Ebbene sì, li sento. I suoni di tromba dei gabbiani, quando bisticciano, di ritorno da una estenuante giornata di pattugliamento della costa; si vanno ad appollaiare dove solo loro sanno, lontano da occhi umani. Tetti, terrazzi, non di condomini, di uffici, alberghi, ospedali, caserme dove non ci va mai nessuno. Qualche volta imponenti solitari gabbiani reali, lambiscono le travi del terrazzo ed emettono un grido acuto per marcare la presenza. Anni fa qualcuno aveva l'abitudine di gettare molliche di pane dal balcone, i gabbiani, quelli piccoli dal capo nero, lo avevano appreso. Piombavano a decine, a formare un petulante circo volante, un giro una possibilità; la loro bravura era anche quella di andare a recuperare le molliche in picchiata.
Alle porte dell'inverno, all'alba l'inquietante gracchiare di bande di corvi di passaggio, fanno raduno sulle antenne, decidono il da farsi prima di andare a compiere malefatte. Anche qualche coppia di gazze, dall'elegante coda bianca. Una volta una coppia di pappagalli, in migrazione misteriosa, stazionò due giorni appollaiato sulle antenne. Una coppia di merli, arrivava e rovistava sui vasi, sbatacchiando il terriccio. Un visitatore abitudinario, lo "zoppetto", un passerotto con una zampetta con le dita chiuse a pugno, con una grande esperienza di vita, forse ha meno timore perché vi ritrova spesso i gialletti che prendono aria, è come se li andasse a salutare, o perché becchetta i semi caduti fuori.
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