domenica, febbraio 14

Moulin de la Galette

È molto interessante la storia di questo antico mulino, sopra Montmartre. La scritta dell'insegna sta a significare proprio quello che era diventato. Nel XIX sec infatti, l'area ed i locali di pertinenza erano stati riattati a luogo di ballo e di ristoro.
Avendo riscosso un discreto successo da parte della crema della società parigina, l'idea del mulino come simbolo visivo di attività di intrattenimento verrà ripresa dai proprietari del più famoso Moulin Rouge, appositamento costruito, fittizio, nel quartiere centrale di Pigalle.
Vi sono molte immagini che raffigurano il Moulin de la Galette, da dipinti a foto, da addizionare sino ad i giorni nostri. Ognuna di queste è una documentazione visiva di trasformazione. Storicamnete l'ingresso era  orientato posteriormente i due mulini. In tempo contemporaneo, a vagheggiarne l'esistenza, c'è la presenza di un piccolo ristorante moderno davanti il mulino più piccolo. L'altro mulino, dov'era l'antico ingresso, è all'interno di una proprietà privata, occupata da palazzi residenziali, costruiti tra i due mulini. In origine il Moulin de la Galette era un rustico ritrovo per villani, da considerarsi fuori la città. Poi, con la Belle Epoque divenne un sofisticato caffè all'aperto, frequentato da artisti, dame e signori della meglio società. Non si può dire di quale tappa di trasformazione del Moulin de la Galette si possa avere nostalgia, perché segna sempre la nostalgia di un momento precedente. Si passa dall'esordio con le gallette di produzione del mulino offerte con  un  bicchiere di latte al contadino della festa,  all'assenzio commerciale di fine secolo XIX per il bohémien.

domenica, febbraio 7

Nella pila del a

In adempienza ad una opaca decisione, presa senza alcuna riserva per gli esiti incerti, si catapultarono sulla strada polverosa, in un'alba gelida e nebbiosa. Da un lato e l'altro campi, e più lontano isolati casolari con qualche rado albero in adorno.
"Cazzo, Berto, che ci coltivano in questo fango? "
"Patate!"
"Solo?"
-Patate, patate...
I tre si tiravano i baveri e le maniche per il freddo, si incassavano la testa nel cappotto.
"Che strada di merda"
-Qui ci passano solo vacche.
-E si vede...
Un  rumore che ronzava già nell'aria ora si palesava nella figura di un trattore che proveniva dalla parte opposta.
"Se dice qualcosa, zitti, parlo io." I due annuirono. Al passaggio del trattore, si misero al margine, uno dietro l'altro. Il rustico se li scrutò con un'espressione quasi allarmata. Non era rassicurante vedersi spuntare tra la nebbia nella fioca luce del mattino tre individui a piedi, vestiti in modo insolito,  su un tratturo nel bel mezzo del nulla.
Stava lì lì per dire qualcosa, ma per non svegliare azioni imprevedibile, preferì tacere e tirare avanti.
"Che dite? Stiamo facendo bene?" Gli altri due non risposero. "Ooh?!"
"E non lo so!" , fece Berto un po' stizzito, "Ne abbiamo parlato, facciamolo e basta, ormai..."
"Ormai? Che significa, ormai? Allora non sei convinto?" Silenzio "Ooh, non sei convinto?"
"Non lo so, ti ho detto, che vuoi?"
"E tu, Nico?"
Nico scosse la testa.
Saverio fece un profondo respiro e scosse anche lui la testa, sconfortato, e incominciò a bassa voce un rosario di bestemmie.

cont.



martedì, febbraio 2

Le barzellette Berlusconi VS Buccirosso

È meglio che quest'uomo cambi  il suo spacciatore di barzellette; le va scopiazzando e gliele spaccia per originali a prezzo intero.

lunedì, febbraio 1

"Beh, se andiamo avanti di questo passo presto avremo un presidente negro"

 È offensivo
dare del frocio ad un gay,
è come dare del
bastardo a un orfano
sbirro a un poliziotto
negro a un nero
stangone a un giocatore di pallacanestro
mongoloide a un down
figona a una bella donna
Nosferatu  a Sallusti
buffone a Renzi
fascista a Alessandra Mussolini
cameriera a una collaboratrice domestica
spazzino ad un operatore ecologico
bidella a una collaboratrice scolastica
cornuto a un uomo tradito
puttana a una escort

quindi ancora non capisco perché Mancini si sia offeso, al "finocchio" datogli da Sarri...

i peppini

Cantanti in voga in Italia  tra  il Sessanta e il Settanta:

Peppino Gagliardi
Peppino di Capri
Peppino di Bari
Peppino Reitano
Peppino Nazzaro

Il sogno di Napoli