domenica, dicembre 19
lunedì, novembre 15
Roma Edo andata senza ritorno parte 3
parti precedenti 1 2
- Quello era l’Ortaccio degli Ebrei, ci coltivavano morti. E questa è la porta, in apparenza senza una funzione, decoro architettonico, gioco curioso ed attraente per i turisti, il viale rettilineo che punta a San Pietro esisteva da prima che Piranesi vi frapponesse la porta… Perché eccedere in questo massiccio apparato? Non bastava un cancello? non bastava… La porta serve a tenere bloccato qualcosa dall’esterno… qualcosa di molto antico. Una difesa della chiesa o una difesa del potere della chiesa… c’è una sottile differenza… Vedi, i turisti guardano nella serratura, dalla parte esterna e vedono la cupola di San Pietro. Ho la sensazione che quel qualcosa stia premendo di più ultimamente. La porta sbarra l’ingresso a qualcosa di nocivo, però così non permette alle negatività che sono già dentro, di uscire. Se ora tu provassi a puntare l'occhio dall'altra parte della serratura? dalla parte opposta… capiresti di che sto parlando…
Questa piazza ricca di effigi, contiene il segreto della porta, ed è semplice individuarlo. La serratura punta frontalmente questo altorilievo, che è un'antiporta. Vi sono i simboli della famiglia dei Rezzonico, coloro che sovvenzionarono i lavori. Armi e scudi che bloccano l’uscita. Gli scudi sono premuti dalla porta della villa del Priorato di Malta. I due ingressi si fronteggiano, sono contrapposti. Se la porta del giardino fosse aperta, gli scudi perderebbero la loro efficacia e si frantumerebbero dietro la forza perennemente all’erta, dietro l'antiporta.
- Cosa dovrei vedere dall’altra parte della serratura? È già visibile da qui, questo pietrame scolpito…
- No, quello che vediamo da qui è dalla nostra pacifica dimensione, per noi il male non ha una consistenza fisica. Dall’altro lato ti apparirà in tutta la sua verità, ciò per cui la porta è perennemente chiusa.
-Tu l’hai mai visto?
Io no, mi è impossibile. Non posso fronteggiarmi con l’altro lato, sarei subito colto.
- Colto da cosa? E io sì? Voglio dire, se questa storia fosse vera e dico che posso anche crederci, dopo la mia esperienza, perché se tu me l’ avessi raccontata un mese fa, avrei pensato che mi stessi coglionando; se fosse vera, perché non sarei in pericolo? perché non sarei colto da un accidenti che è, rispetto a te?
- Ma… A. io non sono un essere comune… non posso, non sai… te lo dirò… non ora.
- Che diavolo! Mi sono stancato, come si fa ad entrare in ‘sto posto?
- Ci vuole un permesso, conosco qualcuno. Io però aspetterò da qui, vicino all’altorilievo e tu mi dirai cosa vedi.
continua...
mercoledì, novembre 10
Roma Edo andata senza ritorno parte 2
(...continua dalla 1)
-La senti?
-Che... questa musica?
-Sì, da dove viene?
-Deve essere il fuori di testa di questa palazzina qui a fianco. Ma non distrarti…
-È particolare, mi entra dentro, cosa è?
-Ma … non so, ha gusti strani, quello!
-No, davvero, è il sottocoro, pieno di ritmo, è trascinante. Roba dell’Est.
-Ah, può essere, sua madre è dei Balcani.
-Che significa, non è che uno deve essere per forza di …, non è che io devo essere giamaicano se ascolto il regge.
-Oh, ma che vuoi? È colpa mia se sua madre è balcana!? E basta, non distrarti, non è uno scherzo.
-Vai, è mezz’ora che aspetto!
-Mezz’ora … ma ma.. senti un po’… Ok. Chiuso. Allora, ti ho detto che mi ero incontrato con M nel giardino delle rose?! Tutto quello che ci è successo dopo, non è una favola, lei te lo può confermare, anche se ora è partita.
-Il giardino delle rose… era il cimitero del Ghetto. Sai, il Ghetto prima era molto più esteso.
-Può sembrare strano, ma io non ricordavo il posto, e sì che ci sarò passato decine di volte…
-E i tuoi amici, si sono più visti?
-A parte che non sono amici miei, semmai il contrario. No, scomparsi…
-Ma sei andato a controllare dove bazzicano di solito?
-Sono passato vicino al bar di uno di loro, quello col quale trattavo la roba, mi sono tenuto un po’ alla larga però.
-Forse non li hai incocciati…
-Guarda che quelli sono dei bastardi, ti pare che se stavano in giro non si facevano trovare, per tirarmi il collo? Cazzo, io gli ho soffiato una partita. Non ci mettono niente a sgozzare qualcuno, per molto meno.
-Mi avevi detto di avere smesso!
-E ho smesso, solo quel conto in sospeso, ma guarda che sono tre mesi che non commercio più la merda.
-Quando torna M chiedile di portarti in Giappone, è l’unico modo per esser sicuro di…
-Lo vuoi capire che quelli sono spariti, spa ri ti?!
-Toh, è finita la musica.
-Allora?
-Ah, no, ha riattaccato…
-Non mi dici niente? Cosa ne pensi?
-Penso che i tuoi amici se li è portati il diavolo…
-Cioè, in che senso?
-Nessun senso … vediamoci sabato, ti faccio vedere qualcosa che ci aiuterà a capire. Faccende in sospeso, di tanti anni fa, che non ho mai affrontato. Credo che sia giunto il momento.
lunedì, novembre 8
Mah
venerdì, novembre 5
La barzelletta del bunga bunga secondo Fini
Messo alle strette Silvio è costretto dalla nuova opposizione interna a due alternative:
-Silvio scegli, o bunga bunga o trombato alle elezioni.
Silvio, memore della storiella, non ci pensa due volte, e prontamente:
-Bunga Bunga!!
-Bene, prima bunga bunga e poi trombato alle elezioni!!*
*aggiornamento - Nell'assemblea del 7 novembre, Fini ha detto: "Berlusconi decida se cambiare o tirare le cuoia!" Berlusconi avrebbe risposto: "Votatemi contro". Praticamente è una richiesta di bunga bunga...
martedì, novembre 2
Compito ingrato dei carabinieri
Da il Fatto quotidiano, un articolo sulle scorte dei carabinieri nelle residenze dell'attuale premier, che si lamentano dell'insolito e degradante compito di scortare manipoli di ragazze, che nulla ha a che fare con il ruolo istituzionale che loro compete e che hanno sempre svolto con grande professionalità, prima d'ora...
E così mi è immediatamente tornata alla mente l'irresistibile scena dell'immenso Bombolo, centurione romano, che ha combattuto in Siria, ha fatto la campagna sui monti del Caucaso, il primo a sbarcare in Britannia, ed ora gli fanno fare questo lavoro così degradante, " co' 'ste zoccolone..."
sabato, ottobre 30
Il circo mediatico senza sosta
A me questa faccenda ricorda la filosofia di vita che trasuda dagli scritti del marchese De Sade, vero socialista e "vero cristiano", ogni bestemmia è un inno ai Vangeli perché si scontra con l'ipocrisia della società, infatti gli unici che bestemmiano, nei suo romanzi sono i ricchi potenti.
Nelle disavventure di Justine, i potenti compiono impunemente le peggiori nefandezze ed i poveracci, morigerati e cristianamente umili, oltre ad essere le vittime sono anche biasimati per la loro condizione sociale, mentre quelli non solo la fanno sempre franca ma sono visti come gente di rispetto e di rettitudine morale. Per cui se una dama di corte arriva in gendarmeria, nella Parigi del XVIII secolo, su richiesta di un potentissimo consigliere reale, e richiede di prendere sotto la propria protezione una ragazzina sbandata minorenne, i gendarmi, considerata la posizione sociale della dama e la autorevolezza del potente, senza alcuna altra cura, gliela affidano.
Nelle vicende di De Sade, la dama così apparentemente buona, è una grandissima troia che non ha alcuna intenzione di sobbarcarsi le cure della disgraziata. E mentre quest'ultima ancora la ringrazia per tanta bontà d'animo, appena varcata la dimora si accorge di essere ritornata nelle mani del suo aguzzino. Però questa è solo la mente "pervertita" del divino marchese. Nella realtà, al più, la ragazzina può andare "in custodia" ad un tipo poco raccomandabile per questo compito, che infatti ha ben altro compito, quello di controllare che non faccia e dica cose sconvenienti. Un tipo che già la conosce perché l'ha fatta lavorare nel proprio locale, ballare mezza nuda sulla pista, minorenne, ottimo co-affidamento. E immagino la festa che le fanno ora che è diventata maggiorenne e nessuno può fermare più la loro bramosìa di "amore", di cui, considerati i soggetti, nessuno frate francescano, già si saranno abbondantemente serviti prima. Ma qualcuno non deve rispondere dinanzi alla legge? Per esempio la dama di corte o questo individuo? In De Sade loro non pagano mai. Mentre la povera Justine, fa una brutta fine. Meno male che la realtà è ben diversa... nella Francia di oggi.
lunedì, ottobre 25
scommentario
Questo è un post inconcluso, un mondo fatto di sfumature di grigio, con pochi accesi colori fluidi sulle rappresentazioni significative della nostra visione del mondo. Una radura di scintillanti chimere dalle ali dorate, le labbra livide di passioni represse, il viso blu morte di un assassino seriale... Camminando per una distesa di nulla, dentro una metropoli di automi frenetici, che svolgono il loro compito programmato, con una scadenza precisa, non posso che sentirmi lontano perché i miei occhi vedono il grigio che i loro occhi non percepiscono, rassicurati da colori virtuali di illusioni. Un impasto di pastelli senza purezze, dove le emergenze risultano invisibili e le essenzialità sono passate con indifferenza.
Sfuggono le stille preziose della gioia di vivere, ma fortunatamente anche la tragica scena della morte incombente che non si vede perché si camuffa nelle ruvide pieghe della sussistenza quotidiana.
Mi dispiace, sono refrattario all'arcobaleno impresso sul pulviscolo umido dell'atmosfera, ai raggi penetranti del sole, manifesti sui fumi di un focolaio nel bosco, ho lo sguardo eterno della prima conoscenza, l'impossibilità di prendere l'orizzonte e la luce delle stelle. Di che sapore abbia il cibo di cui si nutre la vita dell'uomo qualunque, ne sono ignaro. Ne avrei fatto a meno, mi sarebbe piaciuto grufolare la terra, e colmare gli istinti dentro una bella sfera colorata, oltre la quale non andare. E invece no, perché si è dissolta da tempo e non posso non guardare oltre, vedere, vedere l'indicibile e non avere parole umane per descriverlo.
venerdì, ottobre 22
Ghepensidinuovomì
“Avendo esaminato la situazione nel dettaglio riteniamo che in tempo di 10 giorni la situazione possa essere portata nella norma, senza che quindi dalla discarica di Terzigno possano verificarsi uscite di odori e di miasmi che giustamente hanno preoccupato e preoccupano la popolazione”.
“Procederemo con un’ordinanza urgente, da parte del prefetto di Napoli, che solleverà la società che gestisce la discarica e darà la gestione ai professionisti della Protezione civile, che l’avevano già gestita nella prima fase, durante la quale – ha rimarcato il premier – non si era creato alcun problema”. “Il governo garantisce anche la disponibilità dei fondi per le opere di compensazione per un totale di 14 milioni di euro, 28 miliardi di vecchie lire, che riguardano Terzigno”. Il piano di compensazioni ambientali per i comuni che ospitano impianti per lo smaltimento dei rifiuti “è molto preciso e articolato su tutti i comuni, in particolare, – ha spiegato il premier – per Terzigno, prevede la realizzazione di impianti di depurazione, prevede reti fognarie con una serie di bonifiche e anche un intervento di riqualificazione urbana. Il tutto già preventivato con assoluta aderenza alla realtà e con assoluta precisione“.
… “il sistema di smaltimento dei rifiuti di Napoli non è messo in crisi da quello che sta accadendo”. … l’impostazione e la soluzione che avevamo dato al problema dei rifiuti della Campania è una soluzione assolutamente valida e duratura nel tempo.
Le cave, oggi deposito dei rifiuti, in futuro, ”saranno coperte di terra e si potrà impiantarvi boschi o parchi. In questo si potrà fare qualcosa di utile per la collettività, con lo smaltimento dei rifiuti, e avremo anche risanato l’ambiente dove in precedenza erano state aperte delle ferite con le cave”.
Guido Bertolaso: “Apriremo un tavolo di confronto con la popolazione che in questi giorni sta protestando, per discutere tutti i problemi e per assicurare che non ci sono rischi per la salute … alla fine dell’anno scorso abbiamo detto che la gestione della fase emergenziale era stata superata. Ma nessuno aveva mai detto che era stato definitivamente risolto il problema“… .”Il termovalorizzatore di Acerra funziona e funzionerà sempre meglio. Ci sono 5 discariche che sono già aperte e che in questo momento sono ancora in grado di ricevere oltre un milione di tonnellate di rifiuti. Vi sono, previste dalla legge, altre 3 discariche in provincia di Napoli e in altre due province della Campania che devono ancora essere aperte e lo saranno in tempo utile prima che queste 5 in funzione si esauriranno. Nel frattempo, devono essere costruiti i termovalorizzatori di Salerno e di Napoli: a quel punto non ci saranno problemi”.
Il portavoce del commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnik: “E’ una situazione seria che richiede il rispetto delle regole europee in materia di ambiente… Per il momento la procedura di infrazione continua, è necessario quindi che le autorità italiane abbiano un piano per gestire i rifiuti che sia soddisfacente per la Commissione altrimenti saremo obbligati a procedere alla prossima tappa prevista dalla procedura di infrazione in corso”.
L ‘eurodeputata socialista olandese Judith Merkies, che ha guidato la missione di Strasburgo ad aprile per studiare la situazione sul posto: il governo italiano non mantiene le promesse fatte all’Ue per la soluzione dell’emergenza rifiuti in Campania.
Non mi aspetto che il capo del consiglio nella figura di Ghepensimì, debba risolvere il problema rifiuti i Campania. Non è un suo compito, potrebbe essere un dovere ma non appartiene alle sue capacità mentali. Nelle sue enunciazioni attuali non c’è nulla di nuovo, nulla che sia la soluzione definitiva, far di nuovo intervenire la Pr. Civile con l’esercito per forzare l’utilizzo delle discariche in deroga, non volute più dalla popolazione esasperata da decenni di mala-gestione. Perché è mala gestione, dovuta un po’ a tutto, e la soluzione di Berlusconi è la continuità della mala gestione. Non parla di RICICLAGGIO, non parla di sanzioni punitive alle amministrazioni che non ne faranno riscorso, non parla delle sovvenzioni da utilizzare per questo modello di gestione ambientale, l’unico che assicuri un futuro pulito ad una popolazione sempre più numerosa e un territorio sempre più ristretto. Lui è vecchio, e non di età, ma di mentalità, è vecchio decrepito, non sa nulla dell’Europa, delle nuove tecniche di gestione dei rifiuti. Continua sulla obsoleta pratica delle discariche, sulla sicurezza fasulla, sugli inceneritori, perché ad Acerra è un macello, una archeologia industriale malmessa e a regime ridotto, balle su balle… Nulla di risolvibile definitivamente come fece allora, non basta seppellire la mondezza con la forza e dire: “voilà, sono un grande statista”. Quella, la mondezza, dopo ritorna. Visioni idilliache con il boschetto da piantare sopra le discariche, questo secondo lui è il rispetto dell’ambiente?! E il percolato? E l’inquinamento delle falde? E la vicinanza dei centri abitati? E la percentuale elevata di tumori, accertata dalle statistiche sanitarie sul territorio? Tutto in sicurezza! ciò che non si vede non duole. Allora, il popolo non è fesso, quando lo colpisci sul vivo, si incazza. Potrebbe anche accettare l’emergenza se tu gli prometti la conversione degli impianti, la purificazione futura delle discariche una volta attuati i piani di riciclaggio e anche degli inceneritori, per il minimo che si dovrebbe incenerire, dopo la differenziata. Invece nulla, nulla di nulla di nulla di nulla.
Le parole di Bertolaso poi, sono pari a quelle del suo ridicole padrone: “Il termovalorizzatore di Acerra funziona” “nessuno aveva mai detto che era stato definitivamente risolto il problema” ; e promette l’apertura di altre discariche, di altre fosse biologiche come se fosse una buona notizia e non una nuova minaccia. Delle perle dette da un pirla (sempre quello del massaggino al centro-benessere) che certo faranno ancora di più scaldare gli animi delle vittime di questa mala gestione dei rifiuti, gli abitanti che vivono in faccia alle voragini della vergogna. E l’Europa ci guarda con preoccupazione … le parole del nostro premier non convincono affatto il Consiglio Europeo.
giovedì, ottobre 21
Lodo Alfano nega i diritti del premier
Così se a qualcuno viene il ghiribizzo di sfilargli un calcio nel deretano, senza telecamere, il premier non si presenterà in un'aula giudiziaria a testimoniare dell'avvenuta offesa al regal posteriore. Per colpa della ragion di Stato, Lodo Alfano, si antepone il bene del paese a quello delle necessità contingenti del premier; Silvio non ha il tempo per difendersi, tempo prezioso da utilizzare per il bene degli Italiani (e in modo terapeutico per qualche zoccola).
lunedì, ottobre 11
giovedì, ottobre 7
Chi trova un amico trova
I misteri delle andate in Russia del nostro premier, ora danno i loro frutti.
Egli lavora sempre per il ""bene""" dell'Italia...
e domani volo a Sanpietroburgo per il putiniere, tutto spesato Italia, per festeggiare il compleanno dell'amico fraterno.
Oggi invece colloquio con un altro "suo pari", premier cinese Wen Jiabao, con il quale avrà certamente preso accordi economici, sempre per il bene degli "italiani", cioé quelli che lavorano per mediaset e nella sfera fininvest, ma questa è solo un'illazione.
Tiziano Ferro: "Sono gay"...
E chi se ne frega!?!
domenica, ottobre 3
Silvio vs Garko, i più contestualizzati d'Italia
Preso atto che la bestemmia del cattolico premier non è grave come quella di un comune cattolico, che insomma egli ha l'immunità alla bestemmia, e monsignor Fisichella lo ha detto chiaramente, "bisogna contestualizzare le cose"; ovvero contestualizzare questo governo nella dimensione economica a favore del Vaticano, elargizioni finanziarie, agevolazioni e prebende alle strutture cattoliche sparse in territorio italiano, in conclusione Silvio, in virtù di questa contestualizzazione, PUO' bestemmiare. Ottime ragioni del monsignore, ma i bambini sapranno contestualizzarlo? Preso atto di ciò ci si domanda chi potrebbe superare l'invincibile premier nei sondaggi per un'eventuale tornata elettorale. Cosiderando che neanche un portavoce del Padreterno si sente in diritto di contestargli una bestemmia, dobbiamo prendere atto che la contesa deve avvenire con qualcuno che competa con le sue stesse armi di fascinazione, non un politico normale come un Bersani, un Vendola o anche un Di Pietro, ma uno che sia "contestualizzato" come Silvio. Qualcuno che abbia consenso acclamato tra i televotanti, per esempio uno come Gabriel Garko che fa ascolto non perché sappia recitare ma perché nel contesto è bello. Il premier sarebbe terrorizzato da un eventuale scontro con questo stereotipo del perfetto politico, secondo la visione berlusconiana inversa. Garko è al maschile quello che per Silvio deve essere la deputata ideale, giovane e figa. Silvio affascina, nonostante sia un signore di 75 anni, le fans del pdl sanno contestualizzarlo e tutte sono innamorate di lui, qualunque cosa faccia o dica, esse lo giustificano sempre e comunque. Un fenomeno. Anche Garko ha fascino quasi quanto il premier. Anche Garko, qualunque fiction faccia, nonostante reciti da dilettante di oratorio, fa sempre e comunque il boom di ascolti, un fenomeno. Silvio e Garko sono gli assi pigliatutto dei televotatori. Oggi solo Gabriel Garko può battere Silvio nelle elezioni. Peccato che si ostini a credere di essere un attore, come Silvio si ostina a credere di essere un politico. E se facessero a cambio? Silvio sa recitare moolto meglio di Garko, si immedesima talmente nella parte che ci crede lui stesso, metodo Stanislavskij, anche se la parte che sta girando attualmente, il grande statista, è veramnete penosa, sullo stesso livello recitativo de "Il peccato e la vergogna", ma perché lui è portato più per le parti comiche; Garko invece saprebbe rendere in politica fotogenicamente moolto meglio di Silvio. Le donne ormonate lo voterebbero a prescindere, è un' ottima calmita elettorale. Se qualcuna ha visto in Garko il nuovo Mastroianni... potrà con la stessa convinzione crederlo un grande statista. Se poi qualcuno ha paragonato Silvio a De Gasperi, potrà rivederlo come la versione italiana di Danny De Vito; non avrebbe più bisogno di fingere e nascondere il trucco... in teatro il cerone è prassi.
ps
Notare la bravura recitativa di Troisi.
ps:
"Non nominare il nome di Dio invano"
Invano... Forse per monsignor Fisichella è rispettato il secondo comandamneto perché Silvio B. avrebbe nominato il nome di D. non invano.
mercoledì, settembre 29
NERO
grano si accrebbe ancora di più quando il caso volle che si annunciasse,
in mezzo ad una carestia pubblica, l'arrivo di una nave da Alessandria
carica di sabbia per i lottatori di corte. Così, sollevatosi contro di lui
il rancore generale, non vi fu insulto che non dovette subire. Dietro la
testa di una sua statua si attaccò una frangia con la scritta, in greco,
«che adesso era il momento della lotta e che finalmente lo si sarebbe
deposto». Al collo di un'altra si appese un sacco con queste parole: «Che
avrei potuto fare di più io? Ma tu ti sei meritato il sacco.» Sulle
colonne si scrisse anche che «con i suoi canti aveva eccitato perfino i
Galli». Infine, durante la notte, si sentiva la voce di molti che,
fingendo di rimproverare gli schiavi, invocavano con insistenza un
«Vindice».
46 Inoltre Nerone era spaventato dai precisi avvertimenti che gli venivano
dai sogni, dagli auspici e dai presagi, non solamente di antica data, ma
anche recenti. In passato non aveva mai sognato, ma dopo aver fatto
uccidere sua madre, vide in sogno che gli si strappava il timone di una
nave che stava governando, che veniva trascinato dalla sua sposa Ottavia
nelle tenebre più dense e che ora veniva coperto da un nugolo di formiche
alate, ora che le statue delle genti, inaugurate presso il teatro di
Pompeo lo circondavano e gli sbarravano il passo; infine che il suo
cavallo d'Asturia, cui era particolarmente attaccato, gli appariva con la
parte posteriore del corpo trasformata in scimmia, mentre solo la testa
era intatta ed emetteva sonori nitriti. Dal Mausoleo le cui porte si
aprirono da sole, si udì una voce che lo chiamava per nome. Il giorno
delle calende di gennaio, gli dei Lari, ornati di fiori, si rovesciarono
in mezzo all'apparato del sacrificio; mentre prendeva gli auspici, Sporo
gli offrì un anello sulla cui pietra era effigiato il ratto di Proserpina.
Al momento delle preghiere per l'imperatore, quando già i cittadini dei
vari ordini erano radunati in folla, a fatica si trovarono le chiavi del
Campidoglio. Quando lesse in Senato il passo del suo discorso contro
Vindice, in cui diceva che i criminali sarebbero stati puniti e ben presto
avrebbero fatto una fine degna di loro, tutti quanti gridarono insieme:
«Sarai tu a farla, Augusto.» Si osservò anche che quando cantò per
l'ultima volta in pubblico, interpretò l'Edipo in esilio e terminò con
queste parole:
«Mia moglie, mia madre, mio padre mi ordinano di morire.»
47 Nel frattempo gli fu consegnata, mentre pranzava, una lettera che gli
comunicava anche la rivolta di tutte le altre armate; egli la lacerò,
rovesciò la tavola, scaraventò in terra due coppe di cui si serviva
volentieri e che chiamava «omeriche» perché vi erano cesellate alcune
scene di Omero, poi si fece dare da Locusta un veleno che richiuse in una
cassetta d'oro e si trasferì nei giardini di Servilio. Qui diede ordine ai
più devoti dei suoi liberti di recarsi a Ostia per preparare una flotta,
poi chiese ai tribuni e ai centurioni del pretorio se erano disposti ad
accompagnarlo nella sua fuga, ma alcuni tergiversarono, altri rifiutarono
categoricamente e uno arrivò perfino a gridargli: «È una così grande
disgrazia farsi processare?» Allora, considerando varie soluzioni, pensò di portarsi
in atteggiamento supplice, presso i Parti o presso Galba o di presentarsi
in pubblico vestito di nero, per implorare dall'alto dei rostri, nella
forma più supplicante possibile, il perdono del passato, e per pregare,
qualora non fosse riuscito a toccare i cuori, che gli fosse accordata
almeno la prefettura dell'Egitto. Si trovò più tardi nel suo archivio una
allocuzione redatta in questo senso, ma si crede che abbia abbandonato
l'idea per il timore di essere fatto a pezzi prima ancora di arrivare in
foro. Rimandò così ogni decisione al giorno dopo, ma, risvegliato verso la
mezzanotte e saputo che i posti di guardia si erano ritirati, saltò dal
letto e mandò a cercare gli amici, e in seguito, poiché non aveva risposta
da nessuno, di persona, con pochi compagni, andò a chiedere ospitalità a
ciascuno di loro. Trovando tutte le porte chiuse e non ottenendo nessuna
risposta, ritornò in camera sua, da dove le guardie, a loro volta, se ne
erano già fuggite, portandosi via le sue coperte e perfino la cassetta del
veleno; allora mandò a cercare subito il mirmillone Spiculo o chiunque
altro fosse disposto a ucciderlo, ma poiché non era stato trovato nessuno,
disse: «Dunque, non ho più né un amico, né un nemico» e si mise a correre
come se volesse gettarsi nel Tevere.
48 Ma, frenato nuovamente l'impulso, cominciò a desiderare un rifugio
appartato, per raccogliere le forze. Il suo liberto Faone gli propose
allora la sua casa di periferia, situata tra la via Salaria e la via
Nomentana, a quattro miglia circa da Roma. Restando com'era, a piedi nudi
e in tunica si gettò addosso un piccolo mantello di colore stinto, si
coprì la testa, stese un fazzoletto davanti alla faccia e montò a cavallo,
accompagnato soltanto da quattro persone, tra le quali vi era anche Sporo.
Nello stesso istante, spaventato da un tremito della terra e da un lampo
che saettò davanti a lui, udì provenire dagli accampamenti vicini le grida
dei soldati che formulavano imprecazioni contro di lui e acclamazioni a
favore di Galba. Uno dei passanti che incontrarono disse perfino: «Ecco
gente che insegue Nerone» e un altro domandò loro: «Vi è qualche novità a
Roma, a proposito di Nerone?» Quando il suo cavallo ebbe un'impennata per
l'odore di un cadavere abbandonato sulla strada, gli si scoprì il volto e
fu riconosciuto da un pretoriano in congedo che lo salutò. Come giunsero
ad una strada laterale, lasciarono i cavalli, e passando in mezzo a
macchie e cespugli per un sentiero bordato di canne, Nerone arrivò a
fatica, non senza che vestiti fossero stesi sotto i suoi piedi, al muro
posteriore della casa. Qui, poiché Faone lo esortava a riposarsi un
momento su un mucchio di sabbia, disse che non voleva essere interrato
vivo e, fatta una breve sosta, intanto che gli si preparava un ingresso
clandestino nella casa, per dissetarsi attinse con la mano un po' d'acqua
da una pozzanghera che stava ai suoi piedi, esclamando: «Ecco il ristoro
di Nerone.» Poi, facendosi strappare il mantello dai rovi si aprì un
passaggio fra i cespugli e penetrò, trascinandosi sulle mani attraverso il
cunicolo di una grotta che era stata scavata, nella stanza più vicina,
dove si distese su un letto dotato di un modesto materasso e ricoperto da
un vecchio mantello; tormentato dalla fame e nuovamente dalla sete,
disdegnò il pane nero che gli si offriva, ma bevve un bel po' di acqua
tiepida.
49 Poi, dal momento che ognuno dei suoi compagni, a turno, lo invitava a
sottrarsi senza indugio agli oltraggi che lo attendevano, ordinò di
scavare davanti a lui una fossa della misura del suo corpo, di disporvi
attorno qualche pezzo di marmo, se lo si trovava, e di portare un po'
d'acqua e un po' di legna per rendere in seguito gli ultimi onori al suo
cadavere. A ognuno di questi preparativi piangeva e ripeteva
continuamente: «Quale artista muore con me!» Mentre si attardava in questo
modo, un corriere portò un biglietto a Faone: Nerone, strappandoglielo di
mano, lesse che il Senato lo aveva dichiarato nemico pubblico e che lo
faceva cercare per punirlo secondo l'uso antico; chiese allora quale fosse
questo tipo di supplizio e quando seppe che il condannato veniva
spogliato, che si infilava la sua testa in una forca e che lo si bastonava
fino alla morte, inorridito, afferrò i due pugnali che aveva portato con
sé, ne saggiò le punte, poi li rimise nel loro fodero, protestando che a
l'ora segnata dal destino non era ancora venuta». Intanto ora invitava
Sporo a cominciare i lamenti e i pianti, ora supplicava che qualcuno lo
incoraggiasse a darsi la morte con il suo esempio; qualche volta
rimproverava la propria neghittosità con queste parole: «la mia vita è
ignobile, disonorante.-Non è degna di Nerone, non è proprio degna.-Bisogna
aver coraggio, in questi frangenti.-Su, svegliati.» Ormai si stavano
avvicinando i cavalieri ai quali era stato raccomandato di ricondurlo
vivo. Quando li sentì, esclamò tremando:
«Il galoppo dei cavalli dai piedi rapidi ferisce i miei orecchi.»
Poi si affondò la spada nella gola con l'aiuto di Epafrodito, suo
segretario. Respirava ancora quando un centurione arrivò precipitosamente
e, fingendo di essere venuto in suo aiuto, applicò il suo mantello alla
ferita; Nerone gli disse soltanto: «È troppo tardi» e aggiunse: «Questa sì
è fedeltà.» Con queste parole spirò e i suoi occhi, sporgendo dalla testa,
assunsero una tale fissità che ispirarono orrore e spavento in coloro che
li vedevano. La prima e principale richiesta che aveva preteso dai suoi
compagni era che nessuno potesse disporre della sua testa, ma che fosse
bruciato intero a qualunque costo. Il permesso fu accordato da Icelo,
liberto di Galba, da poco uscito dalla prigione in cui era stato gettato
all'inizio della rivolta.
domenica, settembre 19
mercoledì, settembre 15
Frattini vs Jack Sparrow
Sulla vergognosa vicenda delle mitragliate libiche all'innocuo peschereccio italiano dichiarazioni
in ordine:
1) È stato un errore,credevano fossero migranti.
2) Hanno sparato in aria e poi a mare e solo all'ultimo sullo scafo perché non si era fermato all'alt.
3) Pescavano di frodo.
4) NON hanno inseguito l'imbarcazione italiana.
Chi le ha rilasciate queste dichiarazioni? Il portavoce dei libici Frattini. Un ministro italiano e sottolineo ITALIANO, la prima escort ad accogliere Gheddafi in Italia, con un sorriso di gioia paragonabile solo a quello della ultima vincitrice di miss Italia. Non c'è bisognop di uno psicologo per capire che la prima ela terza giustificazione sono contraddittorie e che quindi Frattini (e Maroni) stessero lasciando dichiarazioni, come si dice, a cazzodicane, per partito preso.
Ne avesse azzeccata una? Siamo sicuri che è ancora un ministro Italiano, non è che insieme
alle escort si sia venduto anche lui? Frattini, confessa dove hai nascosto il Corano con dedica di Gheddi? Il peschereccio Ariete nonostante si sia subito identificato via radio, è stato mitragliato e inseguito in acque internazionali, quindi perfettamente legali per la pesca, per cinque lunghissime ore,
sotto il tiro continuo della motovedetta libica. Il comandante ed il suo equipaggio hanno visto la morte in faccia, testimoni e vittime dell'accaduto, ma Frattini non crede a loro, crede ai libici.Nessuna protesta ufficiale da parte italiana, i libici si sono scusati... tutto a posto! Il ministro replica alle critiche accusando l'opposizione di mera speculazione per offuscare il Governo.
E meno male che per pura casualità non c'è stata una strage, altrimenti il bravo ministro avrebbe incolpato i pescatori italiani di essersi fatti uccidere a posta per remare contro il Governo.
Io aggiungerei che gli spari libici fanno parte del folklore locale, tipo mortaretti, botteamuro, cipolle, tricchetracche, bomba di maradona... hanno visto gli Italiani e per la contentezza hanno sparato i fuochi... poi magari si sono anche offesi perché i pescatori sono scappati sotto coperta e non li hanno salutati, siamo proprio ingrati. Per fortuna c'è Frattini che ci salva dalle brutte figuracce, ora per completezza deve farsi carico di chiedere scusa alla Libia a nome dei componenti dell'equipaggio dell'Ariete, di non essere morti ammazzati, 'che sono quasi morti... ficati. Molto morti e moltissimo ficcati, nei modi in uso dai rappresentanti di Governo. Cerchiamo di credergli, magari ha ragione, è pur sempre un ministro, la crema della intellighentia, il fiore della dirigenza politica italiana, uno che è stato scelto direttamente dal premier più premier della storia italiana, tra le tante scelte eccelse che poteva fare, tipo Scajola o Brancher... Ecco, forse il peschereccio italiano non è stato inseguito dalla imbarcazione libica, ma dalla nave fantasma di Jack Sparrow...
Durante i "proficui" colloqui, Silvio e Gheddi di cosa diamine parlano? Solo di affari? Come è che non hanno risolto questa annosa questione dei confini marini, una delle priorità per i buoni rapporti di vicinato?
Sul trattato italo-libico per controllare l'afflusso di clandestini, c'è anche l'approvazione di aprire il fuoco come prassi? Il resoconto del Viminale considera regolare, come normale amministrazione il codice di comportamento della motovedetta libica. Ecco perché il profilo basso sulla vicenda. Ciò significa che il Governo Italiano è quasi complice di questo atto criminale. E ciò significa che sventagliate di mitra sui barconi carichi di clandestini, come prassi, provocano decine e decine di morti, centinaia di morti a noi oscure, ma sulla coscienza nera del nostro Governo.
sabato, luglio 31
Dittatori
Napoleone, Hitler persero le loro battaglie a causa di marchiani errori di strategia, perché erano sicuri della vittoria, in quanto ormai imbambolati nella loro supponenza. Inoltre anche il popolo gioca un ruolo distruttivo, il popolo esalta ma è il più inaffidabile degli adulatori perché non finge, e come eleva, così fa crollare, lasciando il dittatore stupìto di come tanto amore si trasformi in odio. Il popolo non ha vie di mezzo, o ama o odia. E quando odia è implacabile.
martedì, luglio 27
Nucleare in Italia cronache dell'anno 2090
Cronache dell’anno 2090
Intervista:
Inviato – Lei appartiene a quella che fu la più potente famiglia italiana tra 1900 e 2000. Il suo bisnonno fu il promotore del nucleare in Italia. Possiamo dire che senza di lui, non avremmo mai avuto il nucleare in Italia. Quali sono i suoi sentimenti?
Berlusconi Silvio – Cosa vuole che le dica? Se ci fosse stata un po’ di cultura reale per l’ambiente, erano tempi di grande ignoranza, di sottosviluppo… Tutti i paesi del mondo hanno abbandonato il nucleare e utilizzano energie innovative e pulite. Noi ancora con questi vecchi impianti… eredità degli anni di governo di mio bisnonno.
I – Però il suo bisnonno pagò a caro prezzo quella politica.
B – Non fu per il nucleare, ovviamente, con quello ancora non c’era stato danno perché era solo all’inizio; lui pagò per tutta la sua sciagurata politica… che poi chiamarla politica è inidoneo… per quelle scelte di potere completamente prive del fondo civile, della res pubblica. Non dico nulla di nuovo, la storia lo ha condannato da tempo.
I – Anche lei?
B – Se prima ero indeciso, appartenevo a quella minoranza di dubbiosi revisionisti che cerca di vedere il bene nel male… ora non me la sento più di avvalorare il berlusconismo, fu un male, un danno per il nostro paese.
I – Eppure non è il primo incidente… si poteva convincere prima.
B – Sa cos’è? Siamo tutti bravi, ed io per primo, a criticare, ad obiettare sulle lamentele altrui fino a quando non capita anche a noi… Sì, mi sento colpevole… ma non per il mio bisnonno, no lui si meritò tutte le sue colpe e sono solo sue… Mi sento colpevole perché avrei dovuto sentire questo pericolo, anche mio. Forse se avessi capito… se avessi agito, anche scappando dall’Italia, mio figlio non avrebbe preso la leucemia. Mi fa rabbia che ancora continuiamo a pagare gli errori, le megalomanie di quell’uomo, il mio bisnonno…
I – Però hanno continuato il nucleare anche dopo il tramonto del suo potere…
B – Ormai era tutto iniziato, non era stata costruita nessuna alternativa energetica. Mio bisnonno aveva paralizzato tutta la ricerca innovativa, per favorire il nucleare. Il suo operato aveva formato una matassa che ha imbrigliato l’Italia e la imbriglia tutt’oggi. Ed eccoci qui… ancora a maledire quegli anni di follia collettiva, nell'assecondare un solo uomo al potere.
I - Molti avevano capito. Grazie alla parte sana dell'Italia ed al lavoro della magistratura si superò anche questo periodo buio, nonostante i loschi affari e quella massa di elettori che aveva sinceramente creduto all' "uomo della provvidenza".
B - Già, purtroppo il danno era fatto.
I – Le cure che esistono possono assicurare a suo figlio una vita più che dignitosa, con possibilità di guarigione.
B – Sì, pensiamo positivo. Sono contento che il Parlamento abbia posto in calendario la chiusura incondizionata di tutti gli impianti nucleari in Italia. Costerebbe più rinnovarli che cambiare totalmente registro. Forse è stato un sacrificio utile, quello dei nostri figli, per chiudere definitivamente questo spiacevole capitolo della nostra storia. E come dice lei, salveremo i nostri bambini… contro tutti i mali che ci hanno lasciato i nostri avi disgraziati. E ciò, come può ben capire, lo sento come un riscatto al nome che porto, ripeto, anche se le colpe dei padri non ricadono sui figli, per questo sto aprendo una fondazione per finanziare e gestire tutte le cure per le persone colpite dalle radiazioni. È il minimo che possa fare per salvare la mia dignità di fronte alla storia, di fronte alla gente che mi conosce per quello che sono e non per quello che era stato il mio bisnonno, di cui porto anche il nome.
domenica, luglio 25
Marchion diro dirondello
«In una libera economia e in un libero stato un gruppo industriale è libero di collocare
la propria produzione dove ritiene sia più conveniente. Io spero soltanto che questo
non accada a scapito della produzione in Italia e degli addetti italiani a cui la Fiat offre attualmente lavoro».
Così parlò Berlusconi Silvio, il Robin Hood di Confindustria e protettore ufficiale di Fiat, dopo aver ricevuto incarico da Agnelli nel lontano 1993. Più di questo non può offrire, la speranza, che volete da lui? Difende gli interessi degli industriali non degli operai! La speranza è tutto quello che rimane del potere operaio degli Italiani. Finché c'è Berlusconi c'è speranza, mangiassero speranza, gli operai.
Marchionne, la volpe, l'ingegno fatto uomo, l'acuto manager, il fine economo non afferra una semplice, banale osservazione: la Fiat, oltre a produrle, le auto, a costo stracciato di costruzione, le deve anche vendere, a prezzo di mercato occidentale...
E gli Italiani? Negli anni Settanta compravano Fiat anche se sapevano che quelle vetture erano dei porpi, in confronto alle marche straniere; le acquistavano perché lo sentivano come un dovere per i lavoratori italiani, oggi si chiederanno una volta per tutte il perché dovranno acquistare Fiat monovolume costruite in Serbia. Al dunque, Marchionne, provasse a venderle in Serbia, allo stesso prezzo italiano; se ci riesce è veramente un mago, altrimenti cambiasse mestiere; potrebbe sempre fare il ministro dello Sviluppo Economico in questo Governo, ne è all'altezza, in questo Governo.
Marchionne non si rende conto di stare provocando una caduta a vite della produzione automobilistica Fiat. C'era un mercato assicurato dagli stessi operai, loro se le producevano e loro se le compravano, dai loro parenti, da i militanti, i simpatizzanti comunisti, già, gli ipotetici nemici degli Agnelli erano i clienti più affezionati della Fiat. Oggi, il kamikaze di Marchionne troverà sempre meno mercato in Italia, cioé il paese che ha ancora lo stomaco di comprare... Ormai gli scioperi degli operai non fanno più paura agli industriali, o si mangiano questa minestra o se la mangiano all'estero. E se fossero i clienti a fare sciopero? Se i clienti della Fiat un giorno decidessero di non comprare auto Fiat? Sarebbe il terrore dei Marchionni! La Fiat auto, è destinata a soccombere, comunque. Del resto tutto ha un termine, anche la vita finché c'è solo speranza... anche i governi se offrono soltanto speranza.
sabato, luglio 24
Le ultime parole famose
"Alcuni parlamentari dovrebbero ricordarsi che senza il Pdl e senza Berlusconi non sarebbero in Parlamento e forse non avrebbero quella visibilita che oggi hanno"
Perciò, ingoiate tutti i rospi che vi propina il Nostro leader Premier, che vi conviene!
Questo è il partito delle libertà, evvaaaiiii!! Inoltre questi onorevoli, non li paga Berlusconi ma gli Italiani, anche quelli con li hanno eletti. Per cui hanno libertà di espressione perché in quello stipen (da) dio c'è anche il sangue degli elettori della sinistra.
Nota dell'ufficio stama del pdl:
Il presidente Silvio Berlusconi non solo è l'unico e legittimo proprietario del simbolo del PdL, ma ne ha la piena disponibilità senza il bisogno dell'autorizzazione di chicchessia anche nel caso di fuoriuscita dal partito di uno dei contraenti che stipularono l'atto notarile il 27 febbraio 2008.
Mai si era visto prima d'ora che un uomo solo è proprietario del simbolo di un partito, solo il simbolo di un'azienda può essere di proprietà del padrone.
mercoledì, luglio 21
Un uomo sincero
Verdini è persona credibile, è quello che contò un milione e più manifestanti in una Piazza San Giovanni che ne può contenere al maxi 500mila, presenti per il comizio del leader del pdl. Il Ministero dell'Interno ne dichiarò 300mila.
Forse è nelle sue doti soprannaturali, quella di moltiplicare i manifestanti, quella di moltiplicare gli euro; forse erano 300mila euro che lui, con la sola forza del pensiero ha moltiplicato in 2.6 milioni, è un sacrificio della concentrazione mentale.
La Finanza non capisce niente, non ha l'acume degli elettori del pdl, quelli che stavano in piazza e rispondevano alle domande del premier, che credono in Verdini e nell' "uomo della Provvidenza" (ndr don Verzè) ciecamente. Perché il premier non interviene, perché non mette una buona parola, per questo buon padre che si sacrifica per la famiglia? Potrebbe farsi lui garante, assicurando la Finanza e mettendo la mano sul fuoco, promettendo che ci andrà lui in galera qualora dovesse risultare colpevole. Non si abbandonano gli amici ( manco per Dell'Utri ebbe il coraggio di deporre, si avvalse della facoltà di non rispondere).
domenica, luglio 18
Evoluzione dell'indignazione degli Italiani
foto-immagine in bianco e nero
era stato tanto amato dagli Italiani
fine del fascismo
30 Aprile 1993 Uscita dall'Hotel Raphael, Largo Febo Roma
video a colori
era stato tanto amato dagli Italiani
fine del craxismo
.. .. 201. ............................
filmato 16/9 alta definizione 3D (con occhialini)
era stato tanto amato dagli Italiani
fine del berlusconvisitor....ismo, ovvero di coloro che si nascondono il volto
dietro una maschera di cerone, celando la realtà.
(prossimamente sugli schermi italiani)
-per la storia è tutto pronto, manca solo la data-
Gli Italiani sono un popolo abulico, se non gli mettono le mani in tasca direttamente, non si svegliano. Sono privi di etica sociale, sono egoisti, reagiscono solo se vengono colpiti in prima persona. Altrimenti accettano tutto da chi li governa, che sia un assassino un dittatore un ladro un amorale non importa, l'importante è che non gli si metta le mani addosso. Permettono sino alle estreme conseguenze. E poi sono costretti a reazioni eccessive, come dileggiare cadaveri, tirare monetine a politici, poco prima osannati e leccati, o decantati con stupide canzoncine del tipo Menomalechelerededicraxic'è. È solo questione di tempo, i poteri sono blindati, i posti di comando sono tutti occupati dai fedeli dell' "amato" di turno. Ma è una panna montata, che produce solo un allungamento della fatidica data . Quando per gli effetti della manovra, figuriamoci non certo per la P3, se non vedono il cazzotto arrivargli direttamente in faccia non si smuovono, gli Italiani capiranno che non ce n'è per nessuno, sanità scuola forze dell'ordine, pensioni... e si sentiranno defraudati derubati coglionati... allora scatterà l'impulso di rivolta... e se la prenderanno con colui che avevano innalzato... più in alto si va più la caduta sarà rovinosa. Grazie a Silvio. Gli Italiani gli saranno grati che si sacrificherà per loro. Menomalechesilvioce, altrimenti con chi se la prenderanno? con i comunisti, che non esistono più? con le toghe rosse, le stesse che hanno arrestato 300 della 'ndrangheta, coordinate dal procuratore Boccassini, toga rossa per eccellenza? ma se il Governo nella figura del premier si è preso il merito di quest'azione anticrimine, come credergli ancora? Non resta che lui. Eppure sono convinto di un fatto, quando si sarà tolto definitivamente la maschera, palesando il vero volto anche agli occhi di coloro che lo adorano, ci sarà ancora qualcuno che gli crederà.