Ci sono diversi modi per diventare miliardario, basta sacrificare un po’ di morale e un po’ di onestà. Non esiste un miliardario sulla faccia della Terra che sia incorrotto e pulito. Ecco perché una delle più facili attività umane non è praticata da tutti, bisogna esserci portati. Il lavoro onesto e la fatica continua non assicurano la vetta delle ricchezze ma al più una vita agiata, però guai a fermarsi. Il sistema attuale impedisce a chiunque di arricchirsi oltre una certa soglia, chiunque che non sia nelle alte sfere dirigenziali, coloro che si decidono stipendi, buonuscita, premi di produzione, maggiorazioni pensionistiche ed altre fantasiose plusvalenze, soldi sottratti alla comunità. Tutti gli altri
stipendi sono ‘calmierati’ attraverso il controllo fiscale, che poi il bottino delle tasse, più che contribuire ai servizi
dello Stato, rimpingua gli stipendi dei succitati manager, consulenti e figli di puttana. Insomma si lavora per far arricchire i pochi. Per cui la famosa regola americana del: se ti fai il culo diventi miliardario non è realistica, oggi neanche in USA. Prendiamo un Lapo qualsiasi, possiamo mai dire che è miliardario perché si è fatto il culo? Forse è più esatto dire che si è fatto il culo perché è un miliardario. Un miliardario che ha provato tutto di tutto, cosa gli resta se non esperienze alternative
e bruciarsi il setto di coca? Però Lapo è fortunato perché ha beccato il più semplice dei modi per essere miliardario, nascerci, con la top-card senza scadenza di “personaperbene-qualsiasicazzatafaccia”. Tolto questo che è il modo più difficile, e veramente qui ci vuole solo culo, (e Lapo ce l’ha), altri metodi? La regola principe è creare un’attività per farsi dare i soldi dal prossimo, con il minimo delle uscite. Non esiste una scala gerarchica in merito, vale per l’alta finanza come per gli ambienti più miseri. La mafia propriamente detta, menzionarla è doveroso, caratterizza simbolicamente questa pratica. Non scostandoci troppo, ci rientrano i noleggiatori di carcasse di barche, che chiedono dai 1000 ai 3000 euro per fare annegare i clandestini nel Mediterraneo; spese quasi zero, ricavi spaventosi, sulla pelle di morti viventi. Qui gioca la sottocultura, gli abietti figuri approfittano dell’ignoranza, del disagio e dell’illegittimità dei disperati
per depauperarli senza un minimo di umanità. Eppure se tra questi poveracci ce ne fosse solo uno un po’ più sveglio, per rubare una barcaccia e studiare la mappa marina, senza spendere quasi nulla, si otterrebbe lo stesso risultato a costo nullo: cibo per pesci. È fondamentale quindi trovare i polli giusti.
I polli sono sempre polli, è solo una questione di scala sociale; altra attività, elegante stavolta, è aprire un locale ed invitarci a titolo gratuito tutti i vip, in modo da farlo diventare un ritrovo “esclusivo”, gli unici a pagare (salato) sono i poveri signornessuno che credono così di entrare nel dorato mondo di quelli che contano (i soldi, i loro). La società capitalistica, l’unica sopravvissuta del Novecento (e se qualcuno pensa che in Cina ci sia ancora il Comunismo si sbaglia di grosso), dà una grande mano a chi vuol lucrare; le persone che riescono a raggranellare qualche gruzzoletto finiscono nel vortice del consumismo; per dare un senso alla loro fatica, subiscono i nefasti influssi degli oggetti del desiderio, i beni mobili (a durata limitata), la cui unica utilità è quella di far arricchire a dismisura le alte sfere dei gruppi finanziari collegati a marchi prestigiosi, polli da spennare naturalmente, in modo corretto ed onesto. Ma anche in modo scorretto e disonesto da parte dei furbetti dei quartierini di mezzo mondo, personcine che nascono dal nulla e che ad un certo punto capiscono quanto sia semplice il meccanismo per diventare miliardari; dal nulla creano il nulla, con la sola imposizione del pensiero. I furbetti però vengono beccati un attimo prima di giungere al livello superiore, quello dove stanno i furboni del quartierone, vetta agognata, dove la giustizia non arriva.
Quando ci si trova lì, tutto è possibile, i sogni diventano realtà, la cacca profuma di boccioli di rose, le puttane rinverginano, i vecchi bavosi diventano giovani latin lover, i ladroni impenitenti sono persone rispettabili che si sacrificano per il bene collettivo ed il Paradiso li attende sul red carpet, gli assassini sono illustri amici che di ‘praticità’ fanno virtù , gli asini volano e cacano bombe… in un mare di merda.
(immagine tratta da la Repubblica , dove si può scegliere in un ampio catalogo gli oggetti dei nostri desideri e investire il nostro denaro)
11 commenti:
Intanto...
PRIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Poi... argomento che provocherà pistolotti...
Dunque, dato che non so se ripasserò, dico i miei sogni e desideri...
Anzi no!
Comunque non si acquistano...
Ciao Fabio caro...
Ciao Kaissima, più che pistolotti saranno pistononi...
La danza delle cose. La funzione comunicativa dei beni nella società post-industriale.
Autori e curatori: Domenico Secondulfo
Contributi: Egeria Di Nallo
Collana: Comportamento di consumo
Argomenti: Consumi, moda e loisir
"Nel processo con cui l'uomo costruisce il proprio ambiente di vita, proiettando i propri significati sul mondo che lo circonda, molti sono i linguaggi attraverso i quali egli si esprime, alcuni sonori, altri silenziosi. Gli oggetti che usa e di cui si contorna, sono le parole di uno di questi silenziosi dialoghi che egli intrattiene incessantemente con se stesso, con gli altri e con il mondo che abita.
Gli oggetti, come parole, simboli e feticci, nel loro fluire da una mano all'altra, o attraverso la loro accumulazione ed ostentazione riutilizzata, raccontano all'uomo il posto che egli ritiene di avere nel mondo, sia quello naturale che quello sociale.
Dal valore d'uso al valore di scambio, dallo status-symbol al linking-up symbol, sino al consumo autoriferito. una silenziosa danza che si snoda sulle trame dei rapporti che legano l'uomo a sé, alla natura, agli altri."
Non ritengo che possedere beni costituisca di per se', a questi tempi e a queste latitudini, violazione della moralità del consumo.
Farlo indotti dall'inconscio desiderio di fare degli oggetti il nostro biglietto da visita lo trovo inquietante.
E TERZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA e non ho ancora letto.
Per i pistolotti, i pistononi ed i pistodeci
Fortuna che non sono una miliardaria......
C. esattamente. È filtrare l'essere attraverso gli oggetti e non viceversa. Poi ogni bene è plausibile.
Stefyyyyyyy, ogni riferimentoooo è puramenteeeee casualeeeeeeee.
Nel parco macchine infatti non c'è alcuna Cayenneeeeeeeeee.
C... hai detto bene...
E' il volere per mostrare che è sbagliato... il continuo confrontarsi con gli altri che poi non ti fa godere di quello che hai ma sempre proiettarti su altri desideri...
Ma questo "esercizio" lo si comincia a fare fin da bambini e quando si diventa adulti si è praticamente campioni olimpionici...
L'argomento è potenzialmente inesauribile. Non è tutto cosi' semplice. Il riassunto del riassunto del riassunto è che personalmente detesto i loghi, la necessità di "indossare" simboli apparentemente qualificanti ma di fatto spersonalizzanti, ovvero quella assuurda necessità della divisa percettiva in genere. Magari in buona fede, con soldi onesti, con animo gentile, ....ma (senza voler girare il dito nella piaga): che uno che si è fatto onestamente il culo una vita intera ha il diritto di fare dei suoi guadagni cio' che vuole, SOTTOSCRIVO, solo che sentire che la soddisfazione è comprare un Cayenne fa pensare. Per molti versi. Perchè se è vero che non avevo una lira e ho sudato tutto, perchè i veri sudati guadagni li investo in uno status symbol per eccellenza che poi pero' è come mettere la cravatta a un maiale visto che non sono un dandy mantenuto ma un imprenditore con le mani in pasta e che conosce il valore del denaro?
Ecco. Il valore del denaro.
Cosa che, al contrario, i radical chic (patetici) fanno finta di conoscere ed apprezzare perchè conviene loro. Salvo poi avere tanto di quel denaro da potergli consentire ville da 30.000 euro al mese per sollazzarsi a Capalbio. Salvo poi sentire loro giudicare cafone chi ostenta il denaro quando le lobbies piu' potenti in fatto di volgare, strisciante, massoneria dei poveri, sono tutti radicalini di razza.
La mia morale personale della storia è una, e trina, tanto per essere umile:
- Se sei onesto, non solo perchè non rubi ma, intellettualemente, sei onesto, non avrai mai questi problemi "percettivi"
- Se sei privo di incertezze non hai bisogno di girare col distintivo.
- Se riesci a non far sentire tuo figlio un handicappato perchè non ha l'invicta, invece di toglierti il pane per comprarglielo, SEI UN EROE.
Firmato: una persona senza problemi economici.
Ora posso andarmene gongolante...
so che aspettavate tutti me, ma fra i pistolini, devo dire che mi trovo allineato e coperto.
non vedo cosa si possa aggiungere.
Fab ha ribadito il mio funerale del Comunismo, C. ha provato, anche con un po' di romanticismo, a trovare una via ai margini, per restare il minimo dentro il sistema per andare anche noi qualche volta a comprarci un cellulare umts o il satellitare.
E' quella che cerchiamo tutti.
Non a caso però parli di eroismo davanti al piccolo che chiede l'INVICTA.
Quegli ultimi 3 "Se" mi ricordano
(e lo dico da laico) molto il ragazzo ricco del Vangelo:
"Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”
Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni".
Me ne vado afflitto, nemmeno tanto poi.
Certo che ti aspettavamo Rondoner, non vedavamo l'ora !!!
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