Il desiderio di comando spesso è il sintomo di una psicopatia. Lo hanno alcuni politici, primi ministri.
È una costante nelle dittature. La storia dell'uomo è piena di eventi causati da personaggi di tal genere. Nonostante questi individui siano dotati di una certa intelligenza, non è infrequente che cadano in errore, proprio a causa del loro squilibrio. L'impulsività accompagna la voglia di aumentare il potere e spinge a certe decisioni e comandi senza tenere conto delle conseguenze. Sin quando si tengono nel loro territorio i loro difetti sono i loro pregi e i loro assassinii legge; così possono durare a lungo e sperare di morire di morte naturale come Stalin, Franco, Tito, Pinochet avendo ben cura di annientare col sangue ogni accenno di opposizione.
La culla che si creano aumenta sempre di più il loro allontanamento dalla realtà, e quando i loro impulsi di potere sconfinano oltre il loro dominio, per la comunità internazionale gli eccessi si tramutano in errori.
È quello che sta accadendo a Putin. È penetrato in territorio ucraino con una colonna di blindati senza valutare che un'azione simile sarebbe stata subito scoperta e bollata dalla Nato. Ancor più ingenuamente ha negato l'evidenza, con tutti i satelliti che esistono. Si era mosso con un attento piano, facendo muovere l'esercito paramilitare russo, paventato come forza volontaria rivoluzionaria ucraina, conquistando la Crimea. Ma il rallentamento del piano di annessione di altri lembi di territorio ucraino, lo ha reso impaziente e l'impulsività gli ha fatto commettere il primo errore palese.
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