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Franceschini contesta al presidente del consiglio l’ iscrizione come capogruppo alla lista per le Europee, adducendo che è una presa in giro per l’elettore, perché come rappresentante del governo non può essere eletto deputato europeo. Al di là di una mancanza di normative che vieti al suddetto tale partecipazione, ciò su cui c’è da meditare non è tanto la paura, secondo il centro-destra, di Franceschini di non accettare la sfida lanciatagli da B. di porsi a sua volta a capo della propria lista, ma la paura di B. di fare muovere il partito da solo. Forse teme che senza la sua faccia-manifesto, il PDL perda voti? Attualmente ciò sembra inverosimile, ormai il PDL vince anche se nella lista ci fosse Totò Riina. In realtà il partito che ha creato ora può muoversi senza le sue gambe, perché solo ora è costituito da forze aggregate la cui origine è estranea a FI. Eppure proprio ora ha più paura di lasciare il partito da solo. A questo punto sorge il sospetto che una vittoria senza la sua faccia, senza il suo nome a marchio del partito, possa minare il suo prestigio e spalancare le porte al merito di qualcun altro. È fortemente voluto da B che all’opinione degli elettori ogni vittoria venga identificata in lui. Una vittoria elettorale senza la sua presenza farebbe insinuare il dubbio che il partito possa andare avanti anche senza di lui, che non sia più indispensabile e insostituibile.
Se fosse verosimile che la maggioranza dei votanti vuole questa ambigua dimensione politica dell’uomo-partito, sarebbe ammissibile per quella discreta minoranza consapevole, lasciare che la massa scelga con la pancia più che con il cervello? Il difetto delle democrazie è che possono lasciare le porte aperte ad ogni espressione elettiva; la Costituzione come unico punto fermo è l’unica garanzia, con il Presidente della Repubblica, che ciò non accada, essendo stata scritta da grandi statisti e non dalla massa. Ma se incomincia ad essere messa in discussione e con essa la figura del capo dello Stato, significa che il pericolo della deriva del sistema democratico è tangibile. È espressione comune dire che la massa è ignorante, Mussolini diceva che la massa, ovvero il popolo, è femmina. Infatti la massa non è ignorante, la massa è egoista come può esserlo una donna, è affascinata dal potere e dalle promesse. A Napoli, all’epoca, Lauro si lusingò il popolo regalando scarpe e pasta e lo votarono anche gli imprenditori, i costruttori che poveri non erano, perché anche a loro promise pane: il sacco di Napoli. Prendere il popolo per la pancia, alimentare la loro avidità che siano poveri o ricchi , non è una questione di povertà né di ignoranza; è solo la miseria umana a lasciare le porte aperte agli autoritarismi.