mercoledì, novembre 12

Molestia New York vs gelato di Madia

La ragazza, in aderente maglietta e leggins, tutta tette e culo, a passeggio per New York per 10 ore avrebbe subito 100 molestie sessuali.
Erano esclamazioni, come sarebbero accadute a Roma, città cafonissima quando vuole, o in un'altra metropoli occidentale, sebbene non so se a Stoccolma... Nessuno però le ha messo le mani addosso e questo è già segno di civiltà.
Dipende dai caratteri, un uomo è un uomo; se compare dinanzi una bonazza, almeno sgrana gli occhi. Non fosse così, la specie umana sulla Terra si sarebbe già estinta da tempo.
Ricordo una volta in una piscina di uno stabilimento balneare, adolescenti io ed un mio amico, un primo pomeriggio deserto, ci passa di corsa una bella ragazza bionda, appena uscita dall'acqua e infreddolita, in bikini, con un paio di tettone sconvolgenti, una quinta, balzollanti in modo imbarazzante. Il mio amico, persona educata, non riesce a trattenere un' osservazione, a bassa voce, ma certamente sentito dal soggetto in esame: "Che latteria!"
Io lo redarguisco, però capisco che c'è un limite alla regola del political correct.
E veniamo al gelato della Madìa, Signorini si è scusato, dopo essere stato cazziato da Silvio Berlusconi (da chi viene la predica?!) altrimenti non lo avrebbe fatto. Chiuso l'incidente.
Però, il "Ci sa fare con il gelato!" è una vera e propria molestia sessuale.
Signorini doveva capire, superando il limite di servo del padrone, che la Madìa mangiava il cono in quel modo perché, semplicemente... era in auto. Chiunque lo avrebbe fatto, anche maschi, per non far colare il gelato, sui vestiti o sulla tappezzeria o sul cruscotto o sul tappettino. Non poteva fare altro che degustare il cono, a tenuta stagna.
Invece... il gelato no ed il calippo sì? Questa la giustificazione dei giornalisti del gruppo privato, a fare quadrato.
Il calippo della Pascale era simbolicamente un cazzo (diciamolo chiaramente e non prendiamoci in giro), perché  faceva coreografia alla canzone del "Cafone", dal titolo: Te piace 'o calippo!?, tutta in allusione sessuale.
Che si faccia una fantasia vedendo una donna leccare un gelato è lecito, la fantasia è il motore dell'erotismo ma che lo si dirami e pubblichi in un giornale a tiratura nazionale non è da uomini seri, è dacchecca, nel senso deleterio della parola, non omosessuale, ma isterico femminuccia invidioso pettegolo.
Anche Leopardi si lasciò andare a pensieri zozzi, quando frequentava Napoli.
Seduto ai tavolini delle rinomate gelaterie in via Toledo, goloso di gelati, si dilettava a osservare e fantasticare sulle avvenenti ed eleganti fanciulle della Napoli bene, che sorbettavano, leccavano, succhiavano avidamente il cucchiaino e le gocce di gelato colavano ai lati delle labbra. E lui immaginava che al posto del gelato ci potesse essere qualcos'altro e al posto di quella densa crema anche... Lo raccontava in una lettera privata ad un amico, non è che lo gridava col megafono a tutta l'Italia.
E poi a Napoli il frutto dell'albero di fico si chiama fica... ci sarà un perché.
Ma Signorini, che vada da Fabio Fazio che ha ritagliato uno spazio per lui in gran fretta per ordine dei dipendenti dell'ex premier, e chieda pubblicamente scusa, sempre per ordine del suo padrone, dopo che aveva detto di non doversi scusare con nessuno, spalleggiato da Feltri, Sallusti ed altri colleghi di lavoro privato, non basta. Anche lui deve leccare un gelato, di quelli al cioccolato dal gusto un po' salato, di pupesca memoria, e dire "anch'io ci so fare col gelato". Allora ci crediamo che sia pentito.

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