domenica, maggio 31

Resoconto papi

Non credo proprio che abbia avuto rapporti sessuali, completi o incompleti, con la minorenne Noemi. Ci fossero stati, la madre e la figlia non avrebbero rilasciato quella prima intervista così ingenuamente spontanea, a casa, con la foto del papi in bella vista. Essere amiche del papi era visto dalla madre e la figlia come vanto o motivo di ammirazione per la gente e quindi perché nasconderla? Era un onore per loro. Ma il papi non è un Papa né un Padre Pio né un premio Nobel… perché la gente doveva ammirarli? Quali sono i suoi meriti? E soprattutto quali erano i meriti di Noemi per essere apprezzata dal premier? Lui è solo il più potente uomo politico d’Italia , senz’alcun merito che quello di essere miliardario. Quindi perché la gente li doveva ammirare? Per quale motivo un anziano, ad un tratto diventa amico di una ragazzina? È il motivo che lo ha cappottato . Se il papi è innocente perché ha incominciato a raccontare bugie? Perché è un bugiardo naturale e ormai dice bugie anche quando non ce ne sarebbe bisogno o quando la sincerità è il male minore. Una bugia oggi e una bugia domani e si è incartato sul caso Noemi. Tanto che quel povero Cristo (che mi si perdoni l’accostamento) di Ghedini , non riesce ancora ad imbastire una “verità” accettabile e soprattutto gloriosa per il suo cliente, sta mettendo insieme quei pezzi di puzzle di contraddizioni che il Nostro ha sparpagliato in giro. Perché, dunque? Il Nostro papi vuole un’immagine strapulita agli occhi dell’opinione pubblica, senza una minima ombra, un minimo sospetto... ma anche perché ha la coda di paglia. In fondo se ha detto bugie è perché un po’ colpevole si sente. Che ha frequentato la ragazza minorenne è assolutamente vero; come mai un uomo di 75 si affeziona a una ragazzina di 17 anni? Cosa l’ha colpito, la sua intelligenza? la sua preparazione culturale, la sua umanità? NO! Lo ha colpito la sua avvenenza. Ecco perché ha incominciato a raccontare frottole. Poteva dire “Mi ci sono affezionato perché è carina fisicamente” ? A quel punto mica è normale che un vecchietto si metta a fare telefonate private, anche se caste, a una minorenne, manco fosse un fidanzatino, mica è normale che si faccia chiamare papi, lei che ha già un padre e una madre.
Ecco allora la bugia della famiglia, dell’autista di Craxi, dell’amicizia di vecchia data con il padre o con la madre o per la sensibilità dimostrata in occasione del lutto (questa ce la potevano risparmiare); il “baldo giovanotto” abbronzato dalla chioma corvina di ventenne e la pelle liscia come il culetto di un neonato, poteva forse dire che era SOLO l’amichetto (casto) della Noemi? sconveniente come verità. Sconveniente che lo stesso iter valga anche per altre decine e decine di ragazzette più o meno maggiorenni, come la bella Noemi, sconveniente che un padre di famiglia che continua a definirsi rispettoso dei precetti cattolici, a modo suo, abbia questi diletti, quello di contornarsi di belle fanciulle, ridarelle e consenzienti a farsi fare qualche palpatina, in cambio di piccole promesse (tralasciamo quello che si fanno fare le più scafate). Non c’è alcun reato… e sarebbe anche normale per un canuto miliardario in pensione che vuole sparare le ultime cartucce; ma sinceramente da un Presidente del Consiglio facente funzione, di una certa età già sposato, con figli, nonno per giunta ci aspettavamo più contegno, più serietà anche nella vita privata. Di questi tempi, questa è l’Italia…

L’attuale Presidente del Consiglio in carica, quando lascerà il Governo per scadenza dei termini, secondo Costituzione della REPUBBLICA ITALIANA, ma soprattutto ora se trova lo stesso il tempo per fare quelle festicciole…
dicono che è una persona generosa. Con chi? Un uomo dalle sue possibilità economiche e dalla "innata capacità seduttiva" come ci ha ricordato Carfagna sul Corriere, per la quale il Nostro fu lungimirante, il primo a capire che sapeva usare anche la bocca per parlare, molto meglio delle gambe per ballare, invece di sperperare il denaro in pinzillacchere e regalini inutili, come le sette cravatte ai Briatori , i Rolex ai Fedi, i monili d’oro alle Noemi… solo per generosità come ci ricordano i suoi fidati perché è una persona “generosa”, non servire per non servire, può anche utilizzare le sue peculiarità andando un po’ in Africa e contornarsi di bambini denutriti e malati di aids e donare loro stessa pecunia che dona alle fanciulle prospere di cui ama contornarsi. Generosi lo si è con i miseri che non possono darti nulla in cambio… dimostri così il suo altruismo, se non è aria fritta… Naturalmente un Bondi può obiettare che già stacca assegni per beneficienza, e non basta, perché alle ragazze ed ai signorotti i regalini li fa di presenza…

Se non sarà così, pazienza; vorrà dire che per i posteri conserveremo quelle belle foto, di quando era giovane e forte, di "innata capacità seduttiva" (significa che anche se avesse fatto lo spazzacamino per la Carfi sarebbe stato egualmente irresistibile) con le pulzelle accovacciate sulle sue gambe virili, attirate dal suo fascino innato (e daalle) e non dal fatto che è un potente. Gli storici che scriveranno questo periodo sapranno cosa farsene. A meno che... non appaia facendosi fotografare con l'orda di miseri del terzo mondo dimenticati dal G8. Ma lui non lo farà, perché ama essere circondato solo da cose belle (secondo la sua filosofia errata del bello) e perfette come il lavoro del suo chirurgo.

sabato, maggio 30

Dal "Diario di un essere perenne" v



L'uomo che non sapeva amare.
Era stato decisamente un bello spettacolo, una serata piacevole. Ma non mi era bastato per dimenticare l’odore acre del sangue di quella mattina, lo sentivo dappertutto, anche nel delizioso giardino del conte D’Alibert, tra i fiori e le essenze delicate. La testa era stata messa dentro una gabbietta che pendeva sulle mura di CastelSantangelo, con le mosche che ci facevano la giostra. Domani glielo avrei raccontato, domani; ora sul fiume, di traverso la barca ci portava sull’altra sponda. C’era il ponte pochi passi avanti ma il principe B. aveva preferito così, diceva che gli veniva più vicino e poi faceva lavorare il traghettatore, un vecchio gigante dalla pelle arsa. Che satiro il principe, parlava solo di quello e ora, anche la cantante femmina ci voleva, una splendida creatura connazionale del conte, il quale l’ aveva fatta recitare infischiandosene delle ordinanze, perché a casa sua faceva quello che voleva. Aveva promesso che prima o poi nel suo teatro sarebbe accaduto, non lui ma altri, nel suo teatro una donna avrebbe recitato la parte di donna, non lui certo, altrimenti avrebbe fatto la fine di quel tal Barbero. Il teatrino all’aperto del conte era una sciccheria, il casino costruito esclusivamente per utilizzare la facciata come sfondo del palcoscenico e avanti le scale che portavano al giardino, che fungeva anche da platea se la scena era grande e questa lo era. Lo spettacolo si era protratto sino a tarda sera, una messinscena tribale, una storia curiosa tra finti indigeni e la bella francesina che impersonava una dea. Al calar delle tenebre, luna nuova luna nera, il conte non si era arreso. “Signori, una piccola pausa, rimedio subito”. Il principe aveva colto l’occasione per fiondarsi dalla francese e le aveva chiesto se avesse già alloggio. “Qui, nel palazzo” . “E me lo chiama palazzo? Ah ah, ma neanche come cuccia del mio cane… “. In effetti aveva quasi ragione, il “quasi” era d’obbligo per i suoi secondi fini che si leggevano dagli occhi spiritati, ma il casino D’Alibert era veramente un mezzo palazzo, una parete profonda poco più di tre metri, e due torrette ai lati, uno spazio corridoio per ognuno dei tre piani e due stanze una sopra l’altra in una torretta che si raggiungevano dalla scala che occupava tutta l’altra torretta. “Provvederò io al suo soggiorno!” , e certo che avrebbe provveduto. Che poi il fortunato, per quella sera sarei stato io, in quanto la dolce fanciulla avrebbe dimorato nella stessa casa d’affitto dove ero alloggiato, che il conte aveva in angolo a via del Polverone. Così deciso, un battere di mani ed ecco arrivare D’Alibert con due aiutanti che abbracciavano fasci di grossi ceri. “Conte, che ha derubato una sacrestia?” Le dame ridevano. “Poggiate, giù, su su”, con una vocetta affettata, dava direttive, non pareva con quell’aria da piccoletto damerino evirato, era un vero mandrillo, sfornava figli su figli con la sua sposa bambina. “In un certo senso… me li sono fatti prestare dal sacrestano di San Giuseppe”. In breve, con la scena tutta circondata da moccoli, lo spettacolo riprese.

Il fiume nero e misteriosi corpi che scivolavano silenziosi, mi sembravano pezzi di cadaveri, come quelli appesi dal boia. Meno male che c’era la chanteuse a distrarmi, il principe aveva avuto proprio una bella idea. “Ti raccomando!”, disse ad un certo punto. “Mi raccomandi? E di che?” “Comportati bene” “Se non sei sicuro di me, perché non te la porti a palazzo?”. “Sei pazzo? Una attrice e per giunta femmina e per giunta straniera al palazzo di un Papa?” “E allora… “ . Un dolce approdo, il principe saltò per primo e da vero galantuomo porse la mano alla dama, i due si avviarono sulla pedamentina di legno, lasciandomi solo. “Ehi, signor principe, c’è da pagare Caronte!”. Erano già nel cortile che immetteva sulla strada. Dovetti sfangare due monete, in fondo mi ospitava; però mi incominciai a preoccupare che fosse anche capace di presentarmi il conto.

Si erano fermati a bere al Mascherone, lei rideva ad ogni parola, pareva gradire la sua ironia terra terra. Nel vedermi lui aveva fatto una battuta, che non avevo capito seguita da una squillante risata della francesina. Quella per me non era stata una gran bella giornata, non avevo proprio voglia di partecipare. “È più avanti, vero?”, chiesi serioso. “Sì, la prossima traversa”, e giù un’altra risata e lei a ruota. Arrivammo al portoncino, lui bussò. “Ah, ma allora ci abitano?” “È il bottegaio che gestisce la cantina sulla strada Giulia, sta al primo piano con la famiglia”. Sentimmo un rumore fragoroso e poi una botta sulla porta. Il principe attaccò a ridere, doveva aver capito che era successo. Aprì, tutto trafelato, con una mano in testa e un’altra che reggeva un cerino spezzato, un tipo grassoccio con dei baffoni neri, si lamentava . “Ah ah ah, sei scivolato per la scala… ah ah, hai preso una capocciata sulla porta… ah ah ah” . “Ohi ohi, signor principe .. è così…” Ovviamente anche la cantante se la rideva di gusto. “Gesù Giuseppe e Maria! Che è successo?”, una voce di donna che proveniva dal pianerottolo della scala. Era la moglie dell’oste. “Non ti preoccupare Teresina, è solo tuo marito che ha sbattuto le corna, eh eh, ma non si sono rotte. E meno male che ci pensi tu a tenergliele belle floride. Ah ah ah ah.” “Principe, principe a quest’ora noi si dorme… ecco…”, aveva rivolto lo sguardo verso l’interno, ”... e si è svegliata anche Lucia”. Qualche parola che si perdeva nel corridoio, Lucia l’avrei vista solo il giorno dopo. “Ora sistemiamo i miei ospiti e poi tutti a nanna”. Il principe già aveva deciso, io come stabilito avrei soggiornato all’ultimo piano, il sottotetto con il terrazzino, la cantante in una stanza al secondo piano. Teresina mise un po’ d’ordine e rifece il letto per la francese. L’oste mi accompagnò facendomi luce sulla angusta scala ad una sola rampa, seguito dal principe. “Bella piccionaia”, pensai tra me e me, ma come si dice a caval donato…“E a me Teresina non viene a sistemare il letto?” “Ah ah, quale letto? ah ah ah”, il principe stava proprio in vena quella sera, anche l’oste ripresosi dalla testata, rideva. “Dove dormo?”, chiesi paziente. “Dove vuoi.. eh eh il sottotetto è tutto tuo… e c’è anche il terrazzino”. L’oste premuroso mi diresse nella stanzetta con finestra che immetteva al terrazzo, mi indicò una branda con un pagliericcio. “Per ora si accomodì, domani le faccio portare da Lucia un materasso decente”. Ringraziai l’oste. “Bene”, disse perentorio il principe, ora saluto la francese e…” Rimase con le parole appese e una luce negli occhi che era tutto un programma. “Saluta la francese… e non saltare troppo che sotto c’è gente che dorme”, guardai l’oste che mi rispose con un’alzata di spalle e di baffi. “Notte, notte, notte, notte…” , il commiato del principe si spense nel buio della scala. L’oste mi aveva lasciato una manciata di cerini, delle piccole candele. Restai solo, nel silenzio della notte al buio, mi accorsi di non avere sonno.

continua parte 2



venerdì, maggio 22

Legge Carlucci-Barbareschi



Pare che la bozza del disegno di legge sul divieto di download d'autore nel web e relative sanzioni, sia già pronta.
La sua compilazione è stata affidata a quelle due cime di informatici che rispondono ai nomi di Carlucci- Barbareschi.
Essendo stata fortemente voluta dalla società parastatale Medusa, si è proceduto ad infondere lo stato di necessità attraverso un primo messaggio mandato in onda da uno dei tg governativi di proprietà diretta dell'attuale Presidente del Consiglio, tg5, con interviste a persone sopra le parti come il figlio di Gianni Letta e Carlo Rossella, per pura coincidenza facenti parte della dirigenza di Medusa la cui testa sappiamo di chi è; i due hanno affermato che questa legge è urgente e necessaria per l'Italia come l'insulina per un diabetico.
Forti della recente approvazione in Francia di una legge contro il download, richiesta da Sarkozy perché i ragazzi intasavano i server per scaricare gli hit del momento di Carla Bruni (però lì c'era proprio lucro perché se li rivendevano come sonniferi surrogati naturali dei medicinali), gli eminenti legislatori, nonostante ciò, stanno ancora frenando sull'annuncio ufficiale.
Per presentarla attendono il dopo elezioni per evitare un grave calo di consensi da parte dei giovani elettori, i neo-diciottenni, che non capiscono che ciò viene fatto per il loro benessere, affinché possano socializzare nelle multisala Medusa o per familiarizzare con i libri comprando l'ultimo successo editoriale Mondadori con copertina rigida di Bruno Vespa, invece che un amorfo pdf. Puntano ancora più in alto, chiederanno al Parlamento europeo, di adottare questa legge fondamentale, per abbattere la crisi in Europa con la paghetta dei minorenni, che deve essere messa in circolo.
È veramente un sollievo sapere che questo attuale governo non lascia nulla al caso, agendo nell'esclusivo interesse della collettività, una collettività che si può chiamare con un nome e cognome: Marina Berlusconi.


Osservazioni.

Il download è compiuto per il 90% da minorenni, il 10% di maggiorenni non fa mercato, anche se non scarica.
Mentre le leggi per il lucro già esistono, questi mocciosetti (senza scopo di lucro) che
avrebbero causato (secondo alcuni) la crisi del cinema italiano e la crisi del settore musicale (due mercati dello spettacolo che si reggerebbero sulle paghette settimanali dei ragazzini!), devono pagare il fio delle colpe. I ragazzi che scaricano film e musica dal web per utilizzo personale in realtà non sono consumatori del settore, semplicemente perché non hanno soldi per andare al cinema o per comprare i meravigliosi cd della innovativa Pausini o del giovanile Carta o dell'eccelso D'Alessio, che comunque vendono lo stesso una inspiegabile vagonata di dischi.
La crisi di questi settori è ben più antica del web, è crisi di qualità, nella musica dopo la fine dell'epoca dei grandi cantautori; nel cinema si parla di crisi dagli anni Ottanta. Gli attori italiani, dove sono, i veri attori? È la televisione ad avere inquinato il cinema, trasbordando la mediocrità, ma questo è un altro capitolo.
La reale intenzione è quella di monetizzare i ragazzini nel web, costringendoli a fare mercato con un obolo, io lo chiamerei sfruttamento o circonvenzione di minori.

domenica, maggio 3

Sondaggio

18 aprile 2009:
"Mi apprezza il 73.50% degli Italiani"

1 maggio 2009:
"Mi apprezza il 75.00% degli Italiani"

In questo lasso di tempo la popolazione italiana ha superato il tetto dei 60 milioni di abitanti. Forse a contribuire per quell'1.5% sono stati i nuovi nati.
Io credo in questo sondaggio!
Se ci troviamo in tre italiani in una stanza, due e mezzo votano per l'Apprezzato. La metà spuria è sicuramente la mia, l'altra metà si ostina ancora.
Prendiamo per esempio la candidata alle europee, la bellissima Matera, la cui foto è nel post precedente, il mio corpo dall'ombellico in su dice che non è adatta, invece dall'ombellico in giù dice che è adatta. Così nasce un battibecco, la mia parte di su apostrofa quella di giù e le dà del testa di cazzo, quella di giù le dice... cose impronunciabili.
Sono scisso a metà!!! Questo sondaggio è sacrosanto! Però non è piacevole che le due parti del mio corpo non vadano d'accordo. Spero che nei prossimi sondaggi possa diminuire quella percentuale di ostilità per riunificarmi, che resti soltanto 1/3 o 1/4 o 1/10 della mia parte sovversiva.
Così che possa dire: Sì, l'ho votato. Però i capelli sono contrari... ora mi rapo a zero e risolvo.