Non avrebbe senso né logica cercare il nome della città sulla carta geografica, perché Goidfonjvv cambia continuamente nome e al fine potrebbe dirsi essere una città fantasma. Ma non lo è, gli abitanti esistono ed essi stessi sono la città, i cognomi scolpiti nella pietra della porta d’ingresso non sono mai variati. Chi decide di abitare nella città di Gjolsdgfer deve trovare un cognome libero, come una casa, mettersi in coda; aspettare anni prima che il corso naturale liberi un posto. Insieme al cognome si ereditano i lavori e le famiglie e le proprietà. Anche perché il cognome è il lavoro.
E non si può scegliere, si è costretti a prendere quello che capita, la graduatoria è rigida, se si rifiuta si va a finire di nuovo in coda e non basterà il tempo di una vita. Si può ereditare il posto del mendicante, che sta fermo all’incrocio da mille anni, oppure il posto del sindaco che governa da mille anni. Tanto il nome di Roidffgdg è mutevole quanto la sua gente è immutabile. I figli che non vogliono continuare il mestiere del padre, dovranno anch’essi acquisire il cognome del lavoro che vogliono intraprendere. Però, fatta la legge fatto l’inganno. Qualcuno continua a svolgere di nascosto il lavoro che faceva nella vita di prima, attività vietatissima; per la legge di Vsdneonoitt è spaccio di lavoro falso, se scoperti si rischia l’espulsione immediata. Sembrerebbe una condanna lieve ma lasciare per sempre le persone care è una pena ben superiore all’ergastolo. Altri cercano di far vizio virtù e così hanno integrato la vecchia professione con la nuova. I pochi fortunati turisti che riescono ad entrare nella città di Drvmoiyue, si accorgono che qualcosa non va e che il ‘dover essere come si deve’ non sempre è rispettato. Passeggiando per negozi ci si imbatte in strane attività, entrando in macelleria, il macellaio ti potrà servire la carne in forme di violino o contrabbasso, legata con corde di budella e impacchettata in fasce di legno d’acero. Prima era un liutaio. Nella serra troverai i fiori più belli del mondo ma dureranno l’istante di un profumo, perché sono fatti di essenze colorate, sapienti tocchi di fumi centellinati sospesi nell’aria, mirabilmente in equilibrio tra loro, accostati a formare composizioni floreali da favola. Basta inspirarne il profumo per consumarli e disperderli. E se obietterai al fioraio che quelli non sono fiori lui ti risponderà che i fiori sono scelti per soddisfare la vista e l’olfatto, non il tatto, dunque a che serve la materia? Il primo a produrre fiori in quel modo fu un venditore di sogni ed i suoi discendenti non hanno mai cambiato mestiere.
martedì, maggio 13
Gli abitanti della città di Klawvhvifd.
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4 commenti:
PRIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Stef... tu mi fai paura
Ahahahahahahah....E io col mio cognome ...... che lavoro potrei fare!!!?????
C.
??????????????????????????????????
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