Nel periodo a cavallo tra il Settanta e l'Ottanta, ogni ragazzo e ragazza
sognano di rimochiare in discoteca ballando come nella Febbre del sabato sera.
Anche nei film di genere, per seguire la moda, si mettono scene di ballo.
In Gigi il bullo, c'è la mitica gara con Vitali super Travolta vittorioso.
Ma è ne La discoteca del 1983 con Nino D'Angelo che si raggiunge l'acme di comicità.
Nel finale, ovviamente in discoteca, l'antagonista in amore si avvicina a Nino
e lo provoca davanti la ragazza: "Voi a Napoli sapete ballare solo la tarantella vero?".
Non lo avesse mai detto. Nino lo guarda con sorriso sornione, di quelli che mangiano
le tavole del palcoscenico di Broadway da bambini. Incomincia con impercettibili movimenti
da tartaruga paralitica che sorprendono il rivale. Il meglio deve venire. Nino appoggia le mani sui fianchi, china leggermente la schiena in avanti e si prodiga in un movimento
di torsione del busto di tre gradi a sinistra e due a destra, seguendo il manuale
della ginnastica aerobica per la terza età, livello base. Questa figura sconcerta il rivale, che
si fa cascare la mascella, come se si trovasse alla presenza di un ibrido tra Nureyev e Baryšnikov; affranto e umiliato si accascia sul divano. Intanto Nino si sfrena, chiama una controfigura donna, perché ballerini così esili e minuti non si trovano dai tempi di Don Lurio, che di schiena conclude il lavoro con qualche piroetta da manuale. Infine la scena del pizzaiolo, Nino stende le braccia con le mani a palme aperte con sguardo in estasi verso l'alto: " 'e pizze so' pronte!"
La irresistibile parodia di Palma
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