giovedì, dicembre 29

Circus Roma - grande ritorno di Carlo Verdone al suoi miglior cinema di sempre




 A differenza dei due film omonimi, quello americano e il più recente bosniaco Cirkus Columbia, dove il circo è solo nel titolo,
in questo film il circo si vede, eccome...
Finalmente Verdone si discosta dal solito ruolo di borghese romano depresso, declinato in tutte le sue varianti,
che con tutta sincerità ci aveva già da tempo triturato e consumato les balls.
Un ritorno al passato? Non proprio, se nei film come viaggi di nozze, i trasformismi istrionici,
erano a servizio dei singoli personaggi, in questo film sono tutti per un solo personaggio,
che si camuffa per necessità, una macchietta consapevole.
La storia prende spunto da un vero fatto di cronaca, accaduto pochi anni fa:
un impresario di un piccolo circo locale, oberato dai debiti, non potendo più sostenere le spese, liberò gli animali esotici nella periferia sud di Roma.
Andre Vitale, il proprietario di un piccolo e sgangherato circo locale, cerca di portare avanti, con mille difficoltà, l' antica e gloriosa tradizione di famiglia. Tra animali reali e animali di varia umanità, si snoda una vicenda tra il divertente e il malinconico; il vecchio zio clown che un tempo remoto formava duetto di fama mondiale con il padre di Vitale, i fratelli vitali, , sembra la maschera triste di Buster Keaton."Io dopo lo spettacolo comico de mi' zio me devo pija' un antidepressivo";
nani e ballerine avanti negli anni che vengono sostituite ma non licenziate con delle ex partecipanti al GF in rovina; gli abitanti del circo hanno una vita esterna, un loro doppio, che sebbene Verdone abbozzi soltanto, ci fa intuire i diversi impatti  di ciascuno in  una metropoli caotica e la sua periferia.
 Vitale si rende conto di non riuscire a sostenere i debiti e cerca di salvare il salvabile.
Per non farsi confiscare gli animali, il piccolo zoo è il principale bene di sostentamento del circo, decide di nasconderli da amici e parenti, distribuendoli tra la periferia e la (ex) gloriosa Campagna romana, un arguto modo per visionare e registrare le trasformazioni subite nell' Agro romano. Vitale decide che i pavoni della povera zia Clara, piuttosto che finire arrosto per gli  strozzini, si mettano in libertà. Lo zio si ricorda di un luogo idilliaco nel profondo selvaggio del paesaggio romano; ma arrivati a destinazione ci trovano enormi comprensori edilizi, circondati da terra arida. "Anche qua, zio, se so' allargati" "Peccato, mi sembra ieri che ce venivo a prendere le cicorie co' tu padre e nonna" "Nonna?" "Nonna mia" "Ahhh!" "E allora, ce resta solo una cosa... " "No... dichi, zi' ?!?" I pavoni della povera zia Clara finiscono a spiedino  in una grande tavolata tra circensi.   L'elefantessa Nonna Sabella con oltre cento anni di età, viene messa a pascolare con le bufale: "Siamo sicuri che non vengono a fare ispezioni?" "Te l'ho detto- dice l'allevatore- qua non viene nessuno. Hanno paura delle scorie radioattive... a proposito ecchite le mozzarelle che ti avevo promesso" ;  lo scimpanzé conte Oliver, che a dire di Vitale è il fratello giovane di Cita, trova un improbabili alloggio; il coccodrillo Mississipi viene messo in una marana: "È il suo ambiente naturale", dice il proprietario, "E se qualcuno si fa un bagno?" "Ma chi? In questa fogna?! e anche se fosse, prima che er coccodrillo lo mozzica, quello già more avvelenato" "Allora anche Mississipi..." "Noo, lui  trattene er respiro..."
Il circo diventa un'isola protetta in una città  incomprensibile e aggressiva, il capovolgimento dell' osservatore. È un pretesto per guardare la società romana, da un punto di vista distaccato. Le persone del circo sono i veri spettatori del mondo che li circonda.
Bella la scena a Roma quando Verdone-Vitale seduto ad un tavolino con la compagna, osserva con una lunga e ampia carrellata le scene di varia umanità che lo circondano, comprensive dei loro colori e rumori: "Sarà...  a me questa  sembra tutta una finzione, il mondo reale io lo trovo dentro il circo".
  Vitale diventa il mattatore della storia, il circo vero lo fa fuori e dentro il tendone (giallorosso per un ovvio motivo), con i suoi trasformismi, quando per sfuggire ai creditori, si traveste nei più svariati personaggi dell' arte circense. Una volta è il forzuto, una volta il domatore che per non svelarsi agli ufficiali giudiziari è costretto ad entrare nella gabbia delle tigri, poi il trapezista con gli esiti che si possono immaginare. E infine il clown con lo zio, quasi a riformare l'antica coppia, una finzione costretta che avrà un esito non previsto. Vitale scopre di fare ridere il pubblico dei bambini, distratti finalmente dalle loro nintendo, giunti con una scolaresca in un ultimo spettacolo gratuito organizzato dalla sua compagna, una insegnate elementare totalmente estranea al mondo del circo. "Zio, ma stanno ridendo?" "E certo, i bambini ridono, con quella faccia da bamboccione che ti ritrovi!". Forse il circo fallirà ma le risate di quei bambini lo allieteranno per una speranza di un futuro migliore.
Con qualche delicato e centrato omaggio al grande cinema di genere, da Chapline a Fellini , sincero e spontaneo, un eccellente Verdone, che oltre a far riflettere fa anche sorridere con piacere emotivo, degno della migliore commedia dei maestri Monicelli e Risi, da non perdere .

mercoledì, dicembre 7

Quartier lointain




segue comment



Meglio non vederli certi film? perché sono fatti con tale eleganza,
tale delicatezza che restano a lievitare per giorni nel nostro animo, producendo un vago
senso di malinconia. La trama è semplice quanto abusata, un uomo, di 50 anni,
si vede catapultato nell'età dell'adolescenza, per rivivere il tempo che fu, ma con
la consapevolezza di un adulto che sa quello che accadrà. Così ritrova i suoi compagni
di scuola, gli insegnati,anche loro più giovani del suo presente futuro, su tutti ritrova
la giovane madre, venuta a mancare troppo presto, e un padre che, a tempo debito,
avrebbe abbandonato la famiglia, senza un apparente motivo, per non tornare mai più.
Il film è tratto da un manga giapponese, molto noto, ed è riproposto in terra di Francia,
mantenendo inalterati i sentimenti, per certi aspetti divers, tra le due culture.
L'opportunità che è data al protagonista è quella di capire perché il padre li abbandonò.
Una spiegazione che si svelerà nel corso della storia, o forse, secondo la spiritualità
orientale, da sottintendere più che comprendere.
Struggenti i continui abbracci che il ragazzo (memore del futuro) riserva alla madre,
sorpresa e sorridente di tali slanci d'affetto, non consoni ad un adolescente.
Da vedere, senza dubbio.

martedì, dicembre 6

martedì, novembre 29

Fiorello il placebo della tv italiana

... e Fiorellino l'anestetico.
Se Fiorello è moderno... questa è fantascienza...

lunedì, novembre 28

Midnight in Paris



midnight in paris
L'erba del vicino è sempre la più verde. C'è un motivo ed è prospettico.
Il proprietario invidioso vede il giardino del vicino da un punto di vista laterale,
mentre la propria erba è vista da sopra. Le punte dei fili d'erba sono
sbiadite, perché bruciate dal sole, di lato invece, più riparate,
conservano la brillantezza originale.
Questa in sintesi è la considerazione che Allen vuole far giungere al pubblico, costruendoci
sopra un intero film, ambientato a Parigi.
Il protagonista è innamorato di Parigi... o dell'idea di Parigi? Si accontenterà di essere
semplicemente innamorato. Però è facile innamorarsi di una donna a Parigi (e in qualunque altro posto del mondo) se è una delle protagoniste del film, considerando che la più insignificante è Carla Bruni... che però non è protagonista.
La fidanzata, rappresenta la fisicità e la materialità della vita, infatti il regista abbonda
nelle inquadrature del suo egregio lato B; la "groupie" degli artisti rappresenta l'ideale romantico e l'istintività dei sentimenti; la commessa del negozio di dischi rappresenta l'ideale di bellezza e
infatti nelle poche inquadrature che le si offrono abbonda il primo piano.
Carla Bruni, tanto pubblicizzata, ha un piccola parte, poco più che una comparsa, inespressiva,
statica... nulla da pretendere dato che non è un'attrice. Un mero gioco di marketing, da parte
del regista o dei produttori...
Il film è carino e molto ruffiano. Non esiste una città da amare; la più bella città del mondo
è quella dove si incontra l'amore, sin quando resiste. Il resto è piacevole illusione.

lunedì, novembre 7

La terra dei giorni perduti




Sabbia nella bocca, nel naso, la pelle tirata dal sale secco. Era un giorno non giorno, un
tempo di sospensione, quando non si sa se è l'alba di un nuovo tempo o il tramonto di un tempo che è stato. Quando sei sbattuto dalle
onde, nel mare aperto, anche se nuoti non deciderai tu quale è la direzione ma la corrente che ti trascina da sotto, spostandoti
con tutta la sostanza che ti circonda e avvolge, materiale e immateriale, e non ti accorgi di nulla.
E così quando mi ritrovai in quella landa, in uno strano silenzio, non sapevo altro pensare che a distinguere terra da mare e la terra era
la vita e il mare la morte benevola che mi aveva risparmiato.
Quando decisi di aver mangiato sabbia a sufficienza, mi alzai pronto ad esplorare quel mondo. Ero sicuro che oltrepassando le dune,
avrei individuato dei segni, perché era finito il tempo di Ulisse. Però quel silenzio somigliava al silenzio di una stanza vuota, di una
antica chiesa, di una fattoria notturna; quel silenzio era un'attesa, l'attesa di risate di bambini che risuonano tra le pareti,
di un coro femminile che intona Hildegard von Bingen, di un solitario abbaiare alla catena. "Lo sai, no? Lo sai che siamo di passaggio?!",
la constatazione di xxx che non era una domanda, una banalità che ora si faceva largo nella memoria, "Lo sai, no?!?" Diamine, dove mi
trovavo! Neanche dopo l'ho mai capito! Segni umani c'erano, una strada al limite del canneto e un gruppo di case in lontananza, la mia meta,
però di quale realtà? C'era una volta un vecchio pastore che non accendeva mai la legna del camino: "A che serve? tanto si consuma e finisce".
Allora a che serve vivere, si consuma e finisce... e c'era questo villaggio dove la gente non parlava e aveva gli sguardi fissi.
Il maniscalco e la faccia contrita dallo sforzo, perenne, il metronotte con l'asta protesa verso il lampione, una signora davanti
la vetrina di cappelli con un viso soave. Tutto apparentemente immobile, appena mi giravo la signora non c'era più, vicino al lampione
al posto del metronotte un cagnetto con la zampa alzata, mi giravo di nuovo e la vetrina dei cappelli era sparita in un muro cieco
e il maniscalco piangeva con un abito nero. Di quel luogo era rimasta l'essenza, tutto il resto della realtà svaporato, come l'acqua
sulla pelle e il sale che cristallizza. La realtà di ciò che è stato e di che sarà non è irrealtà. L'irrealtà è l'immaginazione,
la fantasia, non esiste. Ma quello che mi circondava era inconfondibilmente reale, tutto, una apparente irrealtà. Attimi che fuggono,
attimi perduti e bruciati, non c'è terra che li accolga, fuorché quella. Chi ci arriva rischia di perdersi, restandone ipnotizzato. Non avendo confini, non mi restò che tornare al mare e
al mondo degli attimi presenti, dove con occhi provati, vidi che tra le pieghe di un attimo e l'altro c'erano degli abissi infiniti.

domenica, ottobre 9

venerdì, agosto 26

poroponpoppò



In Italia c'è ancora qualcuno che sa scrivere canzoni con la testa.

martedì, luglio 12

mah!

私は残っている少しで何が表示されます

mercoledì, luglio 6

giovedì, maggio 5

Pubblicità politica



Cosa ha sostituito alla propaganda politica, la pubblicità politica?
il berlusconismo.

sabato, aprile 9

Tempi vecchi vizi d'oggi

Tratto da "I bambini ci guardano" 1944.
Una spietata caricatura di Vittorio De Sica su certa alta borghesia priva di morale, superficiale, classista, viziosa e viziata. Praticamente come oggi.
Il gagà, per abbordare la signora sposata con figlio: "A Roma ho un attico a Monte Parioli di un divertente..."



curiosità
Il film è una denuncia severa sull'abbandono del tetto coniugale. Proprio in quel periodo Vittorio De Sica stava lasciando la prima moglie, per mettersi con la Mercader.
Ernesto Calindri fa il personaggio Claudio, lo snob col cagnolino; nelle scene successive, la sua parte viene presa da un altro attore, forse per motivi che possono essere compresi, in quel periodo di guerra.
L'attrice che fa la parte della governante, era nella vita reale la madre dell'attore principale. Quest'ultimo Emilio Cigoli è stato un importante doppiatore, è la voce di Clark Gable in "Via col vento" .
La scelta dei nomi non è casuale, il figlio della Dada si chiama Ulrico, di origine germanica, il film è girato nel 1942; il ragazzino viene descritto da De Sica in brevi e chiari tratti, che fanno capire quanto il bimbetto fosse già degno di cotanta mamma: foto rovinata con linguaccia, molestia alle bambine sotto la doccia e infine ubbidiente alla mammina per allontanare il piccolo Pricò e lasciare campo libero all'abbordaggio del bavoso gagà pariolino.
Del 1965 è un film inglese girato in Italia, Accadde un'estate, con protagonista Rossano Brazzi, che si impronta sulla stessa accusa verso gli adulti nel decidere sulle passioni senza dare peso ai sentimenti dei figli; nella storia fanno ostruzione e protesta attiva (tra loro Olivia Hussey, la Maria del Gesù di Zeffirelli). Questo film però è molto più bigotto del film di De Sica, alla fine i due amanti si devono sorbire il pistolotto anatemico di un prete esagitato.

mercoledì, marzo 23

Musiche d'autore



Riz Ortolani ci ha lasciato delle musiche struggenti, ricordiamo anche il tema de "Il sorpasso". Qui è per lo sceneggiato "Ritratto di donna velata", con Daria Nicolodi, madre di Asia Argento.

lunedì, marzo 21

infinito è nulla

I due specchi l'uno di fronte all'altro, si riflettono all'infinito. Si chiedeva cosa accade quando questi vengono fatti combaciare. Non avrebbe trovato la spiegazione senza correggere l'osservazione iniziale. Non sono i due specchi a riflettersi all'infinito, bensì lo spazio tra essi. Il significato ora si palesava più chiaramente, se la distanza si riduce a zero anche l'infinito si comprime sino ad annullarsi, significa il nulla. L'infinito e il nulla sono concetti ambivalenti, facenti parte della stessa fonte di realtà. Il concetto di infinito non può esistere senza il concetto di nulla, al quale per certo senso si contrappone, ma non si contrappone; ognuno è parte integrante dell'altro, potenzialmente insito nell'altro, ma mai insieme nello stesso momento, eppure insieme. Se esiste un momento di discontinuità tra questi due concetti assoluti, esso è il punto critico. Nell'infinito è il nulla, comprimendo l'infinto a zero ritroviamo il nulla in tutta la sua prerogativa. Esiste anche il finito, ma niente è veramente finito, solo per noi è visibile come finito, nella dimensione in cui siamo, nei limiti dei nostri confini. Al di fuori di essi tutto ci appare infinito, e noi stessi siamo parte di quell'infinito, al di fuori dei nostri confini. Ribadendo, in ogni zero assoluto, o Nulla, è insito l'infinito compresso; così l'infinito può uscire fuori solo dal Nulla.

sabato, marzo 19

Ville vesuviane 121 meno 1

Crollo villa Lauro Lancellotti


segue descrizione
Da <"La provincia di Napoli"
La costruzione dell'edificio ebbe inizio nel 1776 ad opera dell'architetto Pompeo Sciantarelli.
La facciata è caratterizzata dall'uso di un bugnato rustico nella zona basamentale che corre lungo il perimetro del corpo di fabbrica, caratterizzando in modo più evidente la zona centrale ed anche le soluzioni angolari. L'edificio è costituito da un piano terra, un piano ammezzato ed il piano nobile.
La facciata risulta tripartita verticalmente: nelle due zone laterali si alternano aperture ora sormontate da timpani triangolari, ora circolari e nella zona centrale, a sua volta suddivisa in tre parti, domina, nella parte bassa, un portale girato a tutto sesto fiancheggiato da due grossi medaglioni raffiguranti due puttini, che montano altrettanti delfini.
Al piano nobile la composizione diventa anche più leggera, sia per l'uso del bugnato liscio, sia per le aperture arretrate rispetto al filo esterno della facciata. Altrettano interessante si presenta la facciata posteriore soprattutto per la presenza, al centro del terrazzo del piano nobile, di un padiglione ornato di colonne ioniche reggenti timpani triangolari.

martedì, febbraio 8

DITTATURA CAPITALISTICA

Sono quasi 20 anni che questo personaggio cerca di far crollare il sistema democratico in Italia, per sostituirlo con una dittatura capitalistica. Se non ha ottenuto lo scopo (speriamo mai) è per merito della divisione dei poteri, della Magistratura che gli ha saputo tenere testa, senza soggezioni.
L'opposizione inesistente non avrebbe mai potuto arginare il mostro.
Dobbiamo ringraziare la magistrartura tutti i giorni della nostra vita e i nostri figli e nipoti.
Senza una magistratura indipendente a frenarlo, ci sarebbe veramente stato il rischio di una dittatura capitalistica, sulla falsa riga di quella russo, dove domina un burocrate che assicura la crescita smisurata e l'impunità di pochi capitalisti in un mare di povertà; in Italia invece avremmo avuto un solo domino capitalista, nutrito dalla pletora di serventi, al di sopra delle leggi e quindi dello Stato, con un Parlamento svuotato delle sue funzioni, e il consenso del popolo bue.

Attualmente il Parlamento non è un baluardo di difesa della democrazia, essondoci deputati che chiamarli onorevoli è una offesa all'Italia. Gente che sta a far politica per soldi e nient'altro; in queste condizioni la maggioranza di un leader il cui potere deriva dalla smisurata ricchezza (come il 99 % degli introiti annui della pubblicità sull'etere nazionale) avrà sempre la meglio.
La pecca è che un essere simile è de-linquente dentro, si muove sul filo della legalità grazie ai suoi 315 (e più) "avvocati" equilibristi che per sete di potere e soldi hanno perso la faccia, e la magistratura sta per questo, per controllare che non ne esca fuori.

domenica, gennaio 30

Festa di compleanno con pagliaccio

Sarebbe da ricordare alle future generazioni il resoconto personale di D'Agostino ad una festa di compleanno dell'alta società romana. Non è il popolo basso ad aver bisogno di berlusconi. Come scrive D'Agostino, un uomo che dopo quello che è stato scoperto, dovrebbe andarsi a nascondere sotto un tombino, viene invitato con tutti gli onori e vezzeggiato amabilmente, ossequiato, reverito. Lui ha bisogno di loro e loro hanno bisogno di lui. È stato sempre così, dai tempi de "La corte e la società romana nei secoli XVIII e XIX", di David Silvagni. Per questa gente esiste solo chi assicura i benefici, senza remore; la morale e la religione (cattolica) sono una facciata di cartone per avere rispetto dal popolino, che continua ad essere preso per i fondelli. Questi la crisi non sanno neanche dove sta di casa. Ridono alle barzellette del bunga bunga del loro assicuratore di potere e le pretendono. Chi è più malato tra loro e lui?

sabato, gennaio 29

Rivalutazioni

"È un puttanaio... È vero che può fare ciò che gli pare e piace, come e quanto vuole, ma bisogna anche avere la capacità di “saperlo fare”, e poi esiste pur sempre un limite. Invece lui continua, ha prima disfatto la famiglia, ora sta disfacendo l’Italia, ma nessuno gli dice nulla" Licio Gelli
e se lo dice lui...
La settimana scorsa, il giorno dopo le fischiate di protesta su una via dedicata a Bettino Craxi, Minzolini ha mandato in onda un tg 7 dedicato alla revisione della figura del politico. Del resto secondo la figlia Stefania i tempi sono maturi perché gli Italiani finalmente si rendano conto quanto valore avesse suo padre. Ecco, alla luce dei fatti, è quasi giusta una rivalutazione su Craxi, in confronto al suo apprendista. Nessuno poteva immaginare che dopo di lui, sarebbe arrivato il peggio. Craxi avrebbe avuto da ridire di quel simpatico ometto ridanciano che gli rimpizzava le casse del partito in cambio di favori ministeriali? molto da ridire; anche perché il tipetto appena salito al primo Governo, vigliaccamente prese le distanze da Craxi, seguendo i sondaggi, ed esaltò il pool Mani Pulite. Stefania forse era troppo piccola, di cervello, per ricordarlo, dato che difende Silvio a spada tratta. Sarebbe meglio che si andasse a delucidare da un socialista doc quale Rino Formica, già ministro del governo Craxi:
"Quelli degli anni Ottanta erano nani e ballerine a livello politico, questi sono nani e ballerine nella vita_ Berlusconi rappresenta il punto più alto, anzi dovremmo dire più basso della degenerazione del partito personale. Tutto nelle mani di un singolo uomo e, in questo caso, ricchissimo. Lui ha creato una forma ludica dell'autoritarismo. Non ci sono lager nazisti e i gulag sovietici, ma tutto s'è trasformato in un'orgia del potere_ Siamo a livello di sultanato arabo. Credo che non esista nel mondo occidentale una satrapia simile. Questa identificazione di se stesso con il potere ha fatto perdere a Berlusconi il senso della realtà. Forse è davvero convinto che ciò che fa non è un male, ma è un bene. Il suo è ormai un caso che va affrontato con molta umanità..."
E sulla corte intorno al satrapo, poche e precise parole dell'avvocato Taormina: ''Inetti, incapaci, yes men che stanno soltanto tutelando se stessi. Persone immorali, nani e ballerine da lui portati in Parlamento, che capiscono che il crollo di Berlusconi e' anche la loro fine''.
Bettino a confronto di Silvio fu un gigante dellla politica, i tempi sono maturi per dirlo.

Il giudice naturale

Ogni tanto, questi della maggioranza se ne escono con delle frasi preparate a tavolino, approvate dal duo LongoGhedini, che vanno ripetendo in giro per un certo periodo, come un mantra. Pochi mesi fa andava di moda: "Dobbiamo mettere in sicurezza il premier", e tutti a chiedersi da chi? ecco, ora si è capito da chi, dalle zoccole... L'ultima approvata e timbrata è quella che il nostro premier deve essere giudicato dal suo giudice naturale. Ovunque si trovino, i volenterosi difensori di Silvio ripetono 'sta frase, dove capita, la mattina al bagno, sulla tazza del water, come un ritornello per timore di dimenticarla: il presidente deve essere giudicato dal suo giudice naturale, al bar tra un sorso e l'altro di caffè: "... giudice naturale" "come? vuole acqua naturale?" Lui, nei video-messaggi, nell'auto-blindo, persino ai bambini delle scolaresche: "Io voglio essere giudicato dal mio giudice naturale". I bambini lo guardano incuriositi, chi sarà mai questo giudice naturale? ne è fornito solo lui oppure anche tutti noi ne abbiamo uno, tipo angelo custode?
Uno scolaro, dopo lo storico incontro con il Presidente più presidente degli ultimi 150 anni, rimuginando quelle parole: "Maestra, perché il presidente vuole morire?" "Ma cosa dici?" "Ha detto che vuole essere giudicato dal giudice naturale..." "E allora?" "Il giudice naturale è San Pietro!"

giovedì, gennaio 27

Alba



non tutti i risvegli sono uguali

lunedì, gennaio 24

Armi di rincojonimento di massa

La stampa estera a proposito dell’Italia, si domanda come mai un presidente del consiglio travolto da accuse così gravi, come l'induzione alla prostituzione minorile, stia ancora al suo posto senza destare l’indignazione popolare.

Gli stranieri forse non hanno ben chiaro un fatto, che l’Italia da vent’anni a questa parte non è un paese normale. Prima degli anni 90, un soggetto simile non sarebbe rimasto un minuto di più al Governo , con fuga all’estero per non essere linciato. Ma prima degli anni 90 sarebbe stata impossibile l’esistenza di un soggetto simile. Cosa è successo? È successo che da vent’anni , in Italia c’è una guerra sporca che si attua con armi di rincojonimento di massa, un bombardamento continuo, giornaliero senza coprifuoco che ha danneggiato seriamente la materia grigia delle persone a rischio, quelle più esposte alle radiazioni dell'etere. Il risultato è stato letale. Tranquille casalinghe dai 60 anni in su, con istruzione medio-bassa, che come estrema trasgressione , invece del bunga bunga, sono andate a giocare al bingo bingo di nascosto dai familiari, hanno reso l’ingiustificabile giustificabile . Anni e anni di trasmissioni dementi come il GF, uomini e donne, le varie domeniche di canale 5, personaggi inedificabili rissosi volgari, pornografia televisiva, hanno minato la ragione del buon senso delle persone semplici e comuni. I programmi cosiddetti per casalinghe e pensionati, con lingue in bocca ogni 5 minuti, gli approfondimenti politici con le tele-risse di individui poco raccomandabili, hanno generato la convinzione che tutto ciò sia normale, plausibile, giusto.

Quando il “loro” presidente del consiglio si comporta allo stesso modo, essi vedono una trasposizione dalla tv al reale coerente, persino apprezzabile. Quando egli mente spudoratamente nei video-comunicati, è parimenti una interpretazione veritiera al pari delle sceneggiate di uomini e donne o degli inquilini radiocomandati del grande fratello, o anche delle cause di forum, perché ciò che è in tv è la loro realtà del mondo.

I maggiori elettori sono quelli che guardano programmi come uomini e donne; per accentuare la presa, gli autori hanno inserito personaggi della stessa fascia di età e condizioni sociali dei telespettatori, affinché la immedesimazione sia totale. È una guerra a senso unico, senza difese, senza immunità, che non è finita e chissà quando finirà, se finirà. Le radiazioni sono continue, non c’è ancora una cura, forse il tempo, ma le cellule cerebrali bruciate non sono più recuperabili.

La sovrapposizione tra spettacolo e politica, affinché la politica entri nello spettacolo, per raggiungere anche i tele-elettori più restii a programmi impegnativi, è una delle ultime forme di attacco, tra le più virulente; politici ballano in programmi leggeri di intrattenimento, signorini autorevoli gossippari diventano narratori ufficiali delle gesta del cavalier cortese, tra una canzone e un pettegolezzo, tessendo le lodi e le eroiche imprese.

C’è ancora che le ragazze centinaia di ragazze che hanno frequentato assiduamente le residenze del presidente, sono esse stesse il prodotto di questi venti anni di rincojonimento. Quando lui entrò in politica, molte non erano neanche nate o erano bambine. Sono cresciute con il mito della tv e del guadagno facile, lui le ha allevate all'ombra dei suoi programmi . Berlusconi è il loro creatore e poi il loro fruitore, il cerchio si chiude. Un nonnino potente e perverso creato dalla penna di De Sade, riverito ed ossequiato dal popolino, che al chiuso del suo palazzo ha comportamenti scandalosi e incredibili. La fantasia si è trasformata in realtà. E De Sade morì in manicomio per avere osato raccontaree la realtà (fatti prendere per pazza...).

venerdì, gennaio 21

Memorie

giovedì, gennaio 20

Berlusconi 19 01 2011

" Il Parlamento farà le riforme necessarie per garantire che qualche magistrato non possa più cercare di far fuori illegittimamente chi è stato eletto dai cittadini"

Queste scandalose parole le ha pronunciate forte dei 20 irresponsabili che appoggiano il suo governo. Però non penso proprio che le "riforme necessarie" gli saranno consentite. Sarebbe una onta troppo indigeribile per gli Italiani onesti, che già hanno il voltastomaco per le palesi menzogne che racconta. Se la sua arroganza di potere non cala, e se lo appoggeranno nello scempio della democrazia, si permetterà di peggio. A quel punto la rivoluzione auspicata da Monicelli potrebbe prendere forma. Alcuni pensano che non arriveremo a tanto in quanto lo chiamerà il Creatore, ma i dittatori hanno una vita lunga perché non sono consumati dal peso delle colpe (Tito Castro Pinochet Franco...). E poi non è dignitoso risolvere i problemi con la morte di una persona, sebbene detestabile. È meglio una RIVOLUZIONE che lo lasci cristianamente in vita.

"Punire quei magistrati", anche Toto Reina espresse questo volere... e lo realizzò...

sabato, gennaio 15

Si può ragionare sulle parole di una persona mentalmente deviata?

Ormai mi sembra superfluo commentare le dichiarazioni di S B. È come cercare di spiegare
le azioni di un folle come se fosse savio.
Due sono i casi, o crede che la maggioranza
degli elettori sia deficiente o lo è lui, in una china sempre più ripida e pericolosa
per tutti noi.
Mi sforzerò di farlo per un'ennesima volta, sapendo bene che non ci si può stupire o scandalizzare se un pazzo piscia sulla folla. Al limite ci si schifa, ed io mi sono stancato di schifarmi.

Inchiesta caso Ruby-
Silvio Berlusconi ai Promotori della libertà:
"Come al solito, anche questa vicenda finirà nel nulla perchè nel nulla si basa ma intanto
il Presidente del Consiglio e l'Italia saranno stati infangati senza che nessuno poi paghi alcunchè".
__

1: Si esprime in terza persona. Ormai identifica la carica istituzionale con se stesso, come se fosse
proprietario del titolo e come se l'Italia fosse una sua azienda.
2: La presidenza del Consiglio non è stata infangata da terzi, se non da lui
e comunque la Presidenza del Consiglio non viene infangata ma offesa. Come cittadino
si è infangato da solo.
3: L'Italia non è Berlusconi, e nessuna nazione pensa che l'Italia si infanghi per l'azione di un singolo.
Semmai gli Italiani si possono infangare se, nonostante tutto, continueranno a dargli il consenso, in un futuro prossimo. Allora sì che gli stranieri ci guarderanno con commiserazione.
4: Ha ragione quando dice che nessuno pagherà alcunchè, cioé lui non pagherà alcunché
perché come al solito sfuggirà alle aule di tribunale.