mercoledì, dicembre 19

Angeli senza ali

Terza ed ultima parte (segue dalla prima e seconda parte)

Fu un viaggio lunghissimo, superò deserti, oceani, tempeste di fuoco, sfiorando il limite del cielo dove non le era consentito andare. Lontano dalle terre emerse, dove ancora nessun uomo era giunto, il continente di ghiaccio.

Nel cuore di questa non-terra, sorta prima di ogni terra, dopo la creazione, c’era quello che nessun uomo poteva immaginare e vedere: il cimitero degli angeli. Milioni di corpi racchiusi nelle montagna irta di ghiaccio, intatti, con dentro l’ultimo soffio divino, il segno di un rito che si ripeteva dalla prima morte di un angelo uomo.

In uno dei tanti anfratti spigolosi, ma non casuale, depose il corpo del suo compagno, gli aprì delicatamente la bocca e gli inalò l’ultimo respiro. La Natura avrebbe provveduto al resto. Gli angeli non erano stati fatti di terra ma di etere e solo il soffio di Dio li accomunava all’uomo. Alla fine della colpa, si sarebbero involati verso il Signore, tutti insieme perché il loro era un unico destino. Un atto di amore sarebbe bastato, un atto di amore era il celato desiderio.

Lei attese un giorno e una notte, immobile, si ricoprì di brina, come una statua di ghiaccio, attese che gli elementi sigillassero il giaciglio mortale. All’uscita del sole freddo, uno spettacolo incredibile, lo sapeva, già c’era stata una volta con il compagno, a portare qualcuno... I raggi entrarono tra le pareti, le crepe, le fessure, le stalattiti, tra le rocce puntute di ghiaccio, trapassarono ogni angolo e con un infinito gioco di riflessi la montagna esplose in un trionfo di luce.
Distese le braccia, quasi a dispiegar le ali che non aveva. Immersa nella luce folgorante, inspirò profondamente chiudendo gli occhi; con un fremito del corpo e agitando la chioma fluente si liberò della brina e per qualche istante fu immersa in una nuvola di gocce accecate dal sole. Tornò il candido sorriso, toccò la tenera lastra di cristallo che si era da poco formata, per un ultimo saluto. Poi si accostò ad un altro sepolcro di ghiaccio, una piccola teca trasparente, anche qui pose la delicata mano; dormiva il suo lungo sonno, serenamente, un candido corpicino alato, il frutto dell’amore. Un’altra storia, un altro piccolo dolore, ma anche un’altra speranza, una futura gioia.

Così era lì, la sua vita il cuore e il destino.


Il giorno prestabilito il ragazzo si fece trovare sulla riva del lago. Sapeva che era molto rischioso perché al villaggio gli avevano riservato una sorveglianza speciale. Si mise a scrutare il cielo dinanzi la montagna, come faceva di solito.
Un tocco lieve alle spalle, lo fece girare di scatto. Perché era sempre la prima volta che la rivedeva? perché era così gioioso da non riuscire a profferire parola?

“Ti sento affannoso!”

“Sto bene, è che sono felice”

“Sei felice? Cosa significa essere felice?”

“Un angelo come può non sapere?”

“Uomini strani: tolgono la vita e poi cercano la felicità. La vostra felicità deve essere diversa dalla nostra”

“La mia felicità sei tu!”

“Io…?”

“Voglio venire con te

“Tu vuoi..? vedi io chi sono?”

“Sei un angelo!”

“La mia è una vita diversa da quella di voi umani. Dovresti rinunciare a tante cose. Voi uomini avete l’amore del Signore e sembra che non sappiate cosa farvene, non potete immaginare quanto Lui vi ami. Ed anche noi angeli vi amiamo, è tanto grande il nostro desiderio che vedendo voi vediamo Lui. Oh Padre, perché fosti così crudele con noi? Torna dalla tua gente, hanno ragione. Io sono un’anima dannata!”

“No, tu sei un angelo. Qualsiasi punizione Dio vi abbia inferto, non vi ha mai separato dalla vostra natura divina. Noi uomini non possiamo volare”

“Non è così. Voi uomini, ignari… alcune volte dimenticate che Lui vi ha creato, non vi rendete conto di quali essenze siete fatti. Uomini… uomini…”

“Cosa vuoi dire?”

“La terra è la vostra casa solo perché non avete le ali?”

“L’aria è degli uccelli e degli angeli”

“Gli uccelli hanno le ali. Ma io non ho le ali. Vorrà significare qualcosa?!”

“Tu voli leggera nel vento… anche se hai perso le ali”

“Il desiderio dell’Amore mi fa sollevare nell’aria. Io tendo verso il mio Amore”.

“Ma.. anche io amo…”

“Ami il Signore quanto lo amo io?”

“Veramente non saprei… io sono sicuro di amare te”

“Me? Un uomo che ama angelo del peccato originale?

“Ti amo, non è strano. Se ti amo è possibile. Io amo perché non ho visto in te il peccato”

“Mi ameresti a tal punto da lasciare gli uomini?”

“Sto qui per questo”

L’angelo si commosse. Gli occhi scintillarono di lacrime gioiose.

“Perché?”

“Dio, Padre nostro… grazie “

Il pastore sorrise e ripeté: “Perché?”

L’angelo si riprese. “Mi ha perdonata… Lui, sì… mi ha perdonata”

Il ragazzo scuoteva il capo in cerca di spiegazioni.

“Se ha permesso alla sua creatura più amata di innamorarsi di un angelo, vuol dire che mi ha liberata dalla colpa”

“Ma ciò è meraviglioso. Ciò è… cosa significa?”

“Significa che ora posso tornare a Lui, io posso tornare “

“Oh Dio mio! Se tu torni a Lui ti perderò, non potrei sopportarlo, no…“

“Vuoi venire con me? Per seguirmi devi imparare a volare. Tu puoi”

“Io posso volare?”

“Vieni, dammi la mano”, lo tirò nell’acqua bassa.

“Ora correrai insieme a me, avanti”

Ci furono diversi tentativi, il ragazzo nel momento dello stacco cadeva goffamente in acqua

“Non ci riesco, è impossibile!”

L’angelo lo guardò sconsolata: “Allora io vado”, disse con una luce negli occhi.

Il ragazzo si rialzò: “Tu non andrai da nessuna parte senza di me, continuiamo”

Lo prese ancora per mano.
Un grido di attacco dalla foresta, i cacciatori con le lance alzate uscirono allo scoperto e lo stregone in persona con il braccio puntato verso di loro.

“Ora, è il momento! corri veloce, corri”

Il ragazzo si mise a correre, ma non si alzava, “non ce la faccio, vai tu, salvati”.

“Corri! Hai amore?”

“Sì, Dio, sì…”

“Lo senti l’amore che ti solleva?”

“Sì, sì ho amore, ho amore, oh Signore…”

Lance e frecce sibilavano su di loro.

“Io amo… non ci riesco…”

“Guarda i piedi!”

Il ragazzo stava sfiorando la superficie delle acqua profonde senza affondare.

“Sto volando… io sto volando…”, in quell’attimo una freccia lo colpì dalla spalla trapassandogli il cuore. Il ragazzo spalancò gli occhi.
L’angelo lo tirò più su, lui ora volava. Insieme salirono più in alto del cielo, più in alto delle stelle, verso l’Amore agognato.

6 commenti:

Kaishe ha detto...

PRIMERRIMAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

...


LEGGO DOPO... VOLOOOOO...

LaStefy ha detto...

SECONDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

STEFY ha detto...

Che dire ????? Stupendo.
Mi ha fatto venire la pelle d'oca.
(Solo la pelle però....è ???!!!???)

Kaishe ha detto...

Fabio... che lo dico a fare?

Sei davvero una persona speciale... e parlo di "speciale per Qualcuno"...

Questo racconto è di una dolcezza struggente... e il finale è sperto a ogni interpretazione, perchè arrivando alle ultime righe abbiamo imparato che l'Amore può TUTTO...

Grazie di avercelo donato...

STEFY ha detto...

MESSAGGIO A BLOG UNIFICATO:

visto che tra 20 minuti me ne vado perchè ho il pranzo aziendale....e, probabilmente non tornerò più in ufficio,
vi volevo salutare tutti e augurarvi un buon fine settimana. Ciao, ciao.

Anonimo ha detto...

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