giovedì, aprile 8
Roma Edo andata senza ritorno parte 1
preambolo
Isshina - È come Kadō.
Nino - Se cadi te reggo io.
Isshina - Ah ah, no cado, Kadō… ah ah!
Nino - Che stai a di’? Nun te capisco.
Is - No, io no cado eh eh.
Nino - Stai sempre a ride’. E ridi… e ridiamo. Isshina… mannaggia… mannaggia…
Is - Cosa managgia?
Nino - E cosa...
Is - Dici cosa…
Nino - Sì, ma non cade’. È che più ridi e più me piaci. Te prego, nun ridere.
Is – Ah ah ah che dici tu, io non capire… nun eh eh nun che vuole dire?
Nino – Non.
Is – Non… non devo ridere?
Nino - Ma no, così per dire. Annamo?
Is – Annamo, eh eh .
Nino – Annamo? Ah no, eh?! Basto io a biascica’ l’Italiano.
Is – Molto bello qui.
Nino – Eh sì. Non è molto che c’è ‘sto giardino. Quando ieri m’hai detto che te piacciono li fiori, m’è venuto in mente l’Aventino.
Is – Qual è rosa che piace di più a te?
Nino – Rosa? Rose rosse, sarò banale ma le rose rosse me attizzano.
Is – Attizzano?
Nino – Me mettono foco, fuoco.
Is – Sì, fuoco. Ma rosso è anche sangue.
Nino – No, è triste sangue, perché?
Is – Sangue…
Nino – E che d’è mò, sta faccia? Oh Isshina, che c’è?
Isshina si gira intorno, colta dal panico.
Is – Andiamo, io ho presentimento cattivo.
Nino – Stai calma, non c’è niente, tutto tranquillo.
Is – Sì, tranquillo… tutto tranquillo, andiamo.
Nino si dirige per una scorciatoia, la vuole accompagnare a casa dell’amica prima che questa vada via.
Nino – Aumentiamo il passo, il treno le parte tra un’ora. Mi lascia le chiavi per te, così puoi rimanere a Roma ancora per qualche giorno. Se svoltiamo di lì dimezziamo.
Nella penombra di un viottolo, sotto una cascata di frasche, penzolanti da un alto muro antico, dei balordi stanno affaccendati in loschi traffici. Nino, appena accortosi della loro presenza , fa dietrofront trascinandosi Isshina. “Nino!” , una voce dal gruppo, tonante, metallica si prolunga in un'eco e gli arriva allo stomaco come un cazzotto. Nino ha un piccolo sbandamento, Isshina lo guarda in volto, lui è sbiancato, prosegue facendo finta di niente. “Nino, che fai non saluti gli amici?” Nino guarda avanti, si trovano in uno stretto intestino murato, privo di uscite laterali. Si ferma.
Isshina – Chi sono?
Nino si irrigidisce, trattiene il respiro. Poi, come liberatosi da un’ardua decisione, butta via tutto il fiato: “Isshi, tu ora vai avanti, non ti fermare, non ti girare” “Ma Nino… “ “Vai!”, la spinge docilmente. Isshina si volta per cogliere il suo sguardo ma lui è irreversibile: “Non ti girare, non ti girare”.
“Allora? Ci devi dare qualcosa, vero? Non parli? Prendete la ragazza”
Nino si getta sul gruppo e grida: “Scappaaa, Isshi…”, un forte colpo dietro la nuca lo ammutolisce e stende.
La ragazza incomincia a correre, terrorizzata. Entra in un labirinto di vicoli, sente i passi dei due teppisti schiaffeggiare i basoli bagnati. Chiama aiuto ma sembra che nessuno abiti quel luogo, quelle case. Finalmente distingue una figura, seduta ad un uscio, una donna anziana è assorta al ricamo. “Signora,, chiami aiuto, mi nseguono dei delinquenti …” La donna, alza lo sguardo, ha le pupille grigie, consumate: “Se tu conoscessi tutti gli uomini del mondo, dovresti anche piangerli tutti” “Cosa? Chiamate aiuto!” I teppisti si fermano a pochi metri, notano la donna e avanzano piano. La vecchia si alza lentamente e si frappone alla ragazza; con la mano destra tocca il viso di uno di loro, ne segue i lineamenti; si ferma sulla fronte, il teppista accenna ad una reazione ma si blocca disorientato: “Che diavolo…?” L’altro si getta sulla ragazza, la blocca per un polso.
"Questa terra è consacrata"
"Che dice la vecchia?"
"Ragazzi, c'è troppa gente, andiamocene..."
"Che cazzo stai dicendo? Stiamo solo noi e la vecchia"
"Troppi, ci hanno circondati"
"E levati quella mano dalla fronte, prendiamo questa e filiamo"
"Oh cazzo, ci stanno addosso, ci stringono ci stringonoo..."
"Ma cosa..."
Spariscono tutti. Isshi si guarda intorno agitata. ma quando incontra lo
sguardo sereno della donna, sente infondersi una grande serenità.
Inchina il capo e se ne va.
Sopraggiunge Nino: "Sapessi che è successo!"
"Sono scomparsi"
"Sì... anche a te?"
"Sì, guarda... quella signora...", si gira. "Lì, c'era una donna... sarà entrata..."
Isshina si sposta, qualcosa non la convince. "È un terrapieno?"
"È un terrapieno, perché cosa deve essere?"
"Io ho visto porte, finestre, entrate, erano case... la donna stava all'uscio
di una porta. Non c'è più niente."
""Non mi meraviglio, ci è capitato qualcosa di molto strano".
parti successive
continua parte 2
parte 3
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento