sabato, giugno 9

Il dialogo di un essere perenne con la morte

No, io non l'accetto. Mi si potrà dire quello che si vuole, ma per me la morte è una sconfitta dell'uomo. Non è necessaria, se ne potrebbe fare a meno,  nessuno la rimpiangerebbe. In questi due secoli abbiamo vinto delle battaglie, la tubercolosi, il vaiolo, la sifilide, la lebbra, il colera. La vittoria finale è  sua.
Voi umani, mortali a tempo, l'accettate con rassegnazione, io che sono un essere perenne non mi rassegno, non mi rasssegno all'idea che quelli intorno a me debbano continuamente lasciarmi, tutti.
In 1300 anni della mia esistenza, mi sono visto sfilare le vite delle persone più care. Non mi sono chiesto, perché non io, ma perché loro no.

La Morte, con il suo passo lento e silenzioso, si accostò all'essere perenne: "Possiamo discuterne, se vuoi."

Giò si era incontrato con Lei quattro volte. La prima volta, incuriosita dai suoi primi 150 anni, gli aveva chiesto perché non espiasse la vitacome tutti gli esseri viventi. Lui non aveva saputo trovare spiegazione. La seconda volta, ai 400 anni, fu Lei stessa a dargliela. Gli disse che tutti gli uomini ad un certo punto sentono il bisogno di pregare; sperare nella fine dei propri mali, il senso del pregare, con o senza un Dio. Lui non sentiva questa necessità, per sé; ma nel corso della sua lunga esistenza, era stato tentato dal farlo, per gli altri, coloro che lui aveva amato. E aveva pregato la speranza. La Morte non attese la speranza. "Tu non hai paura di me, nessuno deve averne, io sono quello che sono" "Morte, tu vieni qui a lusingarmi, non me ne faccio nulla dei tuoi complimenti. Non è che non voglio venirti incontro, è che non ne sento la necessità. Tu dammi una prova concreta che sei utile agli uomini."

"In un piccolo paese c'è un piccolo cinema. Se gli spettatori non lasciassero la sala, non permetterebbero agli altri compaesani di vedere il film. Io sono la Morte per gli esseri già nati ma sono la Vita per quelli che devono ancora nascere. Se nessuno morisse, la Terra diventerebbe un luogo inospitale e la specie umana ben presto si estinguerebbe. Non dico di essere indispensabile, ma ora lo sono. Forse un giorno, gli uomini allargheranno i loro orizzonti, e quel giorno io non sarò più necessaria per salvaguardare le vite che sono al di là da venire."

"Ed io?"

"Tu solo, sei il caos. Curo la mia eccezione, come una pianta rara. No, non dovevi nascere.

"Non è colpa mia"

"Non vorresti riparare all'errore?"

"No!"

"Non vorresti avere uno scopo nella vita?"

"In che senso?"

"Nel senso che ora la tua vita non ha una meta da raggiungere. Sei un essere che non sogna. Io Morte offro agli uomini di darsi una ragione di esistenza.Sapendo di avere un tempo definito, si danno da fare per realizzare i loro sogni. Tu no, sei abulico; il tuo cronometro è rotto e non ti costringe a muoverti. Sei immobile nell'Universo."

"Nulla ha un senso, se si deve morire"

"È il contrario"



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