Vi sono alcune leggende metropolitane diffuse in modo capillare dalla meravigliosa macchina da guerra del cosiddetto ex-premier (titolo a vita).
1 Berlusconi è un leader
Berlusconi non può essere leader di una proprietà personale, lui è solo il padrone della bottega e comanda semplicemente per questo, non per un carisma conquistato. La sua carriera politica inizia a 53 anni e si acquista il titolo di leader all'istante; un vero leader politico inizia giovanissimo e calàmita i seguaci dopo una maturazione ed esperienza politica senza spendere un centesimo, decide in base al bene comune e per tale motivo è riconosciuto leader. Berlusconi invece ha fondato un partito come investimento personale, collegandolo alle sue aziende, sono tutti suoi dipendenti.
2 Berlusconi è una persona generosa
Sarà anche generoso ma non altruista. Berlusconi è generoso solo con chi in cambio gli dà qualcosa, finanziaria, politica, sessuale, segreta. Non si è mai saputo di un Berlusconi che abbia fatto una donazione ad una famiglia di disperati, ad una pensionata malata al minimo della pensione. Si potrebbe obiettare che forse si produce in beneficenza senza pubblicizzarla. Ma lui è la persona più megalomane che esiste nel panorama italiano, se avesse compiuto un solo di quei gesti se ne sarebbe parlato su tutte le televisioni di suo dominio, su tutti i giornali di sua pertinenza. Signorini avrebbe fatto un elenco dei miracolati dal suo capo. Niente. Berlusconi è così megalomane che si era pubblicizzato sinanche le intenzioni di quello che non aveva ancora realizzato: i fantomatici ospedali per i bambini in Africa, insieme a Bertolaso, idea che però ha dovuto abbandonare perché richiamato ai doveri come Cincinnato, per salvare la Patria. L'unica volta che è andato in Africa è stato nel resort del suo amico Briatore, per stare a pancia all'aria con la sua fidanzatina. Di ospedali per bambini neanche l'ombra, una pura invenzione di propaganda costruita ad arte. Tra l'altro parlare di ospedali per bambini è una boutade ridicola, servono ospedali toucourt, dire bambini però colpiva le corde sensibili degli elettori.
Per colpa di quei cattivoni giudici comunisti non ha potuto fare ospedali; li poteva realizzare lo stesso se ci teneva tanto, non lo ha fatto, forse perché era necessaria la sua presenza, li voleva costruire con le proprie mani.
3 Berlusconi è uno statista.
Berlusconi non solo non è uno statista ma non è neanche un politico, è un imprenditore che ha usurpato un titolo politico per fini personali, tutto il resto è contorno.
4Berlusconi è amato dai suoi seguaci politic.
Per nulla, la Santanchè lo definì mafioso, come anche Bossi della prima stagione. Il potere dei soldi è enorme e le ambizioni vanno ben oltre l' orgoglio e la logica della coerenza. La maggior parte delle persone, che segue Berlusconi lo fa per denaro e carriera (tutti), non esiterebbero un attimo a lasciarlo se trovassero una opportunità migliore. Alcuni, certo, lo vogliono bene, perchè gli sono riconoscenti. Ma si può osannare uno come leader solo perché gli si è riconoscenti?
5 Berlusconi è finito politicamente dopo la condanna.
Assolutamente no. Non essendo un vero leader e un vero politico, Berlusconi non finirà un bel niente. Sono vent'anni che ci scalda le ossa, ha fatto di tutto e sta ancora lì. Un politico vero sarebbe finito al primo scandalo, sarebbe bastata la lettera della moglie ai giornali: "Mio marito frequenta minorenni, è un malato!", per concludere all'istante la carriera politica. Lui no, perché è il padrone con la borsa dei soldi, lui paga, promette poltrone di prestigio ed i seguaci lo sostengono, le televisioni ed i giornali di proprietà battagliano per bombardare gli elettori con la più potente propaganda politica che non ha mai avuto un uomo solo in Italia dai tempi di Mussolini. Ed eccolo lì.
conclusioni
Berlusconi, dentro o fuori il Parlamento continuerà a "fare" politica, dettando gli ordini alla proprietà privata, erroneamente chiamata partito; continuerà a prendere lo stesso tanti voti perché le sue televisioni e i suoi mezzi di informazione lo tengono sempre "in vita", non ha l'oblio come un Fini qualsiasi. Solo quando la mente incomincerà a sbarellare, per l'età o altro, allora i suoi tanto "fedeli" seguaci lo abbandoneranno ed il partito-azienda si scioglierà "come neve al sole".
E solo allora si potrà mettere seriamente mano ad una legge sul conflitto di interessi, affinché mai più in Italia una abnormità simile possa ripetersi.
Mah!
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