiani».
Questa frase è di una gravità che definirei sconcertante se non disgustosa. È terrorismo di linguaggio; sfruttare la debolezza della gente, puntare sul dolore del prossimo per piantonarlo al tavolino della cabina.
Elettori con poca dimestichezza della subdola propaganda politica, familiari sui quali si fa pesare il senso della colpa se non votano per quel partito che ha promesso di sconfiggere il male… È ancora peggio del sermone preelettorale di quei pretacci di campagna anni 50 che terrorizzavano le vecchiette col pericolo rosso e sulla certezza delle fiamme dell’Inferno se non avessero votato per lo scudo crociato.
Le parole, in questa bieca strategia di comunicazione, come al solito sono ben studiate, due dati: 250000 malati e 2000000 di congiunti e vicini sentimentalmente al malato, i potenziali elettori, a loro è rivolto il messaggio. Il messaggio subliminale è questo: Se ci votate salveremo il vostro caro, se non ci votate parte della colpa della sua morte cadrà su di voi. Messaggio a-morale, privo di qualsiasi sensibilità, camuffato in amorale, cioè in messaggio di amore, linguaggio del diavolo, la promessa del bene, ricatto vile.
C’è un mondo intero di medici, biologi, scienziati che studia , da un secolo, senza proclami, seriamente una malattia estremamente complessa, per le sue svariate forme. Il signor Berlusconi, che in questo caso era solo il leader di un partito, e non presidente del consiglio, con una spudorata incompetenza si permetteva di parlare di medicina, banalizzando la malattia ad una parola unica, con una ovvia frase di intento: “vogliamo anche vincere il cancro (in 3 anni)”, come se bastasse una promessa per riuscirci, una promessa di un politico imprenditore, non scienziato, in piena campagna elettorale!!! Il mondo aspettava giusto Lui ed il suo miserabile ricatto privo di realtà: se mi votate io vi dono la cura.
Cinismo, mancanza di sensibilità, machiavelliche trovate per giungere al consenso, sfruttamento della ingenuità popolare. Questi sono delitti, anche se non contemplati nel codice, che meritano tutto il disprezzo degli uomini degni di far parte del genere umano.
Io sono, ripeto, disgustato, è la prima volta che il cinismo della politica arriva sfacciatamente, senza ritegno, a questi livelli così gretti per ottenere voti, in una Repubblica democratica, in una dittatura poteva anche starci.
...3 anni dopo... scommessa vinta (o persa?)
«Ci aspettano tre anni di lavoro: tre anni nei quali uscendo via via dalla crisi attueremo le grandi riforme...
Vogliamo anche vincere il cancro che colpisce ogni anno 250mila italiani e che riguarda quasi due milioni di nostri cittadini. Dobbiamo affrontare questi tre anni forti di un pieno mandato dagli italiani».
Questa frase è di una gravità che definirei sconcertante se non disgustosa. È terrorismo di linguaggio; sfruttare la debolezza della gente, puntare sul dolore del prossimo per piantonarlo al tavolino della cabina.
Elettori con poca dimestichezza della subdola propaganda politica, familiari sui quali si fa pesare il senso della colpa se non votano per quel partito che ha promesso di sconfiggere il male… È ancora peggio del sermone preelettorale di quei pretacci di campagna anni 50 che terrorizzavano le vecchiette col pericolo rosso e sulla certezza delle fiamme dell’Inferno se non avessero votato per lo scudo crociato.
Le parole, in questa bieca strategia di comunicazione, come al solito sono ben studiate, due dati: 250000 malati e 2000000 di congiunti e vicini sentimentalmente al malato, i potenziali elettori, a loro è rivolto il messaggio. Il messaggio subliminale è questo: Se ci votate salveremo il vostro caro, se non ci votate parte della colpa della sua morte cadrà su di voi. Messaggio a-morale, privo di qualsiasi sensibilità, camuffato in amorale, cioè in messaggio di amore, linguaggio del diavolo, la promessa del bene, ricatto vile.
C’è un mondo intero di medici, biologi, scienziati che studia , da un secolo, senza proclami, seriamente una malattia estremamente complessa, per le sue svariate forme. Il signor Berlusconi, che in questo caso era solo il leader di un partito, e non presidente del consiglio, con una spudorata incompetenza si permetteva di parlare di medicina, banalizzando la malattia ad una parola unica, con una ovvia frase di intento: “vogliamo anche vincere il cancro (in 3 anni)”, come se bastasse una promessa per riuscirci, una promessa di un politico imprenditore, non scienziato, in piena campagna elettorale!!! Il mondo aspettava giusto Lui ed il suo miserabile ricatto privo di realtà: se mi votate io vi dono la cura.
Cinismo, mancanza di sensibilità, machiavelliche trovate per giungere al consenso, sfruttamento della ingenuità popolare. Questi sono delitti, anche se non contemplati nel codice, che meritano tutto il disprezzo degli uomini degni di far parte del genere umano.
Io sono, ripeto, disgustato, è la prima volta che il cinismo della politica arriva sfacciatamente, senza ritegno, a questi livelli così gretti per ottenere voti, in una Repubblica democratica, in una dittatura poteva anche starci.
giovedì, marzo 18
Gran prix dello sputtanamento
Cos'è lo sputtanamento oggi? C'è chi ci prova in tutti i modi, a sputtanarsi, senza riuscirci, e sì che ci dà dentro, e si starà anche chiedendo quanto può spingersi, oltre quale limite si potrà manifestare tra gli Italiani una parvenza di reazione, una insofferenza agli abusi sulla libertà; per ora sembra che non ci sia limite in vista. Infatti oggi costui ha persino la faccia tosta di ammettere ciò che fa, lui che è un bugiardo cronico, si è accorto che gli Italiani accettano anche la verità delle sue azioni illecite, per esempio sulle telefonate di concussione, sino all'anno scorso avrebbe negato l'evidenza. Per far scattare lo sputtanamento, oggi, gli Italiani vogliono altro. Non sono più gli Italiani degli anni 50, il limite del comune senso del pudore e della marpioneria indecente si è spostato verso altri lidi. Non basta più farsi trovare in piena tempesta ormonale senile a 70 anni, sposato nonno primo ministro di una nazione e cattolico, dice lui, a maniare come un pianista in cerca della nota i culi di tre giovani prosperose e generose fanciulle. Le quali tra parentesi, se al posto del tapetto, volevo dire tipetto, suddetto ci fosse stato un qualunque anziano di umile pensione ma anche giovane squattrinato, lo avrebbero apostrofato dei più indicibili improperi e immediatamente denunciato per violenza carnale. Come si appellano queste donzelle? Ebbene questa azione una volta era considerata uno sputtanamento classico con i controfiocchi. Nulla. Neanche quando la stessa moglie lo sputtanò pubblicamente sui giornali, cioé, più di così, cosa vogliono gli Italiani? Va bene, che ci frega? basta che non rubi, corrompere può corrompere, in Italia si può fare, per legge! E anche se rubasse? Niente, ci fa ridere, è simpatico; ce lo mette a quel posto e noi ridiamo, ci dice che la legge non è uguale per tutti e noi ridiamo, ci offende i giudici e noi ridiamo. E lo sputtanamento? Forse... lo sputtanamento da intercettazioni telefoniche, per piazzare le mantenute o per licenziare giornalisti pagati dal contribuente? non basta. In USA sarebbe stato un super sputtanamento da primissima, qui in Italia... siamo moolto avanti. In Italia lo sputtanamento serio è altro!!! Puoi essere un ladro, un mafioso, un piduista, un puttaniere cattolico, un corruttore, un dittatorello da strapazzo, un prepotente usurpatore dei poteri distinti di una nazione... ti possono scoprire con le mani nella marmellata pubblica, nulla, nulla di nulla. Nessuno sputtanamento, neanche quando un magnaccia gli procura le puttane che poi lui sistema sempre con i soldi degli Italiani. Nulla. E cosa fa scattare lo sputtanamento in Italia? Ma se ti scoprono che sei frocio... olè. Allora sono augelli non conditi... super sputtanamento con avvitamento mortale. Per reintegrarsi nella società il minimo ammissibile per il perdono è il suicidio. Cos' è l'omosessualità? non è un difetto e non è un reato! Siamo impazziti? Cosa è che non va in questo paese? Per chi dice che forse il papa potrebbe essere omosex, anche solo potenziale, c'è lo sputtanamento massimo con radiazione dalla RAI ad divinis che corrisponde simbolicamente al rogo attaccato sul cavallo di viale Mazzini. E dove sarebbe l'offesa? Mica ha detto che è un pedofilo o un assassino o uno stupratore o un bestemmiatore! A ritenersi offesi, per il gesto offensivo e violento della dirigenza RAI, dovrebbero essere proprio gli omosessuali. Si tratta di un atto che istiga alla violenza, un atto di discriminazione sociale gravissima. Questo paesino ha fatto un salto indietro nel tempo di almeno 60 anni. E quando recuperiamo più? Siamo veramente SPUTTANATISSIMI e nella merda sino al collo.
Il nostro solerte Ministro delle Pari Opportunità dovrebbe immantinente fare un'interpellanza parlamentare, perché la Rai con tale gesto ha fatto intendere che la parola omosessuale è offensiva e discriminatoria sugli esseri umani. Per questi motivi i preposti che hanno avuto l'iniziativa di radiare Busi, per le sue parole, devono essere multati o puniti nella disciplina del lavoro.
lunedì, marzo 15
favole interpretative POLLICINA E IL PISELLO MAGICO parte seconda
Nonnetto Silvio racconta
Favole interpretative autentiche
Sotto l’alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei Ministri
Sette favole per sette giorni
secondo le nuove disposizioni del ministero della P.I. sul decreto interpretativo autentico
favola del martedì
...................POLLICINA E IL PISELLO MAGICO... parte seconda
Pollicina scavò una piccola buca vicino casa e ci seppellì il pisello bello panciuto. Quella notte dormì placidamente facendo sogni di gloria. Il mattino dopo fu svegliata dall’urlo della madre. “Oh cosa è quell’albero ? per poco non ci sradicava casa” “Ma è il pisello! Mamma, è diventato un fusto altissimo” “Arriva sino in cielo, buca le nubi. Forse è addirittura arrivato nel castello del Signore di tutte le Terre” “Davvero mamma? Il signore… forse si sta avverando il sogno, sarà lui il mio principe azzurro?” “Ma chè, quello è un orco gigante e cattivissimo, dicono che mangia anche i cristiani” “Ma è ricco?” “Sì, ricchissimo” “Allora, io non sono razzista. Questo è l’importante, non è bello chi è bello ma è bello chi tiene i soldi. Ora salgo lo conquisto e torno” “No, figliola, è pericoloso, ti mangia” ”Non temere, so come si fa? “Ah, lo sai?” “Cosa?” “Come non detto…” “Così Pollicina si inerpicò per l’altissimo albero.. alto… alto… alto. Giunta finalmente in cima, si trovò in un giardino stupendo, con fantastici giochi d'acqua e c’era anche un vulcano finto che fumava e tante statue di donne nude. Era tutto bellissimo, oltre al castello. Pollicina si fece coraggio e bussò. Toc toc, nessuno, allora entrò perché la porta era socchiusa, era gigantesca. Tutto dentro quel castello era gigantesco. Incominciò a temere che l’orco fosse veramente molto feroce. Quasi quasi pensò che era meglio andarsene… e girò i tacchi. Quando una voce la paralizzò. “Ucci ucci sento odore di gnoccuccia!” Si girò intorno, non vide nessuno, eppure la voce era vicinissima. “Ucci ucci sento odore di gnoccuccia” “Chi è?? Orco sei tu? fatti vedere!” “Sono qui, bella gnocca!” Pollicina abbassò la testa, un ometto bassetto stava giusto sotto le sue cosce, in piedi per giunta. Dallo spavento, gli diede un calcione che lo fece andare a sbattere contro il muro. “Cribbio! E che maniere!” “Maniere? Chi sei tu, brutto gnomo, che ti intrufoli sotto la mia gonna, come ti permetti?” “Io sono l’orcooo!” “Tu l’orco? ah ah ah… l’orco… Orco? Prrrrrrh ah ah ah” “Graur, io sono il Signore di tutte terre” “Ah, sei tu? beh, le cose cambiano …” “E che cavolo! Ma come hai fatto a salire sin qua su, io mi sono creato apposta questo luogo inaccessibile per non farmi vedere da nessuno. Se sapessero che sono una sola, che figura di meschino…” “Sono arrivata qui grazie al pisello magico” “Davvero? Tu ha fatto crescere un pisello magico?” “Certo, sono esperta ormai” “Che brava. Anch’io ho un pisello magico, ma non riesco a farlo lievitare di nulla” “Eh sono cavoli tuoi” “Senti bella fanciulla? Perché non provi a far crescere anche il mio pisellino? Se ci riuscirai io ti farò diventare l’amministratrice di tutti i campi di legumi” “Lamminestra che?” “No minestra… ministra l’amministra… “ “La ministra? Non so cosa sia, però suona bene” “Urca se suona, ti sto dando un’opportunità per poche” “Va bene, ci sto. Fammi vedere il pisello?” “Sigh, eccolo!” “Stai messo male, dammi la lente di ingrandimento!” Sob, puoi fare qualcosa?” “Non so, il mio che ho curato era certo piccolo ma non come questo. Qua ci vuole un miracolo” “Provaci su, ed io ti farò amministra… ministra”
Pollicina lavorò il pisello fino a tarda sera. Lo accarezzò, lo concimò, con del concime costoso che si era procurato lo gnomo orco. Niente, il pisello non voleva saperne di lievitare. “Non ce la faccio più, sono stremata” “’Ngueee ngueeé… neanche tu… ngueeé … ho un pisellino inutile… misero me. Che me ne faccio di tutte le mie ricchezze, se ho un pisellino così mal ridotto?” Pollicina fu mossa a compassione, più che altro le interessava il posto ambìto. “Su su non fare così. Ora mi rivolgo ad una mia amica espertissima. Si occupa solo di ortaggi, il nome è tutto un programma: Germìna. Come fa germinare lei…” “Sì, chiama la tua amica, se ci riuscirà prometto anche a lei un posto di amministra…” “Ce l’hai un cellulare?” “Ma sei scema? Siamo nel EMME EVO e per giunta BASSO, dove lo pigliò un cellulare? Usa la palla magica, sono un commerciante di palle magiche. In tutto il mio regno i sudditi vedono dentro le mie palle magiche, che io opportunamente trucco per farmi vedere grande grosso e bello” “Sei furbo tu, nanetto. Al mio paese si dice curto e male ‘ncavato” . “Tieni cara, questa sfera non è ancora sotto controllo, la puoi usare” “Germìna? Pronto, Germìna? Ciao Germìna, come va? ...bene grazie. Senti bella… ho un problema con un pisello. No un pisello, un pisello pisello… sì. Senti, tu che sei esperta… come posso fare per… sì… ah bene… capito… sì. Grazie Germìna, a buon rendere. Poi ti faccio sapere. Grazie.” Appena chiusa la chiamata, l’orchetto prese la palla di vetro e la scaraventò a terra fracassandola. “E perché?” “Perché non l’avevo taroccata. Dimmi dimmi che cosa ti ha detto la tua bella amica” “Bella?” “L’hai chiamata bella … “ “Che c’entra? Dicevo così, per convenevoli. E poi se vuoi saperlo… Germìna è un cesso, almeno rispetto a me, modestamente” “Che ti ha detto?” “Uhm, ha detto che lo devo mettere in un luogo umido e caldo” “Orsù, procedi pure… hai già in mente un posto?” “Mmhh… forse… sì un posto lo avrei, lascia far me…”
Pollicina procedette. Il mattino seguente, una bella pianta di pisello sorgeva rigogliosa nel giardino del castello. L’orchetto tutto contento si mise a salterellarle intorno abbracciando Pollicina. “Evviva evviva. Dài, danza con me.” “Vai piano orchetto, piano ahi ahi. Lo so io cosa mi è costato trovare un luogo umido e caldo, ahi ahi. Cosa si deve fare per diventare ricche e famose ?!“ Fu così che Pollicina ritornò dalla madre e grazie al servizio reso all’orco, passò il resto della sua vita ricca e famosa. Mentre l’orco, ogni tanto faceva salire su esperte contadine per curare il pisello del giardino. Tutte lautamente ricompensate, nell’amministrazione dei suoi poderi immensi. E vissero tutti felici e contenti.
...fino a quando non arrivò Jack ed il suo fagiolo magico...
Fine
(parte prima)
Favole interpretative autentiche
Sotto l’alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei Ministri
Sette favole per sette giorni
secondo le nuove disposizioni del ministero della P.I. sul decreto interpretativo autentico
favola del martedì
...................POLLICINA E IL PISELLO MAGICO... parte seconda
Pollicina scavò una piccola buca vicino casa e ci seppellì il pisello bello panciuto. Quella notte dormì placidamente facendo sogni di gloria. Il mattino dopo fu svegliata dall’urlo della madre. “Oh cosa è quell’albero ? per poco non ci sradicava casa” “Ma è il pisello! Mamma, è diventato un fusto altissimo” “Arriva sino in cielo, buca le nubi. Forse è addirittura arrivato nel castello del Signore di tutte le Terre” “Davvero mamma? Il signore… forse si sta avverando il sogno, sarà lui il mio principe azzurro?” “Ma chè, quello è un orco gigante e cattivissimo, dicono che mangia anche i cristiani” “Ma è ricco?” “Sì, ricchissimo” “Allora, io non sono razzista. Questo è l’importante, non è bello chi è bello ma è bello chi tiene i soldi. Ora salgo lo conquisto e torno” “No, figliola, è pericoloso, ti mangia” ”Non temere, so come si fa? “Ah, lo sai?” “Cosa?” “Come non detto…” “Così Pollicina si inerpicò per l’altissimo albero.. alto… alto… alto. Giunta finalmente in cima, si trovò in un giardino stupendo, con fantastici giochi d'acqua e c’era anche un vulcano finto che fumava e tante statue di donne nude. Era tutto bellissimo, oltre al castello. Pollicina si fece coraggio e bussò. Toc toc, nessuno, allora entrò perché la porta era socchiusa, era gigantesca. Tutto dentro quel castello era gigantesco. Incominciò a temere che l’orco fosse veramente molto feroce. Quasi quasi pensò che era meglio andarsene… e girò i tacchi. Quando una voce la paralizzò. “Ucci ucci sento odore di gnoccuccia!” Si girò intorno, non vide nessuno, eppure la voce era vicinissima. “Ucci ucci sento odore di gnoccuccia” “Chi è?? Orco sei tu? fatti vedere!” “Sono qui, bella gnocca!” Pollicina abbassò la testa, un ometto bassetto stava giusto sotto le sue cosce, in piedi per giunta. Dallo spavento, gli diede un calcione che lo fece andare a sbattere contro il muro. “Cribbio! E che maniere!” “Maniere? Chi sei tu, brutto gnomo, che ti intrufoli sotto la mia gonna, come ti permetti?” “Io sono l’orcooo!” “Tu l’orco? ah ah ah… l’orco… Orco? Prrrrrrh ah ah ah” “Graur, io sono il Signore di tutte terre” “Ah, sei tu? beh, le cose cambiano …” “E che cavolo! Ma come hai fatto a salire sin qua su, io mi sono creato apposta questo luogo inaccessibile per non farmi vedere da nessuno. Se sapessero che sono una sola, che figura di meschino…” “Sono arrivata qui grazie al pisello magico” “Davvero? Tu ha fatto crescere un pisello magico?” “Certo, sono esperta ormai” “Che brava. Anch’io ho un pisello magico, ma non riesco a farlo lievitare di nulla” “Eh sono cavoli tuoi” “Senti bella fanciulla? Perché non provi a far crescere anche il mio pisellino? Se ci riuscirai io ti farò diventare l’amministratrice di tutti i campi di legumi” “Lamminestra che?” “No minestra… ministra l’amministra… “ “La ministra? Non so cosa sia, però suona bene” “Urca se suona, ti sto dando un’opportunità per poche” “Va bene, ci sto. Fammi vedere il pisello?” “Sigh, eccolo!” “Stai messo male, dammi la lente di ingrandimento!” Sob, puoi fare qualcosa?” “Non so, il mio che ho curato era certo piccolo ma non come questo. Qua ci vuole un miracolo” “Provaci su, ed io ti farò amministra… ministra”
Pollicina lavorò il pisello fino a tarda sera. Lo accarezzò, lo concimò, con del concime costoso che si era procurato lo gnomo orco. Niente, il pisello non voleva saperne di lievitare. “Non ce la faccio più, sono stremata” “’Ngueee ngueeé… neanche tu… ngueeé … ho un pisellino inutile… misero me. Che me ne faccio di tutte le mie ricchezze, se ho un pisellino così mal ridotto?” Pollicina fu mossa a compassione, più che altro le interessava il posto ambìto. “Su su non fare così. Ora mi rivolgo ad una mia amica espertissima. Si occupa solo di ortaggi, il nome è tutto un programma: Germìna. Come fa germinare lei…” “Sì, chiama la tua amica, se ci riuscirà prometto anche a lei un posto di amministra…” “Ce l’hai un cellulare?” “Ma sei scema? Siamo nel EMME EVO e per giunta BASSO, dove lo pigliò un cellulare? Usa la palla magica, sono un commerciante di palle magiche. In tutto il mio regno i sudditi vedono dentro le mie palle magiche, che io opportunamente trucco per farmi vedere grande grosso e bello” “Sei furbo tu, nanetto. Al mio paese si dice curto e male ‘ncavato” . “Tieni cara, questa sfera non è ancora sotto controllo, la puoi usare” “Germìna? Pronto, Germìna? Ciao Germìna, come va? ...bene grazie. Senti bella… ho un problema con un pisello. No un pisello, un pisello pisello… sì. Senti, tu che sei esperta… come posso fare per… sì… ah bene… capito… sì. Grazie Germìna, a buon rendere. Poi ti faccio sapere. Grazie.” Appena chiusa la chiamata, l’orchetto prese la palla di vetro e la scaraventò a terra fracassandola. “E perché?” “Perché non l’avevo taroccata. Dimmi dimmi che cosa ti ha detto la tua bella amica” “Bella?” “L’hai chiamata bella … “ “Che c’entra? Dicevo così, per convenevoli. E poi se vuoi saperlo… Germìna è un cesso, almeno rispetto a me, modestamente” “Che ti ha detto?” “Uhm, ha detto che lo devo mettere in un luogo umido e caldo” “Orsù, procedi pure… hai già in mente un posto?” “Mmhh… forse… sì un posto lo avrei, lascia far me…”
Pollicina procedette. Il mattino seguente, una bella pianta di pisello sorgeva rigogliosa nel giardino del castello. L’orchetto tutto contento si mise a salterellarle intorno abbracciando Pollicina. “Evviva evviva. Dài, danza con me.” “Vai piano orchetto, piano ahi ahi. Lo so io cosa mi è costato trovare un luogo umido e caldo, ahi ahi. Cosa si deve fare per diventare ricche e famose ?!“ Fu così che Pollicina ritornò dalla madre e grazie al servizio reso all’orco, passò il resto della sua vita ricca e famosa. Mentre l’orco, ogni tanto faceva salire su esperte contadine per curare il pisello del giardino. Tutte lautamente ricompensate, nell’amministrazione dei suoi poderi immensi. E vissero tutti felici e contenti.
...fino a quando non arrivò Jack ed il suo fagiolo magico...
Fine
(parte prima)
domenica, marzo 14
favole interpretative POLLICINA E IL PISELLO MAGICO
Nonnetto Silvio racconta
Favole interpretative autentiche
Sotto l’alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei Ministri
Sette favole per sette giorni
secondo le nuove disposizioni del ministero della P.I. sul decreto interpretativo autentico
favola del martedì
.....................POLLICINA E IL PISELLO MAGICO....parte prima
Pollicina e il pisello magico è il presequel di Jack e il fagiolo magico.
C’era una volta una bella fanciulla che viveva con la madre in un’umile dimora di contadini. Giunta in età da marito sentì la necessità di uscire fuori dalla miseria sognando di incontrare un principe azzurro. Un giorno passeggiando per i campi mangiando un grande e saporito filoncino con la solita porchetta, si imbatté in una vecchietta malferma indebolita dalla fame. “Bella fanciulla, mi dai un po’ del tuo panino?” Pollicina, senza neanche pensarci un attimo: “No!”, perché era stronza dentro. La vecchia infatti con una flebile voce commentò:” … che stronza…”. “Cosa hai detto vecchiaccia ?” “E che devo dire? Sto inguaiata di questa maniera” “Ah, mi pareva…” e fa per andarsene. Ma la vecchietta la richiama. “Aspetta, facciamo uno scambio. Se mi dai quel panino io ti do…”, si mette una mano nella tascona della veste unta, “ … questo!” Pollicina si avvicina per vedere meglio. “Questo? Ma è un piccolo pisello, piccolissimo pisello. Casso me ne faccio?” “Questo è un pisello magico” “Vecchiazza, se è un pisello magico perché non lo usi tu?” “… ggrrrrr…” (la vecchietta digrignò dalla rabbia perché aveva assodato che Pollicina era veramente una grande stronza (assodato e non lo ripeto più), ma cercò di trattenersi per non urtare la sua suscettibilità, in quanto aveva una fame da lupi. “… bella fanciulla, cara, cara… io sono troppo vecchia per svegliare le doti magiche di questo pisello” “E quali sarebbero queste doti?” “Se lo saprai curare come si deve, da piccolo che è questo pisellino lieviterà e leviterà al punto da diventare enorme e ti porterà verso la fortuna” “Come lo dovrei curare ‘sto coso?” “Grrrrr eh grr mpff eh eh che cara… come si cura un pisello? La mamma non ti ha detto niente?” “Cosa cazzo mi deve dire?” “Ecco appunto … cioè voglio dire, tua mamma sarà contadina, in questo paese di contadini, saprà come si coltivano i legumi e compagnia bella” “Sì, mah… boh!” “Senti cara fai come ti pare, l'importante che non lo maltratti” “Sì, va bene se lo accarezzo?” “Sì, va bene, basta che mi dai questo panino!” “Ok, dammi il pisello” “Il panino prima…” “No, prima il pisello…” “Grr, tieni… “
Per farla breve, Pollicina se ne torna trotterellando a casa con questo minuscolo pisello.
“Mamma, mamma guarda che mi ha dato una vecchietta, in cambio del panino!” “Cosa?” “Ecco!” “Cosa?” “Qui, nella mano!” “Cosa?” “Maaaa, che sei ciecata?! è qui.. cioè … azz si è fatto ancora più piccolo… sarebbe un pisello” “Figlia mia, sei veramente scema, hai dato la tua colazione in cambio di un niente” “Quella vecchia fetente… mi ha preso in giro, per non dire volgarità…” E detto questo strinse forte i pugni per la rabbia, con gran sorpresa, il pisellino lievitò. “Ooh, ma allora la vecchietta aveva ragione”
Per diversi giorni, Pollicina curò il pisello come un cucciolo. La madre la guardava e la compativa, fino a quando non si ruppe le scatole. “E basta mò, la vuoi piantare?” “Hai ragione, è giunto il momento di piantarlo” “Sì domani…” “No, faccio stasera…” “Buonanotteee!” “Vai già a letto?” “Uaaah fammene andare altrimenti la strozzo” “Mah?!”
fine prima parte
parte seconda
Favole interpretative autentiche
Sotto l’alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei Ministri
Sette favole per sette giorni
secondo le nuove disposizioni del ministero della P.I. sul decreto interpretativo autentico
favola del martedì
.....................POLLICINA E IL PISELLO MAGICO....parte prima
Pollicina e il pisello magico è il presequel di Jack e il fagiolo magico.
C’era una volta una bella fanciulla che viveva con la madre in un’umile dimora di contadini. Giunta in età da marito sentì la necessità di uscire fuori dalla miseria sognando di incontrare un principe azzurro. Un giorno passeggiando per i campi mangiando un grande e saporito filoncino con la solita porchetta, si imbatté in una vecchietta malferma indebolita dalla fame. “Bella fanciulla, mi dai un po’ del tuo panino?” Pollicina, senza neanche pensarci un attimo: “No!”, perché era stronza dentro. La vecchia infatti con una flebile voce commentò:” … che stronza…”. “Cosa hai detto vecchiaccia ?” “E che devo dire? Sto inguaiata di questa maniera” “Ah, mi pareva…” e fa per andarsene. Ma la vecchietta la richiama. “Aspetta, facciamo uno scambio. Se mi dai quel panino io ti do…”, si mette una mano nella tascona della veste unta, “ … questo!” Pollicina si avvicina per vedere meglio. “Questo? Ma è un piccolo pisello, piccolissimo pisello. Casso me ne faccio?” “Questo è un pisello magico” “Vecchiazza, se è un pisello magico perché non lo usi tu?” “… ggrrrrr…” (la vecchietta digrignò dalla rabbia perché aveva assodato che Pollicina era veramente una grande stronza (assodato e non lo ripeto più), ma cercò di trattenersi per non urtare la sua suscettibilità, in quanto aveva una fame da lupi. “… bella fanciulla, cara, cara… io sono troppo vecchia per svegliare le doti magiche di questo pisello” “E quali sarebbero queste doti?” “Se lo saprai curare come si deve, da piccolo che è questo pisellino lieviterà e leviterà al punto da diventare enorme e ti porterà verso la fortuna” “Come lo dovrei curare ‘sto coso?” “Grrrrr eh grr mpff eh eh che cara… come si cura un pisello? La mamma non ti ha detto niente?” “Cosa cazzo mi deve dire?” “Ecco appunto … cioè voglio dire, tua mamma sarà contadina, in questo paese di contadini, saprà come si coltivano i legumi e compagnia bella” “Sì, mah… boh!” “Senti cara fai come ti pare, l'importante che non lo maltratti” “Sì, va bene se lo accarezzo?” “Sì, va bene, basta che mi dai questo panino!” “Ok, dammi il pisello” “Il panino prima…” “No, prima il pisello…” “Grr, tieni… “
Per farla breve, Pollicina se ne torna trotterellando a casa con questo minuscolo pisello.
“Mamma, mamma guarda che mi ha dato una vecchietta, in cambio del panino!” “Cosa?” “Ecco!” “Cosa?” “Qui, nella mano!” “Cosa?” “Maaaa, che sei ciecata?! è qui.. cioè … azz si è fatto ancora più piccolo… sarebbe un pisello” “Figlia mia, sei veramente scema, hai dato la tua colazione in cambio di un niente” “Quella vecchia fetente… mi ha preso in giro, per non dire volgarità…” E detto questo strinse forte i pugni per la rabbia, con gran sorpresa, il pisellino lievitò. “Ooh, ma allora la vecchietta aveva ragione”
Per diversi giorni, Pollicina curò il pisello come un cucciolo. La madre la guardava e la compativa, fino a quando non si ruppe le scatole. “E basta mò, la vuoi piantare?” “Hai ragione, è giunto il momento di piantarlo” “Sì domani…” “No, faccio stasera…” “Buonanotteee!” “Vai già a letto?” “Uaaah fammene andare altrimenti la strozzo” “Mah?!”
fine prima parte
parte seconda
sabato, marzo 13
Intercettazione illegale sul volo del premier
È stata intercettata una telefonata a persone non indagate in cui si parlava di una bomba nell'aereo che avrebbe dovuto accogliere il nostro presidente del consiglio. Il premier ha gridato allo scandalo perché non si possono fare intercettazioni a privati cittadini senza una motivazione e diffondere accuse non comprovate dalla prova dei fatti, gettando fango sulla gente.
Alfano manderà, come ha fatto con Trani, degli ispettori ad indagare sulla validità di queste intercettazioni.
Si augura che al più presto la benedetta legge sulle intercettazioni possa essere esecutiva in tutti i suoi aspetti. Così un libero cittadino avrà tutto il diritto di pianificare per telefono un bell'attentato senza essere beccato casualmente, con intercettazioni illegali fatte da sporchi magistrati comunisti. Berlusconi quando ha ragione ha ragione. Lui ci tiene alla nostra libertà e riservatezza, anche a sacrificio della propria vita.
Intanto per precauzione ha cambiato subito l'aereo...
Alfano manderà, come ha fatto con Trani, degli ispettori ad indagare sulla validità di queste intercettazioni.
Si augura che al più presto la benedetta legge sulle intercettazioni possa essere esecutiva in tutti i suoi aspetti. Così un libero cittadino avrà tutto il diritto di pianificare per telefono un bell'attentato senza essere beccato casualmente, con intercettazioni illegali fatte da sporchi magistrati comunisti. Berlusconi quando ha ragione ha ragione. Lui ci tiene alla nostra libertà e riservatezza, anche a sacrificio della propria vita.
Intanto per precauzione ha cambiato subito l'aereo...
giovedì, marzo 11
Le favole interpretative BERTOLDO BERTOLDINO E CACASENTENZE
Nonnetto Silvio racconta
Favole interpretative autentiche
Sotto l’alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei Ministri
Sette favole per sette giorni
secondo le nuove disposizioni del ministero della P.I. sul decreto interpretativo autentico*.
Favola del lunedì
(Non è che adesso la sto a raccontare tutta, mi limito solo alla parte interessata alla modifica ministeriale, secondo le nuove normative pedagogiche).
Il re Alboino mette alla prova l’acume di Bertoldo facendo una scommessa con lui, piegherà il suo orgoglio facendolo inchinare al proprio cospetto senza usare la forza. Il giorno successivo lo fa chiamare; prima del suo arrivo, fa predisporre una sbarra orizzontale all’ingresso della sala del trono, ad un’altezza tale che Bertoldo sarà costretto a piegarsi per passare.
Il re lo attende assiso al trono, impaziente di vederlo sconfitto. Bertoldo giunge, guarda la sbarra e si ferma perplesso mentre il re lo invita a farsi avanti. Bertoldo medita qualche istante ed il re lo guarda incuriosito perché sa che il contadino è furbo come una volpa. Dunque Bertoldo con la mano gli fa cenno di attendere. Si abbassa i pantaloni, il re e la corte lo osservano sorpresi. Si gira di spalle e si piega, passa sotto l'asta a marcia indietro e si presenta di terga davanti al trono. Il re sta quasi per scoppiare a ridere, ma sentendosi controllato dai consiglieri e dalla regina, per non mostrarsi debole dinanzi a loro, si fa serio e grida all’affronto. “Per questa grave offesa ci vuole una punizione esemplare. Noi ti condanniamo all’impiccagione!”. “E la miseria… “, esclama Bertoldo, “…per così poco?” “Come così poco? È lesa maestà, lo sai che un sovrano non si deve offendere neanche per scherzo?!” “E se scorreggiavo cosa mi faceva?” “AAh, se scorreggiavi prima ti facevo squartare e poi ti impiccavo, cioè prima ti impiccavo e poi ti… insomma… guardie, portatelo all’albero dell’impiccagione”.
Giunti al luogo, con tutta la corte presente, si procede. Al momento di essere messo al cappio, Bertoldo chiede che gli sia concesso un ultimo desiderio. La regina guarda il re e gli dice a bassa voce: “Non cedere, impiccalo subito”. Ma il re, che è un uomo curioso si rivolge a Bertoldo: “Avanti, che desiderio vuoi? Non ti mettere idee in testa perché tanto comunque muori impiccato.” “Ecco, maestà, sono consapevole di dover essere impiccato, e per ciò mi sia concesso almeno di scegliermi l’albero dove mi si deve tirare le cuoia”. “Uhm uhm…”, il re guarda la regina che gli risponde no scuotendo la testa. “Perché? Un albero o un altro che differenza fa?” - “Maestà, a me quest’albero non piace, è triste, è brutto; voglio un albero che almeno mentre dondolo appeso la gente passa e dice che ‘bello albero !’”. il re guarda di nuovo la regina che gli bisbiglia : “No! Questo è un satanasso, ne sa una più del diavolo, vedrai che ti buggera ancora” “Noo! Voglio proprio vedere…”, e a voce stentorea: “ E sia! Scegliti l’albero che vuoi, ti concedo due giorni per trovarlo. Ma bada, non fuggire, voglio fidarmi di te perché so che sei leale, anche se a modo tuo. Tanto dove scappi? Ti troverei comunque, tutte le terre sono mie, tutto è mio. Ho occhi dappertutto. Vai e trova il tuo albero. Ci vediamo tra due giorni”. E così Bertoldo si incammina.
Al secondo giorno, Bertoldo si presenta a corte, come stabilito. Il re appena lo vede, fa zittire tutti. “Ah, eccoti”, visibilmente soddisfatto scambia un’occhiata con la regina, la quale sbuffa con sufficienza. “Ordunque, villano. Hai trovato l’albero che ti aggrada ove essere impiccato?”
“Sì, maestà- L’ho trovato, e mi piace tantissimo.”
“Bene bene, ed allora andiamo pure al loco dov’è codesto albero. Anche se è un giorno di cammino, ne varrà la pena!”
“Ma non c’è bisogno di un giorno di cammino…”
“AH, sta qui vicino? Meglio, facciamo prima!”
“Eh maestà, prima non so. Bisogna aspettare un pochettino”.
“Come sarebbe a dire?” La regina sorride sornione come per dire: “Ora vedi un po’”
“Ecco, maestà. L’ho portato con me” Ed esce da una sacca un vasetto con una pianticella .
“E questo cosa sarebbe?”
“Come cosa sarebbe? È l’albero dove voglio essere impiccato. Mica abbiamo stabilito l’età della pianta. Questo è piccola ma è un albero a tutti gli effetti e nessuno lo può negare. Quando sarà cresciuto al punto giusto, mi ci potrà impiccare”.
(d.l. interpretativo autentico n°(…)del (… … … …) variazione sul testo… (testo precedente all’entratata in vigore del decreto: il re scoppia in una risata fragorosa. Invece di punirlo, premia l’arguzia di Bertoldo e gli concede di vivere a corte lui e la sua famiglia per tutto il resto della vita).
Il re si fa viola in viso. “Villano, vuoi prenderti gioco di me? Io ti faccio impiccare lo stesso e ti brucio e ti scuoio e ti scapitozzolo “ “Maestà. Ha dato la sua parola. La parola di un re è sacra. Ne è testimone il popolo” Il re si consulta con i consiglieri i quali gli fanno capire che non può perdere la faccia e la credibilità dinanzi al popolo. Allora il re prende una decisione: “Ho capito. Qui ci vuole Cacasentenza. Chiamatemelo!” Bertoldo, allunga l’orecchio per cercare di carpire cosa confabulano. Il re, “Mò ti faccio vedere io, mò.. Ride bene chi ride ultimo”. Arriva Cacasentenza, un tipo smagrito, pallido come la morte, con gli occhialini che celano occhi di ghiaccio con le palpebre semiabbassate, in una sonnolenza perenne. le labbra sottili incollate tra loro da una bavetta biancastra e vischiosa. “Allora, Cacasentenza, come risolviamo questo pasticcio? A mio favore…”. “Sì, maestà, ho studiato il caso, in breve, lo risolviamo con un Decreto interpretativo autentico”. “Ah, bene, bene… e che sarebbe…?” “ È una specie di legge post datata, una presa per i fondelli, ma noi la facciamo passare come una spiegazione da ficcare nelle pieghe della legge preesistente.” “E quanto tempo ti occorre per farla?” “Nulla, subito, la enuncio a braccio. Questi decreti così si redigono, trattasi di Decretum estemporaneum” “Ottimo! Enuncia pure” . Cacasentenza si raschia la gola e incomincia: “Io, Cacasentenza, in virtù dei poteri che mi sono concessi, dalla eccellentissima, solarissima, luminosissima maestà. Predispongo Decreto interpretativo autentico su la norma: “Desiderio da concedere al condannato a morte per impiccagione” , alla voce aggiunta: ‘Se il condannato desidera scegliersi un albero…’, è da intendersi albero già maturo, con corteccia dura, alto almeno 20 braccia, con rami poderosi, sufficienti a reggere il peso di corpo umano adulto di media grandezza. Qualsiasi altra interpretazione è fuori norma. Così è disposto”. Bertoldo ascolta a bocca aperta, non riesce a credere quanto si dice. Protesta: “Maestà, è un’ingiustizia. Non esisteva questa norma prima della mia scelta dell’albero. Questo non è un decreto, è una sentenza! Non è regolare, non è giusto, è barare a conti fatti. Maesta… “ “Silenzio! La legge non si discute. La Legge è legge, è sacra, è sacra… e ora.. ora? “, il re si rivolge a Cacasentenza” “Sì, ora… ora… ah, ora ehm ehm, dunque sì, continua, in effetti continua. (si raschia di nuovo la gola e in tono solenne) Se il condannato non riesce a trovare l’albero entro i giorni stabiliti, si procede all’impiccagione come precedentemente deciso, all’albero ufficiale dell’impiccagione. Così è per legge decreto interpretativo autentico" “ Finito?” “Finito maestà” “ E che si proceda, come stabilito per legge. Così sia. Bertoldo, io ti condanno all’impiccagione, seduta stante, senza altro dire. È la Legge che lo impone” E fu così che il povero Bertoldo, uomo di tanto ingegno, fu quel giorno stesso impiccato all’ albero della piazza, e lì rimasto il suo corpo a penzolare, come monito per il popolo, perché si vedesse cosa meritavano coloro che non rispettavano la Legge.
*Il DL interpretativo autentico ovvero il DLIA, viene applicato alle favole per insegnare già ai bambini quanto la realtà della vita sia ben diversa dalle favolette. In modo da dare un'interpretazione autentica alla lettura e prepararli al futuro, dove la morale e la giustizia sono un optional.
La prossima pubblicazione, la favola del martedì: Pollicina ed il pisello magico.
Favole interpretative autentiche
Sotto l’alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei Ministri
Sette favole per sette giorni
secondo le nuove disposizioni del ministero della P.I. sul decreto interpretativo autentico*.
Favola del lunedì
...........BERTOLDO BERTOLDINO E CACASENTENZA..........
(Non è che adesso la sto a raccontare tutta, mi limito solo alla parte interessata alla modifica ministeriale, secondo le nuove normative pedagogiche).
Il re Alboino mette alla prova l’acume di Bertoldo facendo una scommessa con lui, piegherà il suo orgoglio facendolo inchinare al proprio cospetto senza usare la forza. Il giorno successivo lo fa chiamare; prima del suo arrivo, fa predisporre una sbarra orizzontale all’ingresso della sala del trono, ad un’altezza tale che Bertoldo sarà costretto a piegarsi per passare.
Il re lo attende assiso al trono, impaziente di vederlo sconfitto. Bertoldo giunge, guarda la sbarra e si ferma perplesso mentre il re lo invita a farsi avanti. Bertoldo medita qualche istante ed il re lo guarda incuriosito perché sa che il contadino è furbo come una volpa. Dunque Bertoldo con la mano gli fa cenno di attendere. Si abbassa i pantaloni, il re e la corte lo osservano sorpresi. Si gira di spalle e si piega, passa sotto l'asta a marcia indietro e si presenta di terga davanti al trono. Il re sta quasi per scoppiare a ridere, ma sentendosi controllato dai consiglieri e dalla regina, per non mostrarsi debole dinanzi a loro, si fa serio e grida all’affronto. “Per questa grave offesa ci vuole una punizione esemplare. Noi ti condanniamo all’impiccagione!”. “E la miseria… “, esclama Bertoldo, “…per così poco?” “Come così poco? È lesa maestà, lo sai che un sovrano non si deve offendere neanche per scherzo?!” “E se scorreggiavo cosa mi faceva?” “AAh, se scorreggiavi prima ti facevo squartare e poi ti impiccavo, cioè prima ti impiccavo e poi ti… insomma… guardie, portatelo all’albero dell’impiccagione”.
Giunti al luogo, con tutta la corte presente, si procede. Al momento di essere messo al cappio, Bertoldo chiede che gli sia concesso un ultimo desiderio. La regina guarda il re e gli dice a bassa voce: “Non cedere, impiccalo subito”. Ma il re, che è un uomo curioso si rivolge a Bertoldo: “Avanti, che desiderio vuoi? Non ti mettere idee in testa perché tanto comunque muori impiccato.” “Ecco, maestà, sono consapevole di dover essere impiccato, e per ciò mi sia concesso almeno di scegliermi l’albero dove mi si deve tirare le cuoia”. “Uhm uhm…”, il re guarda la regina che gli risponde no scuotendo la testa. “Perché? Un albero o un altro che differenza fa?” - “Maestà, a me quest’albero non piace, è triste, è brutto; voglio un albero che almeno mentre dondolo appeso la gente passa e dice che ‘bello albero !’”. il re guarda di nuovo la regina che gli bisbiglia : “No! Questo è un satanasso, ne sa una più del diavolo, vedrai che ti buggera ancora” “Noo! Voglio proprio vedere…”, e a voce stentorea: “ E sia! Scegliti l’albero che vuoi, ti concedo due giorni per trovarlo. Ma bada, non fuggire, voglio fidarmi di te perché so che sei leale, anche se a modo tuo. Tanto dove scappi? Ti troverei comunque, tutte le terre sono mie, tutto è mio. Ho occhi dappertutto. Vai e trova il tuo albero. Ci vediamo tra due giorni”. E così Bertoldo si incammina.
Al secondo giorno, Bertoldo si presenta a corte, come stabilito. Il re appena lo vede, fa zittire tutti. “Ah, eccoti”, visibilmente soddisfatto scambia un’occhiata con la regina, la quale sbuffa con sufficienza. “Ordunque, villano. Hai trovato l’albero che ti aggrada ove essere impiccato?”
“Sì, maestà- L’ho trovato, e mi piace tantissimo.”
“Bene bene, ed allora andiamo pure al loco dov’è codesto albero. Anche se è un giorno di cammino, ne varrà la pena!”
“Ma non c’è bisogno di un giorno di cammino…”
“AH, sta qui vicino? Meglio, facciamo prima!”
“Eh maestà, prima non so. Bisogna aspettare un pochettino”.
“Come sarebbe a dire?” La regina sorride sornione come per dire: “Ora vedi un po’”
“Ecco, maestà. L’ho portato con me” Ed esce da una sacca un vasetto con una pianticella .
“E questo cosa sarebbe?”
“Come cosa sarebbe? È l’albero dove voglio essere impiccato. Mica abbiamo stabilito l’età della pianta. Questo è piccola ma è un albero a tutti gli effetti e nessuno lo può negare. Quando sarà cresciuto al punto giusto, mi ci potrà impiccare”.
(d.l. interpretativo autentico n°(…)del (… … … …) variazione sul testo… (testo precedente all’entratata in vigore del decreto: il re scoppia in una risata fragorosa. Invece di punirlo, premia l’arguzia di Bertoldo e gli concede di vivere a corte lui e la sua famiglia per tutto il resto della vita).
Il re si fa viola in viso. “Villano, vuoi prenderti gioco di me? Io ti faccio impiccare lo stesso e ti brucio e ti scuoio e ti scapitozzolo “ “Maestà. Ha dato la sua parola. La parola di un re è sacra. Ne è testimone il popolo” Il re si consulta con i consiglieri i quali gli fanno capire che non può perdere la faccia e la credibilità dinanzi al popolo. Allora il re prende una decisione: “Ho capito. Qui ci vuole Cacasentenza. Chiamatemelo!” Bertoldo, allunga l’orecchio per cercare di carpire cosa confabulano. Il re, “Mò ti faccio vedere io, mò.. Ride bene chi ride ultimo”. Arriva Cacasentenza, un tipo smagrito, pallido come la morte, con gli occhialini che celano occhi di ghiaccio con le palpebre semiabbassate, in una sonnolenza perenne. le labbra sottili incollate tra loro da una bavetta biancastra e vischiosa. “Allora, Cacasentenza, come risolviamo questo pasticcio? A mio favore…”. “Sì, maestà, ho studiato il caso, in breve, lo risolviamo con un Decreto interpretativo autentico”. “Ah, bene, bene… e che sarebbe…?” “ È una specie di legge post datata, una presa per i fondelli, ma noi la facciamo passare come una spiegazione da ficcare nelle pieghe della legge preesistente.” “E quanto tempo ti occorre per farla?” “Nulla, subito, la enuncio a braccio. Questi decreti così si redigono, trattasi di Decretum estemporaneum” “Ottimo! Enuncia pure” . Cacasentenza si raschia la gola e incomincia: “Io, Cacasentenza, in virtù dei poteri che mi sono concessi, dalla eccellentissima, solarissima, luminosissima maestà. Predispongo Decreto interpretativo autentico su la norma: “Desiderio da concedere al condannato a morte per impiccagione” , alla voce aggiunta: ‘Se il condannato desidera scegliersi un albero…’, è da intendersi albero già maturo, con corteccia dura, alto almeno 20 braccia, con rami poderosi, sufficienti a reggere il peso di corpo umano adulto di media grandezza. Qualsiasi altra interpretazione è fuori norma. Così è disposto”. Bertoldo ascolta a bocca aperta, non riesce a credere quanto si dice. Protesta: “Maestà, è un’ingiustizia. Non esisteva questa norma prima della mia scelta dell’albero. Questo non è un decreto, è una sentenza! Non è regolare, non è giusto, è barare a conti fatti. Maesta… “ “Silenzio! La legge non si discute. La Legge è legge, è sacra, è sacra… e ora.. ora? “, il re si rivolge a Cacasentenza” “Sì, ora… ora… ah, ora ehm ehm, dunque sì, continua, in effetti continua. (si raschia di nuovo la gola e in tono solenne) Se il condannato non riesce a trovare l’albero entro i giorni stabiliti, si procede all’impiccagione come precedentemente deciso, all’albero ufficiale dell’impiccagione. Così è per legge decreto interpretativo autentico" “ Finito?” “Finito maestà” “ E che si proceda, come stabilito per legge. Così sia. Bertoldo, io ti condanno all’impiccagione, seduta stante, senza altro dire. È la Legge che lo impone” E fu così che il povero Bertoldo, uomo di tanto ingegno, fu quel giorno stesso impiccato all’ albero della piazza, e lì rimasto il suo corpo a penzolare, come monito per il popolo, perché si vedesse cosa meritavano coloro che non rispettavano la Legge.
*Il DL interpretativo autentico ovvero il DLIA, viene applicato alle favole per insegnare già ai bambini quanto la realtà della vita sia ben diversa dalle favolette. In modo da dare un'interpretazione autentica alla lettura e prepararli al futuro, dove la morale e la giustizia sono un optional.
La prossima pubblicazione, la favola del martedì: Pollicina ed il pisello magico.
Il decreto interpretativo autentico, nella storia. La casa di Fiammetta.
la casa di Fiammetta
Uno dei primi interventi di "decreto interpretativo autentico" che si ricordi a Roma risale al 1479.
Fiammetta Michaelis giunse in città all’età di 13 anni, insieme alla madre. Da lei ereditò la professione di meretrice.
Divenne, giovanissima, amante del cardinale umanista Iacopo Ammannati. Dopo un anno e mezzo di focosi incontri, nel 1479, il cardinale passò a 'miglior vita' (secondo i punti di vista).
Egli volle esserle riconoscente e nelle disposizioni testamentarie le lasciò tutti i suoi averi.
Ma… ma… la corte pontificia non poteva permettere che una simile fortuna andasse perduta né che un porporato, con tale lascito, facesse ben intendere quale fosse il reale legame con la fanciulla. Sicché il papa Sisto IV bloccò il testamento e nominò una commissione apposita che studiasse il modo migliore per uscire fuori dall’impiccio della LEX. Fu così emanato un DECRETO INTERPRETATIVO, su misura, una leggina che definisse in modo AUTENTICO, le reali disposizioni testamentarie del defunto.
Fu interpretato che il lascito non era una eredità vera e propria per i servigi resi al cardinale ma una pia donazione "per amore di Dio e per provvederla di una dote", insomma un’opera di carità ad una disgraziata. I beni, per tal motivo considerati eccessivi, vennero ridotti notevolmente. Ciò nonostante Fiammetta divenne proprietaria di almeno quattro immobili:
una vigna con casino presso la Porta Viridaria del Vaticano;
una casa con torre nel vicolo della Palma (scomparso), presso la
chiesa dei Santi Simone e Giuda, oggi sul vicolo di San Simone;
una casa, in via dei Coronari 157, oggi rimaneggiata , in foto;
una casa in via Acquasparta 16, sulla piazza che prende il nome della cortigiana e che viene ricordata come Casa di Fiammetta, ma dove probabilmente non andò mai ad abitare.
ps
Negli anni Trenta, la casa in via dei Coronari si presentava restaurata riproponendo la originaria facciata. In particolare era presente un caratteristico portico a due fornici con colonna centrale. Ma come si può notare i fornici, negli anni a seguire sono stati trasformati in due anonimi e diseguali vani rettangolar funzionali a due portoni, la colonna centrale è sparita, con la speranza che sia almeno inglobata nel muro. La ricerca della rendita supera il rispetto della memoria e dei beni artitici e monumentali. (Poi posto il disegno originale)
Uno dei primi interventi di "decreto interpretativo autentico" che si ricordi a Roma risale al 1479.
Fiammetta Michaelis giunse in città all’età di 13 anni, insieme alla madre. Da lei ereditò la professione di meretrice.
Divenne, giovanissima, amante del cardinale umanista Iacopo Ammannati. Dopo un anno e mezzo di focosi incontri, nel 1479, il cardinale passò a 'miglior vita' (secondo i punti di vista).
Egli volle esserle riconoscente e nelle disposizioni testamentarie le lasciò tutti i suoi averi.
Ma… ma… la corte pontificia non poteva permettere che una simile fortuna andasse perduta né che un porporato, con tale lascito, facesse ben intendere quale fosse il reale legame con la fanciulla. Sicché il papa Sisto IV bloccò il testamento e nominò una commissione apposita che studiasse il modo migliore per uscire fuori dall’impiccio della LEX. Fu così emanato un DECRETO INTERPRETATIVO, su misura, una leggina che definisse in modo AUTENTICO, le reali disposizioni testamentarie del defunto.
Fu interpretato che il lascito non era una eredità vera e propria per i servigi resi al cardinale ma una pia donazione "per amore di Dio e per provvederla di una dote", insomma un’opera di carità ad una disgraziata. I beni, per tal motivo considerati eccessivi, vennero ridotti notevolmente. Ciò nonostante Fiammetta divenne proprietaria di almeno quattro immobili:
una vigna con casino presso la Porta Viridaria del Vaticano;
una casa con torre nel vicolo della Palma (scomparso), presso la
chiesa dei Santi Simone e Giuda, oggi sul vicolo di San Simone;
una casa, in via dei Coronari 157, oggi rimaneggiata , in foto;
una casa in via Acquasparta 16, sulla piazza che prende il nome della cortigiana e che viene ricordata come Casa di Fiammetta, ma dove probabilmente non andò mai ad abitare.
ps
Negli anni Trenta, la casa in via dei Coronari si presentava restaurata riproponendo la originaria facciata. In particolare era presente un caratteristico portico a due fornici con colonna centrale. Ma come si può notare i fornici, negli anni a seguire sono stati trasformati in due anonimi e diseguali vani rettangolar funzionali a due portoni, la colonna centrale è sparita, con la speranza che sia almeno inglobata nel muro. La ricerca della rendita supera il rispetto della memoria e dei beni artitici e monumentali. (Poi posto il disegno originale)
mercoledì, marzo 10
Il palazzo dei misteri
Questa ponderosa guida dei rioni e quartieri di Roma in otto volumi, fu edita dal 1989 al 1991, e sottolineo fu nel 1991 conclusa. Quindi iniziò prima del fatto ed in corso d'opera venne aggiornata. Se ci sia una sorta di cinismo non è il caso chiederselo ora. Perché è cronaca che ancora scotta, miete le sue vittime e la fine è lungi da venire. La storia della città è piena di cronache di sangue che si imprimono nelle menti per il riconoscimento dei palazzi, delle vie, delle piazze e si vanno ad integrare nelle guide di Roma, questo è il palazzo di... questa è la casa dove... Dai fatti più importanti, come il luogo dove Cesare venne pugnalato, alle storie più umili di coltelli e veleni del popolo basso. Così, magari tra 30 anni sembrerà normale leggere questa documentazione di cronaca, con la mente distaccata. Spero solo che non venga ricordato ancora come "Palazzo dei misteri".
Off topic
La banda degli onesti:
personaggi: Bonocore, portiere di un condominio borghese romano,
ragioniere Casoria amministratore del palazzo.
Il portiere Bonocore: s’accomodi.
Il ragioniere Casoria: grazie. Ah, sei tu che alimenti la caldaia?
Il portiere Bonocore: signor sì, ho anche la mansione da fuochista.
Il ragioniere Casoria: eh, ma fa caldo, troppo caldo.
Il portiere Bonocore: sfido io, siamo vicino alla stufa.
Il ragioniere Casoria: no no no, fa caldo in generale, anche il palazzo deve essere surriscaldato.
Il portiere Bonocore: sì? Però c’è chi non condivide la sua idea, ma lei dice che è surriscaldato, pazienza sarà surriscaldato.
Il ragioniere Casoria: be’, per questo il prossimo rifornimento di carbone di fine mese mi sembra un tantinello esagerato, no?
Il portiere Bonocore: ma guardi signor ragioniere, che la caldaia divora, 120 quintale sono appena sufficienti, e poi il preventivo l’ha fatto l’amministrazione.
Il ragioniere Casoria: e appunto si chiamano preventivi, perché vengono fatti preventivamente, eh, ma poi all’atto pratico la cosa cambia, eh.
Il portiere Bonocore: e in che modo?
Il ragioniere Casoria: eh eh, si dice 120 quintali, eh eh eh, ma poi invece si fa con, uh uh, con 40, eh eh eh. Questo lo sappiamo noi soli, eh eh eh.
Il portiere Bonocore: ah ah ah ah ah, signor ragioniere Casoria, ah ah, al mio paese questo, ah ah ah, si chiama peculato.
Il ragioniere Casoria: cosa?
Il portiere Bonocore: sì, peculato.
Il ragioniere Casoria: mpf, io questo non l’ho detto, ehm.
Il portiere Bonocore: non l’ha detto?
Il ragioniere Casoria: no no no no.
Il portiere Bonocore: mi era parso.
Il ragioniere Casoria: no, io ho detto soltanto che stavo dalla sua parte.
Il portiere Bonocore: io la ringrazio moltissimo, ma dalla mia parte fa molto freddo e 120 quintali sono appena sufficienti.
Il ragioniere Casoria: e va bene, va bene, io volevo soltanto diminuire le spese condominiali. Vuol dire che ci ricorderemo anche di questo, Antonio Bonocore. Arrivederci.
(e se il portiere Bonocore avesse accettato l'offerta del ragioniere Casoria? lo avrebbero saputo solo loro due)
Off topic
La banda degli onesti:
personaggi: Bonocore, portiere di un condominio borghese romano,
ragioniere Casoria amministratore del palazzo.
Il portiere Bonocore: s’accomodi.
Il ragioniere Casoria: grazie. Ah, sei tu che alimenti la caldaia?
Il portiere Bonocore: signor sì, ho anche la mansione da fuochista.
Il ragioniere Casoria: eh, ma fa caldo, troppo caldo.
Il portiere Bonocore: sfido io, siamo vicino alla stufa.
Il ragioniere Casoria: no no no, fa caldo in generale, anche il palazzo deve essere surriscaldato.
Il portiere Bonocore: sì? Però c’è chi non condivide la sua idea, ma lei dice che è surriscaldato, pazienza sarà surriscaldato.
Il ragioniere Casoria: be’, per questo il prossimo rifornimento di carbone di fine mese mi sembra un tantinello esagerato, no?
Il portiere Bonocore: ma guardi signor ragioniere, che la caldaia divora, 120 quintale sono appena sufficienti, e poi il preventivo l’ha fatto l’amministrazione.
Il ragioniere Casoria: e appunto si chiamano preventivi, perché vengono fatti preventivamente, eh, ma poi all’atto pratico la cosa cambia, eh.
Il portiere Bonocore: e in che modo?
Il ragioniere Casoria: eh eh, si dice 120 quintali, eh eh eh, ma poi invece si fa con, uh uh, con 40, eh eh eh. Questo lo sappiamo noi soli, eh eh eh.
Il portiere Bonocore: ah ah ah ah ah, signor ragioniere Casoria, ah ah, al mio paese questo, ah ah ah, si chiama peculato.
Il ragioniere Casoria: cosa?
Il portiere Bonocore: sì, peculato.
Il ragioniere Casoria: mpf, io questo non l’ho detto, ehm.
Il portiere Bonocore: non l’ha detto?
Il ragioniere Casoria: no no no no.
Il portiere Bonocore: mi era parso.
Il ragioniere Casoria: no, io ho detto soltanto che stavo dalla sua parte.
Il portiere Bonocore: io la ringrazio moltissimo, ma dalla mia parte fa molto freddo e 120 quintali sono appena sufficienti.
Il ragioniere Casoria: e va bene, va bene, io volevo soltanto diminuire le spese condominiali. Vuol dire che ci ricorderemo anche di questo, Antonio Bonocore. Arrivederci.
(e se il portiere Bonocore avesse accettato l'offerta del ragioniere Casoria? lo avrebbero saputo solo loro due)
martedì, marzo 9
Decreto interpretativo
La colpa non era di Milioni, come ha ben chiarito il premier;
la colpa è di chi non lo voleva far rientrare. Milioni ha fatto
il suo dovere. Del resto il decreto parla chiaro, il nuovo, quello
interpretativo. Dice che se uno del pdl
(solo per questo partito) si allontana con la scusa di un panino, ha
il diritto di presentare le liste anche in ritardo,
previa presentazione dello scontrino del bar o del'esercizio dove si è fornito del companatico.
Napolitano, per non far vedere che cedeva su tutto, ha aggiunto
che il panino deve essere senza conservanti o prodotti edulcorati e di produzione italiana,
altrimenti non vale. Berlusconi prima di farlo firmare lo ha stoppato,
ha guardato Milioni in faccia, il quale era presente in quanto anch'egli
partecipava alla stesura del decreto come osservatore esterno "garante". Gli ha chiesto se nel panino ci fossero prodotti edulcorati ecc. Milioni ci ha pensato un po' è ha detto che forse
c'era un colorante rosso del ketchup, ma naturale. Sul Made in Italy, non ricordava bene.
Forse la porchetta era svizzera... Allora Berlusconi ha riguardato Napolitano come per dirgli: E mò?"
Napolitano ha scosso il capo contrariato. Berlusconi vedendolo indeciso ha aggiunto:
"Facciamo Cantone Italiano incluso?" "Va bene, vada per il Cantone Italiano", subito Napolitano con un sospiro di sollievo liberatorio.
ps
Dal video diramato dal canale di Repubblica, si nota Milioni che cerca freneticamente lo scontrino fiscale tra le carte, per qualsiasi evenienza. Ed è la dimostrazione che il nostro premier come al solito ha detto la verità in seduta stampa.
ps2
c'era anche Letta, in qualità di gentiluomo ecc ecc, si è premurato di aggiungere come massima di presentazione del testo: "Non fare a te stesso quello che vuoi fare ad altri".
"Negare sempre, negare sempre, anche l'evidenza, sempre".
lunedì, marzo 8
Il Giubileo in mano ai Galantuomini
È confortante ricordare che i lavori (ed i finanziamenti statali) del Giubileo erano in mano a Galantuomini e Vicegalantuomini di sua Santità. Ed è anche bello che la sua Santità sia riconoscente a Bertolaso, ringraziandolo pubblicamente per tutto il bene che ha fatto, almeno ne capiamo i motivi, noi e gli amici suoi. Piace ricordarli quando erano lì, tutti appassionatamente, baciati dalla grazia di Dio. Prima che le forze sataniche con il malefico strumento dell'intercettazione instillassero il dubbio del peccato a quei santi uomini, (ma l'Arcangelo Gianni, il principe di tutti i Gentiluomini e la sua creatura, il semidio Silvio, stanno schiacciando il Demone Interceptor perché mai più la pace dei gentiluomini in Terra possa essere intaccata, e che facciano ciò per il quale sono stati creati senza essere disturbati).
Ci voleva un Commissario straordinario per il Giubileo... e se saltasse anche questo tappo? Potremmo scoprire un rutilante mondo, come tirando la veste dei papi da atei si possa acquisire miracolosamente il dono della fede. Mentre ai miseri mortali, non resta che campare di speranza e carità. Vana speranza, sul Soglio tutto si ferma.
Ci voleva un Commissario straordinario per il Giubileo... e se saltasse anche questo tappo? Potremmo scoprire un rutilante mondo, come tirando la veste dei papi da atei si possa acquisire miracolosamente il dono della fede. Mentre ai miseri mortali, non resta che campare di speranza e carità. Vana speranza, sul Soglio tutto si ferma.
sabato, marzo 6
Misteriosi simboli
Oscure presenze si nascondono sul Colle
Oppure la versione senza occhiali, dato che quelli del pdl, modello FI, devono essere tutti come il Nostro amato premier, cioé belli e giovani:
Dal manuale del perfetto candidato di FI (poi adottato dal pdl).
Un perfetto candidato di FI non ha una che dicasi una opinione personale che non sia in linea
con le decisioni univoche del Nostro presidente.
Ancor più importante del pensare è l'immagine, in sintonia
alla divisa di ordinanza del Nostro.
Per gli uomini non è necessaria la bella presenza, basta e avanza la
bellezza sfolgorante del Nostro Presidente.
Per le donne è obbligatoria, anzi è indispensabile, come altrettanto è indispensabile
che la donna candidata non abbia alcuna velleità di gestire e comandare e prendere iniziative.
Il suo ruolo principale è quello di fare la "figa" curando moltissimo l'abbigliamento,
esclusivamente di capi firmati, ammesse in aula solo con tacco 12 , la scollatura generosa è consigliata; essere sempre disponibile ad accompagnare il Nostro presidente all'estero, o ovunque sia richiesta,
nonché affiancarlo nelle sedute di Parlamento. Tutto il resto delle loro attività viene deciso
dai consulenti nel ruolo ombra che loro compete;
(poi qui c'è un rimando ad un libretto manuale riservato solo alle donne candidate, mai letto da uomini, dal misterioso titolo: servizi accessori al Presidente, redatto in collaborazione con Carfagna e postille aggiunte di Brambilla).
L'eletto di FI per qualsiasi incarico svolga in seno al principale organo del partito di FI ovvero il Governo, segretario, ministro, presidente della repubblica, (questo era riservato a Letta, ma in corso di Governo si è generalizzato al presente) ha il dovere categorico di firmare qualsiasi documento che il Nostro gli presenta, anche contro i princìpi nazionali e la morale comune.
Oppure la versione senza occhiali, dato che quelli del pdl, modello FI, devono essere tutti come il Nostro amato premier, cioé belli e giovani:
Dal manuale del perfetto candidato di FI (poi adottato dal pdl).
Un perfetto candidato di FI non ha una che dicasi una opinione personale che non sia in linea
con le decisioni univoche del Nostro presidente.
Ancor più importante del pensare è l'immagine, in sintonia
alla divisa di ordinanza del Nostro.
Per gli uomini non è necessaria la bella presenza, basta e avanza la
bellezza sfolgorante del Nostro Presidente.
Per le donne è obbligatoria, anzi è indispensabile, come altrettanto è indispensabile
che la donna candidata non abbia alcuna velleità di gestire e comandare e prendere iniziative.
Il suo ruolo principale è quello di fare la "figa" curando moltissimo l'abbigliamento,
esclusivamente di capi firmati, ammesse in aula solo con tacco 12 , la scollatura generosa è consigliata; essere sempre disponibile ad accompagnare il Nostro presidente all'estero, o ovunque sia richiesta,
nonché affiancarlo nelle sedute di Parlamento. Tutto il resto delle loro attività viene deciso
dai consulenti nel ruolo ombra che loro compete;
(poi qui c'è un rimando ad un libretto manuale riservato solo alle donne candidate, mai letto da uomini, dal misterioso titolo: servizi accessori al Presidente, redatto in collaborazione con Carfagna e postille aggiunte di Brambilla).
L'eletto di FI per qualsiasi incarico svolga in seno al principale organo del partito di FI ovvero il Governo, segretario, ministro, presidente della repubblica, (questo era riservato a Letta, ma in corso di Governo si è generalizzato al presente) ha il dovere categorico di firmare qualsiasi documento che il Nostro gli presenta, anche contro i princìpi nazionali e la morale comune.
giovedì, marzo 4
Il lato ridicolo del potere
È stato piuttosto imbarazzante vedere la Polverini, in piazza Farnese, gridare per un quarto d'ora, in auto-ipnosi, la parola "democrazia" e poi attaccare a cappella "come può uno scoglio...", invitando together a seguirla, saltando sul palco e sollevando le braccia per dare il tempo, come una Madonna de noantri... Porca miseria, ho pensato, il potere dà alla testa.
Sì, perché quello che prima non facevi per sobrietà e serietà, dopo ti accorgi che te lo lasciano fare e anzi, vedi gente che approva. Il senso di infallibilità, non sbagliare mai, porta a dire e fare cose che in una normale vita media non faresti mai, per non rasentare il senso del ridicolo.
Ma quale democrazia è- era in pericolo? Non mi pare che il centro-sinistra abbia accennato qualche azione di contrasto, nemmeno Di Pietro si è voluto mettere di traverso; non mi pare che l'esercito fosse caduto in mano ai generali... Ma contro chi l'avevano questi del centrodestra? Contro chi l'aveva La Russa, che ha minacciato addirittura una sommossa del popolo della libertà? Bohh! Niente niente l'avevano contro quei due tre giudici della Corte di Appello che stavano sudando le proverbiali sette camicie per riparare alla stupidità altrui? Intanto meglio mettere le mani avanti, sui loro stessi ridicoli errori e far ricadere la colpa ante-litteram a nemici fantasma. Che poi avrei voluto vederlo La Russa chiamare a raccolta questo popolo. La gente che vota pdl lo fa solo per la speranza di una pagnotta, insallanuta dalle promesse del Berlusconi; non gliene frega niente di mettersi in piazza e manifestare per la liberta. La libertà di chi? dei loro rappresentanti politici che non sono neanche stati capaci di presentare una lista in tempo? Un modo per rivoltare la frittata.
La Curia vaticana, ha sospeso Angelo Balducci da ogni incarico di Gentiluomo di sua Santità. Lo ha fatto solo dopo le rivelazioni sulle sue pratiche sodomite... Sino a quando si trattava di "semplice" corruzione, poteva anche passare... c'è peccato e peccato. Già, i soldi sono sempre benedetti dal Signore, da qualsiasi luogo provengano, anche dal capo della banda della Magliana, soprattutto quando entrano nelle casse del Vaticano, e Balducci gliene ha fatti entrare di soldi nelle casse, soldi dello Stato Italiano... Per questo esistono i Galantuomini di sua Santità, sono scelti apposta tra i potentoni, mica santi franceschi o poveracci in genere che seguono la parola di Gesù! E così abbiamo stabilito che per la Santa Apostolica Romana Chiesa farselo mettere in culo è molto più peccaminoso che metterlo in culo alla gente!
Il progresso della responsabilità civica non ha neppure sfiorato la chiesa gerarchica; è sempre rimasta la solita struttura millenaria di potere, senza un Cristo da temere. Il Vangelo ed i moniti vengono letti solo per i fedeli. Saranno almeno 1700 anni che la parola di Gesù Cristo non ha più dimora sul colle Vaticano. Ebbene, se c'è qualcuno che dubita dell'esistenza di Dio, la Corte Pontificia fa in tutti i modi 'che questo qualcuno sia proprio convinto dell'inesistenza. Perché un Dio, da mò avrebbe fatto cadere sul Vaticano una pioggia di fuoco. Forse per questo ne approfittano!?!
*Benoist, Piazza del Pantheon
mercoledì, marzo 3
Missione compiuta
Alla fine ce l’ha fatta, non si può dire che non sia un tipo tenace. Due anni fa per colpa della moglie dovette rimangiarsi le candidature alle europee di un esercito di “veline”. Dopo tanta sudata preparazione a palazzo Grazioli, minuti e minuti di doposcuola dei professori La Russa, Brunetta... tra una battuta e un complimento, cotanto “materiale” prezioso non poteva andare perduto. Erano altamente specializzate ormai. Ed allora vai con le amministrative! Missione compiuta, tanto più che quella rompigliona della moglie ora è ex. E i suoi accoliti gli fanno fare tutto, come un bimbetto viziato che ha il pallone in mano! Neanche i partner della coalizione hanno da obiettare qualcosa. Il fatto è che non è importante la qualità dei candidati, tanto il loro apporto decisionale è zero. Il Nostro vede le candidature, più che altro, come favorini da contraccambiare, mani sante di massaggi a centri benessere, regalini con i soldi dei contribuenti. È un genio! E poi... un ammonimento: Mai più una nuova Daddario, se non le paghi si vendicano.
martedì, marzo 2
Ghedini, ti piace vincere facile? Ma gioca senza esagerare.
Ghedini è visibilmente contrariato dal fatto che il legittimo impedimento sia stato rigettato dalla Corte. Ai giudici non piace essere presi per il fondoschiena. Se il Consiglio dei Ministri era fissato il venerdì, come mai è stato spostato al sabato, proprio il giorno dell’udienza? Ghedini ha accusato i giudici di non rispettare la legge, che tra l’altro ha scritto lui stesso. Come quella pubblicità: "Ti piace vincere facile, eh?" Non gli resta che riprendere in mano il testo ed apportare una corposa modifica.
Il legittimo impedimento sarà ammesso quando:
01 Il presidente del consiglio ha la stitichezza
02 Il presidente del consiglio deve sistemare le liste del partito a lui afferente
03 Il presidente del consiglio viene da una notte di sesso orgiastico
03 Il presidente del consiglio ha un seduta dal chirurgo plastico
04 Il presidente del consiglio ha fatto un incubo notturno
05 Il presidente del consiglio non trova la cravatta adatta
06 Il presidente del consiglio ha il raffreddore
07 Il presidente del consiglio deve vedere la partita di champions league
08 Il presidente del consiglio non trova il colore del cerone del cambio di stagione
09 Il presidente del consiglio si è svegliato con il piede sbagliato
10 Il presidente del consiglio sta facendo gli esercizi spirituali con le ministre
11 Il presidente del consiglio è in seduta al confessionale
12 Il presidente del consiglio sta facendo shopping
13 Il presidente del consiglio deve smaltire il jet lag
14 Il presidente del consiglio ha l’oroscopo sfavorevole
15 Il presidente del consiglio ha le carte sfavorevoli
16 Il presidente del consiglio ha fatto colazione con lo yogurt
17 Il presidente del consiglio sta preparando una canzone con Apicella
18 Il presidente del consiglio è nervoso per la puntata di Annozero, vale solo il venerdì
19 Il presidente del consiglio è giù di morale per la sconfitta del Milan, vale solo il lunedì)
20 Il presidente del consiglio è arrabbiato per la puntata di Ballarò, vale solo il mercoledì)
21 Il presidente del consiglio è in messa nera per la manifestazione del popolo viola (questo era adatto all’occasione).
22 Il presidente del consiglio ha le vampate
23 Il presidente del consiglio è assente per motivi di figa
24 Il presidente del consiglio non ha ancora esaurito l'effetto viagra
25 Il presidente del consiglio è in sovrappeso
26 Il presidente del consiglio ha una leggera aerofagia
27 Il presidente del consiglio ha un po’ di alitosi
28 Il presidente del consiglio ha incrociato un gatto nero
29 Il presidente del consiglio ha avuto la visone dell’arcangelo Gabriele
30 Il presidente del consiglio ha 6 jolly legittimo impedimento all’anno, dettato da privacy senza obbligo di motivazione.
31 Il presidente del consiglio può chiedere il legittimo impedimento per motivi di famiglia
32 L'estensore di questa legge lascia la lista dei commi aperta.
Qualora non bastino, si tengono nel cassetto dei ddl rivoluzionari, molto avanti in materia giuridica, da utilizzare man mano in progressione.
Uno: il presidente del consiglio ha il diritto e dovere nel rispetto della volontà del popolo, di sostituire il giudice che non gli piace con il proprio avvocato. E siccome siamo in democrazia, anche la parte avversa ha il diritto e il dovere di sostituire il giudice con l'avvocato... del presidente del consiglio.
Due: nei processi in cui il presidente del consiglio è imputato, la prescrizione è obbligatoria anche se non è scaduto il tempo, se si prevede una sentenza senza assoluzione; all'uopo i giudici devono preparare una pre-sentenza da spedire alla presidenza del consiglio nella figura dell'avvocato del presidente, il quale deciderà senza contraddittorio.
Tre: Un presidente del consiglio appena eletto ha l'immediata cancellazione di tutti i processi a carico, ddl noto come 110eLodo Alfano.
Quattro: Extrema ratio, titolo HofattoseialsuperenaLodo Alfano + Ghedini Quadruplo Salto Mortale Carpiato Sopra Cavallo Imbizzarrito Sul Cornicione Di Palazzo Chigi. Il testo è secretato da Letta, nel doppio ruolo di galantuomo del Papa e del Papi.
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