Il simpatico Christian De Sica, si presenta davanti un gruppo di giovani che hanno appena concluso un'attività sportiva, con una scatoletta di carne bollita in gelatina.
Gruppo- "Ma è De Sica"
Chr.- "No De Sica, è questa cosa che ho in mano"
Gruppo- "E che ci dobbiamo fare?"
Chr.- "Oh bella! Ve la dovete mangiare"
Gruppo- "Non sapevamo che ti eri ridotto con le pezze a culo"
Chr.- "Grazie, delicatissimi..."
Gruppo- "Te costava troppo invitarce in trattoria?"
Chr.- "E chi ve conosce?"
Gruppo- "Ma sei tu che ti sei presentato all'improvviso..."
Chr.- "E te credo... me pagano..."
Gruppo- "E noi?"
Chr.- "E voi magnate gratis"
Gruppo- "Ma non ci piace!"
Chr- "E su, non fate gli schizzinosi. Anch'io ci mangio con questa"
Gruppo- "Te la mangi con noi?"
Chr- "Ma de che? Ci mangio nel senso che ci lavoro, io dopo vado al ristorante".
Si mettono a tavola.
Chr.- "E che caz... Ve siete mangiati anche la mia...!"
Gruppo- "Scusa, hai detto che non ti piaceva."
Chr.- "Lo so, non è per me, è per il gatto de casa".
mercoledì, giugno 29
giovedì, giugno 23
Tonno pubblicità vs realtà
Il più vivace Alessandro Gassman che ha sostituito il pesce lesso di balla coi lupi, nella pubblicità di un noto marchio di tonno in scatola. Il tema centrale è sempre lo stesso, c'è questo single figo conteso da tutte le milf allupate della zona, con mariti contenti.
In una delle strisce, Alessandro saluta l'arrivo degli amici, dopo un viaggio di 400 chilometri in auto, affamati come delle bestie. E neanche fermano l'auto che già gli chiedono, fiduciosi, cosa abbia preparato di buono. Per risposta, Alessandro esce dalla tasca una scatoletta di tonno, e gli amici... cioè, siccome è una pubblicità si va nella commedia dell'impossibile, gli amici restano piacevolmente sorpresi; si riuniscono a tavola intorno questa scatoletta di tonno, entusiasti come se stessero in presenza di una scatola di pregiatissimo caviale del Volga...
Nella realtà si comporterebbero in maniera leggermente diversa: appena identificano tra le mani di Gassman quella misera scatoletta, fanno inversione indirizzandosi al ristorante più vicino... mandando sonoramente a quel paese.. con improperi e offese di ogni genere, il proprietario della scatoletta.
versione 1
amici- "Che ci hai preparato di buono?"
Ale -"Che dite, basta?""
amici- "Eh?"
Ale (protende il braccio"- "Questo!"
amici (mettono a fuoco)- " 'Na scatoletta de tonno?"
Ale (convinto)- "Eh!"
amici: "Alessa', te va sempre de scherza!"
Ale- "Questo è..."
"Cioè, famose a capi'. Noi se semo fatti 400 chilometri de machina, avemo il culo a ciambella, pe' venitte a trovatte... in questo posto abbandonato da Dio e tu ce accogli co' 'na scatoletta de tonno?"
Ale- "È buona!"
amici (ex?)- "Ci hai guardato bene? Secondo te ce sfami co' 'na scatoletta?"
Alessandro resta in silenzio.
Respiro profondo dell'intera comotiva e in coro:
"Ah Alessa' ! Ma vattene un po' affanculo!"
Girano l'auto.
"A pezzente, a morto de fame, a misero! 'A prossima volta che ce inviti, nun te scomoda', te la spedimo noi 'na ciriola co a mortazza."
versione 2
comitiva di amici in auto: "Scrivi un messaggio su whatsapp; digli che arrivamo così prepara da magna' " "Ecco... anche un selfi?" "E dai, vai..."
I 5, tre maschi e due femmine, con le bocche spalancate e aggressivi, inquietanti.
Il messaggio arriva ad Alessandro, che quando lo apre, sbianca. Resta qualche secondo a pensare. Poi di scatto va in cucina. Incomincia a cercare, apre sportelli, cassetti ma non trova.
"Dove sta...? "
Compagna- "Cosa?"
Alessandro, scorge qualcosa dentro la pattumiera: "Ah!" La prende. La fa vedere alla compagna.
Compagna- "È scaduta..."
Ale- "Meglio!"
Poco dopo:
amici (dall'auto) salutano Alessandro- "Siamo affamati Che ci hai preparato di buono?"
Alessandro dalla finestra, senza proferire parola, sorridente mostra una scatoletta di tonno.
amici commentano tra loro- "Che è?"
"Sarà 'na scatoletta de salmone?" "Nun metto a foco..." "Aspetta un po'... 'na scatoletta de tonno?!" "De tonno?" "Anvedi questo, co' tutti i sordi che guadagna... che morto pezzente"
"Alessa' , che ce famo co' 'na scatoletta de tonno?"
Alessandro non parla, resta sorridente immobile con la scatoletta di tonno in mano e braccio alzato.
amici- "Ma che tiene 'na paresi? Alessa', Alessandroo?"
-Gira, annamo a quella trattoria che avemo visto mezz'ora fa. Lassamolo perde' a questo. Se facciamo in tempo a pranzo oggi scontano la metà."
"A pezzente, a morto de fame, a misero! 'A prossima volta che ce inviti, nun te scomoda', te la spedimo noi 'na ciriola co a mortazza."
Alessandro immobile col sorriso e la scatoletta di tonno in mano. Aspetta sino a quando gli 'amici' non si allontanano. Si sente solo a denti stretti, a voce bassa, un "morti de fame ce sarete voi..."
Compagna: "Allora?"
Alessandro si gira sempre col sorriso e la scatoletta di tonno e braccio alzato.
Compagna- "E allora?"
Alessandro butta finalmente l'aria, e manda un sospiro di sollievo, come se fino a quel momento fosse rimasto in apnea. "Ce la semo sfangataaa. Una rottura de cojoni da niente... 'Sti scrocconi, come se non li conoscessi... Erano capaci di piazzarsi qua tutta la stagione, vitto e alloggio del sottoscritto. Morti de fame ce sarete voi..."
Si guarda la scatoletta di tonno tra le mani, la lancia alla compagna. "Tie', dalla al gatto!"
Compagna- "Ma noi non abbiamo gatti"
Alessandro- "... e dalla ai sorci. Quelli non mancano mai".
In una delle strisce, Alessandro saluta l'arrivo degli amici, dopo un viaggio di 400 chilometri in auto, affamati come delle bestie. E neanche fermano l'auto che già gli chiedono, fiduciosi, cosa abbia preparato di buono. Per risposta, Alessandro esce dalla tasca una scatoletta di tonno, e gli amici... cioè, siccome è una pubblicità si va nella commedia dell'impossibile, gli amici restano piacevolmente sorpresi; si riuniscono a tavola intorno questa scatoletta di tonno, entusiasti come se stessero in presenza di una scatola di pregiatissimo caviale del Volga...
Nella realtà si comporterebbero in maniera leggermente diversa: appena identificano tra le mani di Gassman quella misera scatoletta, fanno inversione indirizzandosi al ristorante più vicino... mandando sonoramente a quel paese.. con improperi e offese di ogni genere, il proprietario della scatoletta.
versione 1
amici- "Che ci hai preparato di buono?"
Ale -"Che dite, basta?""
amici- "Eh?"
Ale (protende il braccio"- "Questo!"
amici (mettono a fuoco)- " 'Na scatoletta de tonno?"
Ale (convinto)- "Eh!"
amici: "Alessa', te va sempre de scherza!"
Ale- "Questo è..."
"Cioè, famose a capi'. Noi se semo fatti 400 chilometri de machina, avemo il culo a ciambella, pe' venitte a trovatte... in questo posto abbandonato da Dio e tu ce accogli co' 'na scatoletta de tonno?"
Ale- "È buona!"
amici (ex?)- "Ci hai guardato bene? Secondo te ce sfami co' 'na scatoletta?"
Alessandro resta in silenzio.
Respiro profondo dell'intera comotiva e in coro:
"Ah Alessa' ! Ma vattene un po' affanculo!"
Girano l'auto.
"A pezzente, a morto de fame, a misero! 'A prossima volta che ce inviti, nun te scomoda', te la spedimo noi 'na ciriola co a mortazza."
versione 2
comitiva di amici in auto: "Scrivi un messaggio su whatsapp; digli che arrivamo così prepara da magna' " "Ecco... anche un selfi?" "E dai, vai..."
I 5, tre maschi e due femmine, con le bocche spalancate e aggressivi, inquietanti.
Il messaggio arriva ad Alessandro, che quando lo apre, sbianca. Resta qualche secondo a pensare. Poi di scatto va in cucina. Incomincia a cercare, apre sportelli, cassetti ma non trova.
"Dove sta...? "
Compagna- "Cosa?"
Alessandro, scorge qualcosa dentro la pattumiera: "Ah!" La prende. La fa vedere alla compagna.
Compagna- "È scaduta..."
Ale- "Meglio!"
Poco dopo:
amici (dall'auto) salutano Alessandro- "Siamo affamati Che ci hai preparato di buono?"
Alessandro dalla finestra, senza proferire parola, sorridente mostra una scatoletta di tonno.
amici commentano tra loro- "Che è?"
"Sarà 'na scatoletta de salmone?" "Nun metto a foco..." "Aspetta un po'... 'na scatoletta de tonno?!" "De tonno?" "Anvedi questo, co' tutti i sordi che guadagna... che morto pezzente"
"Alessa' , che ce famo co' 'na scatoletta de tonno?"
Alessandro non parla, resta sorridente immobile con la scatoletta di tonno in mano e braccio alzato.
amici- "Ma che tiene 'na paresi? Alessa', Alessandroo?"
-Gira, annamo a quella trattoria che avemo visto mezz'ora fa. Lassamolo perde' a questo. Se facciamo in tempo a pranzo oggi scontano la metà."
"A pezzente, a morto de fame, a misero! 'A prossima volta che ce inviti, nun te scomoda', te la spedimo noi 'na ciriola co a mortazza."
Alessandro immobile col sorriso e la scatoletta di tonno in mano. Aspetta sino a quando gli 'amici' non si allontanano. Si sente solo a denti stretti, a voce bassa, un "morti de fame ce sarete voi..."
Compagna: "Allora?"
Alessandro si gira sempre col sorriso e la scatoletta di tonno e braccio alzato.
Compagna- "E allora?"
Alessandro butta finalmente l'aria, e manda un sospiro di sollievo, come se fino a quel momento fosse rimasto in apnea. "Ce la semo sfangataaa. Una rottura de cojoni da niente... 'Sti scrocconi, come se non li conoscessi... Erano capaci di piazzarsi qua tutta la stagione, vitto e alloggio del sottoscritto. Morti de fame ce sarete voi..."
Si guarda la scatoletta di tonno tra le mani, la lancia alla compagna. "Tie', dalla al gatto!"
Compagna- "Ma noi non abbiamo gatti"
Alessandro- "... e dalla ai sorci. Quelli non mancano mai".
venerdì, giugno 17
Luz negra
mercoledì, giugno 8
La notte
La luce si ricava dalla sottrazione del buio...
Barnaby prediligeva la notte per ordinare i pensieri. Nella sua antica dimora, la luce tremula delle vecchie lampade a incadescenza, produceva ombre e penombre che avvolgevano pareti, tende, corridoi, sprigionando misteriose presenze. Quella casa l'aveva acquistata così, con tutto il carico di arredo antico, intoccata dagli eredi per rispetto della memoria. Lui, che aveva sempre vissuto in appartamenti high tech, dai contorni netti e puliti, con la luce fredda dei led che abbagliano le pareti bianche senza ombre, nessun mistero, restava affascinato dalla ridondanza di linee, forme, volumi, che si rincorrevano, creando un indefinibile scarabocchio sulla tela del campo visivo. Una tale ricchezza di immagini, stimolava la mente. Una di quelle ombre poteva anche fare un movimento innaturale ma lì non avrebbe destato inquietudine.
Barnaby prediligeva la notte per ordinare i pensieri. Nella sua antica dimora, la luce tremula delle vecchie lampade a incadescenza, produceva ombre e penombre che avvolgevano pareti, tende, corridoi, sprigionando misteriose presenze. Quella casa l'aveva acquistata così, con tutto il carico di arredo antico, intoccata dagli eredi per rispetto della memoria. Lui, che aveva sempre vissuto in appartamenti high tech, dai contorni netti e puliti, con la luce fredda dei led che abbagliano le pareti bianche senza ombre, nessun mistero, restava affascinato dalla ridondanza di linee, forme, volumi, che si rincorrevano, creando un indefinibile scarabocchio sulla tela del campo visivo. Una tale ricchezza di immagini, stimolava la mente. Una di quelle ombre poteva anche fare un movimento innaturale ma lì non avrebbe destato inquietudine.
sabato, giugno 4
ricordi sbiaditi dal nuovo mondo
Quando vidi la ragazza avvicinare il viso alla maschera di Lincoln, e farsi scattare una foto, non ebbi per niente il desiderio di imitarla, lo consideravo di dubbio gusto, anche se è esposta in un museo d'arte. Pensai che tra dipinti e statue, non è una scultura, un'opera d'arte, è un calco in bronzo, su un cadavere pensai... una memoria storica sarebbe dovuta trovarsi in altro sito, magari un sacrario. Avevo un dubbio, lessi di nuovo, life mask, quel calco fu fatto in vita.
Però è sempre macabro.
Di recente è stata fatto un ritratto di Obama con la stampante 3d . L'idea di fare una riproduzione del Presidente degli Stati Uniti, prendendogli il "calco digitale" è nata proprio pensando al calco di Lincoln rilevatogli in vita.
Però è sempre macabro.
Di recente è stata fatto un ritratto di Obama con la stampante 3d . L'idea di fare una riproduzione del Presidente degli Stati Uniti, prendendogli il "calco digitale" è nata proprio pensando al calco di Lincoln rilevatogli in vita.
giovedì, giugno 2
Carlo Verdone Circus Roma, novità dvd
Esce in ritardo la versione dvd di Circus Roma, film di Carlo Verdone del 2011, una delle pellicole più riuscite del cineasta attore romano. Meglio tardi che mai. Nel dvd sono aggiunti alcuni minuti di girato, tagliati nella versione da sala e gli immancabili backstage, un film nel film, per la cura degli animali. Riproponiamo la recensione all'uscita del film, Natale 2011.
Circus Roma- grande ritorno di Carlo Verdone al suo miglior cinema di sempre.
A differenza dei due film omonimi, quello americano e il più recente bosniaco Cirkus Columbia, dove il circo è solo nel titolo,
in questo film il circo si vede, eccome...
Finalmente Verdone si discosta dal solito ruolo di borghese romano depresso, declinato in tutte le sue varianti,
che con tutta sincerità ci aveva già da tempo triturato e consumato les balls.
Un ritorno al passato? Non proprio, se nei film come viaggi di nozze, i trasformismi istrionici,
erano a servizio dei singoli personaggi, in questo film sono tutti per un solo personaggio,
che si camuffa per necessità, una macchietta consapevole.
La storia prende spunto da un vero fatto di cronaca, accaduto pochi anni fa:
un impresario di un piccolo circo locale, oberato dai debiti, non potendo più sostenere le spese, liberò gli animali esotici nella periferia sud di Roma.
Andre Vitale, il proprietario di un piccolo e sgangherato circo locale, cerca di portare avanti, con mille difficoltà, l' antica e gloriosa tradizione di famiglia. Tra animali reali e animali di varia umanità, si snoda una vicenda tra il divertente e il malinconico; il vecchio zio clown che un tempo remoto formava duetto di fama mondiale con il padre di Vitale, i fratelli vitali, , sembra la maschera triste di Buster Keaton."Io dopo lo spettacolo comico de mi' zio me devo pija' un antidepressivo";
nani e ballerine avanti negli anni che vengono sostituite ma non licenziate con delle ex partecipanti al GF in rovina; gli abitanti del circo hanno una vita esterna, un loro doppio, che sebbene Verdone abbozzi soltanto, ci fa intuire i diversi impatti di ciascuno in una metropoli caotica e la sua periferia.
Vitale si rende conto di non riuscire a sostenere i debiti e cerca di salvare il salvabile.
Per non farsi confiscare gli animali, il piccolo zoo è il principale bene di sostentamento del circo, decide di nasconderli da amici e parenti, distribuendoli tra la periferia e la (ex) gloriosa Campagna romana, un arguto modo per visionare e registrare le trasformazioni subite nell' Agro romano. Vitale decide che i pavoni della povera zia Clara, piuttosto che finire arrosto per gli strozzini, si mettano in libertà. Lo zio si ricorda di un luogo idilliaco nel profondo selvaggio del paesaggio romano; ma arrivati a destinazione ci trovano enormi comprensori edilizi, circondati da terra arida. "Anche qua, zio, se so' allargati" "Peccato, mi sembra ieri che ce venivo a prendere le cicorie co' tu padre e nonna" "Nonna?" "Nonna mia" "Ahhh!" "E allora, ce resta solo una cosa... " "No... dichi, zi' ?!?" I pavoni della povera zia Clara finiscono a spiedino in una grande tavolata tra circensi. L'elefantessa Nonna Sabella con oltre cento anni di età, viene messa a pascolare con le bufale: "Siamo sicuri che non vengono a fare ispezioni?" "Te l'ho detto- dice l'allevatore- qua non viene nessuno. Hanno paura delle scorie radioattive... a proposito ecchite le mozzarelle che ti avevo promesso" ; lo scimpanzé conte Oliver, che a dire di Vitale è il fratello giovane di Cita, trova un improbabili alloggio; il coccodrillo Mississipi viene messo in una marana: "È il suo ambiente naturale", dice il proprietario, "E se qualcuno si fa un bagno?" "Ma chi? In questa fogna?! e anche se fosse, prima che er coccodrillo lo mozzica, quello già more avvelenato" "Allora anche Mississipi..." "Noo, lui trattene er respiro..."
Il circo diventa un'isola protetta in una città incomprensibile e aggressiva, il capovolgimento dell' osservatore. È un pretesto per guardare la società romana, da un punto di vista distaccato. Le persone del circo sono i veri spettatori del mondo che li circonda.
Bella la scena a Roma quando Verdone-Vitale seduto ad un tavolino con la compagna, osserva con una lunga e ampia carrellata le scene di varia umanità che lo circondano, comprensive dei loro colori e rumori: "Sarà... a me questa sembra tutta una finzione, il mondo reale io lo trovo dentro il circo".
Vitale diventa il mattatore della storia, il circo vero lo fa fuori e dentro il tendone (giallorosso per un ovvio motivo), con i suoi trasformismi, quando per sfuggire ai creditori, si traveste nei più svariati personaggi dell' arte circense. Una volta è il forzuto, una volta il domatore che per non svelarsi agli ufficiali giudiziari è costretto ad entrare nella gabbia delle tigri, poi il trapezista con gli esiti che si possono immaginare. E infine il clown con lo zio, quasi a riformare l'antica coppia, una finzione costretta che avrà un esito non previsto. Vitale scopre di fare ridere il pubblico dei bambini, distratti finalmente dalle loro nintendo, giunti con una scolaresca in un ultimo spettacolo gratuito organizzato dalla sua compagna, una insegnate elementare totalmente estranea al mondo del circo. "Zio, ma stanno ridendo?" "E certo, i bambini ridono, con quella faccia da bamboccione che ti ritrovi!". Forse il circo fallirà ma le risate di quei bambini lo allieteranno per una speranza di un futuro migliore.
Con qualche delicato e centrato omaggio al grande cinema di genere, da Chapline a Fellini , sincero e spontaneo, un eccellente Verdone, che oltre a far riflettere fa anche sorridere con piacere emotivo, degno della migliore commedia dei maestri Monicelli e Risi, da non perdere .
Circus Roma- grande ritorno di Carlo Verdone al suo miglior cinema di sempre.
A differenza dei due film omonimi, quello americano e il più recente bosniaco Cirkus Columbia, dove il circo è solo nel titolo,
in questo film il circo si vede, eccome...
Finalmente Verdone si discosta dal solito ruolo di borghese romano depresso, declinato in tutte le sue varianti,
che con tutta sincerità ci aveva già da tempo triturato e consumato les balls.
Un ritorno al passato? Non proprio, se nei film come viaggi di nozze, i trasformismi istrionici,
erano a servizio dei singoli personaggi, in questo film sono tutti per un solo personaggio,
che si camuffa per necessità, una macchietta consapevole.
La storia prende spunto da un vero fatto di cronaca, accaduto pochi anni fa:
un impresario di un piccolo circo locale, oberato dai debiti, non potendo più sostenere le spese, liberò gli animali esotici nella periferia sud di Roma.
Andre Vitale, il proprietario di un piccolo e sgangherato circo locale, cerca di portare avanti, con mille difficoltà, l' antica e gloriosa tradizione di famiglia. Tra animali reali e animali di varia umanità, si snoda una vicenda tra il divertente e il malinconico; il vecchio zio clown che un tempo remoto formava duetto di fama mondiale con il padre di Vitale, i fratelli vitali, , sembra la maschera triste di Buster Keaton."Io dopo lo spettacolo comico de mi' zio me devo pija' un antidepressivo";
nani e ballerine avanti negli anni che vengono sostituite ma non licenziate con delle ex partecipanti al GF in rovina; gli abitanti del circo hanno una vita esterna, un loro doppio, che sebbene Verdone abbozzi soltanto, ci fa intuire i diversi impatti di ciascuno in una metropoli caotica e la sua periferia.
Vitale si rende conto di non riuscire a sostenere i debiti e cerca di salvare il salvabile.
Per non farsi confiscare gli animali, il piccolo zoo è il principale bene di sostentamento del circo, decide di nasconderli da amici e parenti, distribuendoli tra la periferia e la (ex) gloriosa Campagna romana, un arguto modo per visionare e registrare le trasformazioni subite nell' Agro romano. Vitale decide che i pavoni della povera zia Clara, piuttosto che finire arrosto per gli strozzini, si mettano in libertà. Lo zio si ricorda di un luogo idilliaco nel profondo selvaggio del paesaggio romano; ma arrivati a destinazione ci trovano enormi comprensori edilizi, circondati da terra arida. "Anche qua, zio, se so' allargati" "Peccato, mi sembra ieri che ce venivo a prendere le cicorie co' tu padre e nonna" "Nonna?" "Nonna mia" "Ahhh!" "E allora, ce resta solo una cosa... " "No... dichi, zi' ?!?" I pavoni della povera zia Clara finiscono a spiedino in una grande tavolata tra circensi. L'elefantessa Nonna Sabella con oltre cento anni di età, viene messa a pascolare con le bufale: "Siamo sicuri che non vengono a fare ispezioni?" "Te l'ho detto- dice l'allevatore- qua non viene nessuno. Hanno paura delle scorie radioattive... a proposito ecchite le mozzarelle che ti avevo promesso" ; lo scimpanzé conte Oliver, che a dire di Vitale è il fratello giovane di Cita, trova un improbabili alloggio; il coccodrillo Mississipi viene messo in una marana: "È il suo ambiente naturale", dice il proprietario, "E se qualcuno si fa un bagno?" "Ma chi? In questa fogna?! e anche se fosse, prima che er coccodrillo lo mozzica, quello già more avvelenato" "Allora anche Mississipi..." "Noo, lui trattene er respiro..."
Il circo diventa un'isola protetta in una città incomprensibile e aggressiva, il capovolgimento dell' osservatore. È un pretesto per guardare la società romana, da un punto di vista distaccato. Le persone del circo sono i veri spettatori del mondo che li circonda.
Bella la scena a Roma quando Verdone-Vitale seduto ad un tavolino con la compagna, osserva con una lunga e ampia carrellata le scene di varia umanità che lo circondano, comprensive dei loro colori e rumori: "Sarà... a me questa sembra tutta una finzione, il mondo reale io lo trovo dentro il circo".
Vitale diventa il mattatore della storia, il circo vero lo fa fuori e dentro il tendone (giallorosso per un ovvio motivo), con i suoi trasformismi, quando per sfuggire ai creditori, si traveste nei più svariati personaggi dell' arte circense. Una volta è il forzuto, una volta il domatore che per non svelarsi agli ufficiali giudiziari è costretto ad entrare nella gabbia delle tigri, poi il trapezista con gli esiti che si possono immaginare. E infine il clown con lo zio, quasi a riformare l'antica coppia, una finzione costretta che avrà un esito non previsto. Vitale scopre di fare ridere il pubblico dei bambini, distratti finalmente dalle loro nintendo, giunti con una scolaresca in un ultimo spettacolo gratuito organizzato dalla sua compagna, una insegnate elementare totalmente estranea al mondo del circo. "Zio, ma stanno ridendo?" "E certo, i bambini ridono, con quella faccia da bamboccione che ti ritrovi!". Forse il circo fallirà ma le risate di quei bambini lo allieteranno per una speranza di un futuro migliore.
Con qualche delicato e centrato omaggio al grande cinema di genere, da Chapline a Fellini , sincero e spontaneo, un eccellente Verdone, che oltre a far riflettere fa anche sorridere con piacere emotivo, degno della migliore commedia dei maestri Monicelli e Risi, da non perdere .
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