martedì, novembre 11

Eppure accadde (2)

Verbale della conferenza del Wannsee - 20 gennaio 1942


redatto da Adolf Eichmann seguendo le istruzioni di Reinhard Heydrich


I

Alla riunione sulla soluzione finale della questione ebraica, svoltasi il 20 gennaio 1942 a Berlino, Am Grossen Wannsee nn. 56-58, hanno partecipato:
Gauleiter dottor Meyer e capo dell'Ufficio del Reich dottor Leibbrandt Ministero dei Territori orientali occupati
Segretario di Stato dottor Stuckart Ministero degli Interni
Segretario di Stato Neumann Incaricato del Piano quadriennale
Segretario di Stato dottor Freisler Ministero della Giustizia
Segretario di Stato dottor Bülher Ufficio del governatore generale
Sottosegretario di Stato Luther Ministero degli Affari esteri
Oberführer delle SS Klopfer Cancelleria del partito
Direttore generale di ministero Kritzinger Cancelleria del Reich
Gruppenführer delle SS Hofmann Ufficio centrale per la razza e la colonizzazione
Gruppenführer delle SS Müller e l'Obersturmbannführer delle SS Eichmann Direzione generale per la sicurezza del Reich
Oberführer delle SS dottor Schongarth Alto comandante della Polizia di sicurezza e del SD per il Governatorato generale
e Sturmbannführer delle SS dottor Lange Comandante della Polizia di sicurezza e del SD per il distretto generale Lettonia, in rappresentanza dell'Alto comandante della Polizia di sicurezza e del SD per il Commissariato del Reich Ostland Polizia di sicurezza e SD

II

All'inizio il capo della Polizia di sicurezza e del SD, l'Obergruppenführer della SS Heydrich, ha comunicato di essere stato incaricato dal maresciallo del Reich della preparazione della soluzione finale della questione ebraica in Europa e ha accennato al fatto che la riunione era stata convocata allo scopo di chiarire alcune questioni fondamentali. Il desiderio, espresso dal maresciallo del Reich, di ricevere un piano dei provvedimenti da adottare riguardo all'organizzazione, l'attuazione e i mezzi materiali necessari per dare corso alla soluzione finale della questione ebraica in Europa, presuppone una preventiva concertazione delle questioni che interessano tutte le istanze centrali in vista di una sincronizzazione delle linee di condotta. La responsabilità della direzione della soluzione finale della questione ebraica spetta, senza riguardo a questioni di confini geografici, al Reichsführer della SS e capo della polizia tedesca (capo della Polizia di sicurezza e del SD).

Il capo della Polizia di sicurezza e del SD ha quindi passato rapidamente in rassegna i momenti salienti della battaglia condotta finora contro questo avversario:

a) il respingimento degli ebrei dai singoli territori di insediamento del popolo tedesco;

b) il respingimento degli ebrei dallo spazio vitale del popolo tedesco.

Nel tentativo di pervenire a questi obiettivi, l'unica soluzione possibile provvisoriamente adottata è stata quella di accelerare il ritmo dell'emigrazione degli ebrei dal territorio del Reich, ponendovi mano in maniera pianificata.

Per ordine del maresciallo del Reich, è stato istituito, nel gennaio 1939, un Centro per l'emigrazione degli ebrei del Reich, della cui direzione è stato incaricato il capo della Polizia di sicurezza e del SD. Esso aveva in particolare il compito di:

a) adottare le misure preparatorie necessarie a intensificare l'emigrazione degli ebrei;

b) orientare il flusso di emigrazione;

c) accelerare, caso per caso, l'attuazione dell'emigrazione.

Obiettivo di questi interventi era ripulire in maniera legale lo spazio vitale tedesco dagli ebrei. Tutti gli uffici si rendevano conto degli svantaggi inerenti a questa accelerazione dell'emigrazione. Tuttavia, in mancanza di altre soluzioni possibili, essi hanno dovuto accettarli.

Nel periodo successivo, le varie questioni legate all'emigrazione hanno costituito non solo un problema tedesco, ma anche un problema con cui si sono dovute misurare le autorità dei paesi di immigrazione. Le difficoltà finanziarie, quali l'aumento dei diritti di emigrazione e di sbarco da parte dei diversi governi stranieri, la mancanza di posti sulle navi, le crescenti restrizioni o i blocchi posti all'immigrazione hanno fortemente ostacolato i tentativi di emigrazione. Malgrado queste difficoltà, dalla presa del potere fino al termine fissato del 31 ottobre 1941, sono stati indotti a emigrare complessivamente 537 000 ebrei. Di questi:
dal 30 gennaio 1933 dal vecchio Reich 360.000
dal 15 marzo 1938 dalla Marca orientale 147.000
dal 15 marzo 1939 dal Protettorato di Boemia e Moravia 30. 000

L 'emigrazione è stata finanziata dagli stessi ebrei ossia dalle organizzazioni politiche ebraiche. Per evitare che gli ebrei proletarizzati restassero indietro, si è fatto valere il principio secondo cui gli ebrei abbienti erano tenuti a finanziare l'emigrazione degli ebrei nullatenenti; è stata pertanto istituita, in base a scaglioni di reddito, una tassa di trasferimento o emigrazione, utilizzata per coprire i costi dell'emigrazione degli ebrei nullatenenti. Oltre al gettito in Reichsmark, si è reso necessario il reperimento di divise per i diritti di emigrazione e di sbarco. Per tutelare le riserve valutarie tedesche, le organizzazioni ebraiche tedesche hanno pregato le banche ebraiche straniere di recuperare le relative somme in valuta. Grazie alle donazioni degli ebrei stranieri è stata messa a disposizione, entro il 30 ottobre 1941, una somma complessiva di 9.500.000 dollari.

In considerazione dei pericoli rappresentati dall'emigrazione in tempo di guerra e delle possibilità offerte dall'Est, il Reichsführer e capo della Polizia tedesca ha, nel frattempo, vietato l'emigrazione degli ebrei.


III

All'emigrazione è ormai subentrata, quale ulteriore possibilità di soluzione, secondo quanto preventivamente approvato dal Führer, l'evacuazione degli ebrei verso Est.

Sebbene queste operazioni rappresentino soltanto una scappatoia, tuttavia, a questo riguardo, vengono fatte, sin da ora, esperienze pratiche della massima importanza ai fini della futura soluzione finale della questione ebraica.

Nel quadro della soluzione finale della questione ebraica in Europa, il numero degli ebrei interessati ammonta a 11 milioni di persone, così ripartite tra i singoli paesi:
Paese Numero
A) Vecchio Reich 131.800
Marca orientale 43.700
Territori orientali 420.000
Governatorato generale 2.284.000
Bialystok 400.000
Protettorato di Boemia e Moravia 74.200
Estonia libera da ebrei
Lettonia 3.500
Lituania 34.000
Belgio 43.000
Danimarca 5.600
Francia - Territorio occupato 165.000
Francia - Territorio non occupato 700.000
Grecia 69.600
Paesi Bassi 160.800
Norvegia 1.300
Ucraina 2.994.684
Russia bianca esclusa Bialystok 446.484
B) Bulgaria 48.000
Inghilterra 330.000
Finlandia 2.300
Irlanda 4.000
Italia inclusa Sardegna 58.000
Albania 200
Croazia 40.000
Portogallo 3.000
Romania inclusa Bessarabia 342.000
Svezia 8.000
Svizzera 18.000
Serbia 10.000
Slovacchia 88.000
Spagna 6.000
Turchia (parte europea) 55.500
Ungheria 742.800
URSS 5.000.000
Ucraina 2.994.684
Bielorussia esclusa Bialystok 446.484
Totale oltre 11.000.000

Le cifre relative agli ebrei dei diversi paesi stranieri comprendono però solo gli ebrei praticanti, dal momento che in essi mancano ancora in parte classificazioni degli ebrei secondo criteri razziali. Tenuto conto dell'atteggiamento e delle generali concezioni vigenti nei singoli paesi, il trattamento del problema incontrerà alcune difficoltà, in particolare in Ungheria e in Romania. In Romania, per esempio, gli ebrei possono a tutt'oggi procurarsi, in cambio di denaro, documenti che attestino la loro appartenenza a una nazionalità straniera.

L'influsso degli ebrei in tutti i territori dell'Urss è noto. Nel territorio europeo vivono circa 5 milioni di ebrei, nell'area asiatica appena 250 000.

La ripartizione professionale degli ebrei residenti nel territorio europeo dell'Urss era la seguente: settore agricolo 9,1% lavoratori urbani 14,8% commercio 20,0% impiegati statali 23,4% libere professioni (medicina, stampa, teatro, ecc.) 32,7%

Ora, nel quadro della soluzione finale della questione ebraica e sotto la necessaria guida, gli ebrei devono essere utilizzati all'Est nei compiti lavorativi giudicati più opportuni. Inquadrati in grandi colonne e separati per sesso, gli ebrei abili al lavoro saranno condotti in quei territori a costruire strade, operazione durante la quale senza dubbio una gran parte di loro soccomberà per riduzione naturale.

Il nucleo che alla fine sopravviverà a tutto questo, e si tratterà della parte dotata della maggiore resistenza, dovrà essere trattato in maniera adeguata, poiché rappresentando il frutto di una selezione naturale, qualora fosse lasciato andare libero, dovrebbe essere considerato la cellula germinale di una nuova rinascita ebraica (si veda l'esperienza storica).

Nel quadro dell'attuazione pratica della soluzione finale, l'Europa verrà setacciata da ovest a est. II territorio del Reich, incluso il Protettorato di Boemia e Moravia, dovrà essere ripulito per primo, non foss'altro che per ragioni di carattere abitativo e altre necessità socio-politiche.

Gli ebrei evacuati verranno dapprima portati, senza esitare, in cosiddetti ghetti di transito e di lì trasportati più a Est.

La premessa più importante ai fini dell'evacuazione, ha poi spiegato l'Obergruppenführer della SS Heydrich, è l'esatta determinazione della cerchia di persone interessate dal provvedimento.

È previsto che gli ebrei al di sopra dei 65 anni non verranno evacuati, bensì internati in un ghetto per anziani - si è pensato a Theresienstadt.

Oltre a queste classi di età - dei circa 280 000 ebrei che al 3 I ottobre 1941 si trovavano nel vecchio Reich e nella Marca orientale il 30 per cento circa ha superato i 65 anni -, nel ghetto ebraico per anziani verranno accolti anche i grandi invalidi di guerra e gli ebrei decorati in guerra (croce di ferro di I' classe). Tale opportuna soluzione consente di eliminare in un sol colpo i molti interventi in favore degli ebrei. L 'inizio delle singole grandi operazioni di evacuazione dipenderà in ampia misura dagli sviluppi militari. Riguardo al trattamento della soluzione finale nei territori europei da noi occupati o sotto nostra influenza, è stato proposto che gli addetti alla questione del ministero degli Affari esteri si consultino con il funzionario incaricato della Direzione generale per la sicurezza del Reich.

In Slovacchia e in Croazia la faccenda non presenta più grandi difficoltà, dal momento che le principali questioni di fondo sono già state avviate a una soluzione. Anche in Romania il governo ha, nel frattempo, attivato un responsabile della questione ebraica. Per risolvere la questione in Ungheria, è necessario imporre entro breve al governo ungherese un consulente di questioni ebraiche.

Per quanto riguarda l'avvio dei preparativi per risolvere il problema in Italia, l'Obergruppenführer della SS Heydrich ritiene opportuno mettersi in contatto, a questo proposito, con il capo della Polizia.

Nella Francia occupata e non occupata la schedatura degli ebrei destinati alla deporta zio ne procederà molto probabilmente senza grossi problemi.

Il sottosegretario di Stato Luther ha comunicato, a questo proposito, che in alcuni paesi, per esempio negli stati nordici, sorgeranno difficoltà quando si tratterà di affrontare il problema in termini più radicali, ragion per cui è consigliabile tralasciare per il momento quei paesi. Tenuto conto dello scarso numero di ebrei in tali paesi, ciò non rappresenta comunque una grave limitazione. In compenso il ministero degli Affari esteri non vede grandi difficoltà per quanto riguarda l'Europa sudorientale e occidentale.

Il Gruppenführer della SS Hofmann prevede di mandare in Ungheria, per un orientamento generale, un addetto dell'Ufficio centrale per la razza e la colonizzazione, quando il capo della Polizia di sicurezza e del SD porrà mano alla faccenda in quel paese. È stato stabilito che per il momento questo addetto dell'Ufficio centrale per la razza e la colonizzazione, che non dovrà svolgere un ruolo attivo, verrà ufficialmente distaccato come aiuto dell'attaché di polizia.


IV

Le leggi di Norimberga dovranno sostanzialmente costituire la base del piano di soluzione finale. Necessaria premessa per una sistemazione definitiva del problema è che venga risolta anche la questione dei matrimoni misti e dei meticci.

Il Capo della polizia di sicurezza e del SD, in riferimento a una lettera del Capo della Cancelleria del Reich, espone intanto in via teorica i punti che seguono:


1) Trattamento dei meticci di primo grado

Per quanto riguarda la soluzione finale della questione ebraica, i meticci di primo grado sono equiparati agli ebrei.
Da questo trattamento sono esclusi:

a) i meticci di primo grado coniugati con persone di sangue tedesco, dal cui matrimonio siano nati figli (meticci di secondo grado). Questi meticci di secondo grado sono sostanzialmente da equiparare ai tedeschi.

b) i meticci di primo grado per i quali le massime autorità del partito e dello stato abbiano finora autorizzato una qualche eccezione in determinati settori.
Ogni caso dovrà essere esaminato singolarmente, e non si esclude che questa volta la decisione sia sfavorevole al meticcio.

Eventuali eccezioni dovranno essere sempre concesse per meriti sostanziali del meticcio stesso. (Non meriti del genitore o del coniuge di sangue tedesco).

Il meticcio di primo grado escluso dall’evacuazione sarà sterilizzato, onde evitare qualsiasi discendenza ed eliminare definitivamente il problema dei meticci. La sterilizzazione sarà effettuata volontariamente. Essa costituisce tuttavia la condizione necessaria per poter restare nel Reich. Il "meticcio" sterilizzato sarà quindi liberato da tutte le restrizioni cui era sottoposto in precedenza.

2) Trattamento dei meticci di secondo grado.

I meticci di secondo grado vengono fondamentalmente accorpati alle persone di sangue tedesco, ad eccezione dei seguenti casi, in cui i meticci di secondo grado verranno equiparati agli ebrei:

a) meticcio di secondo grado nato da un matrimonio bastardo (entrambi i coniugi meticci).

b) Aspetto razziale esteriore particolarmente sfavorevole del meticcio di secondo grado, che lo fa assomigliare a un ebreo.

c) Giudizi particolarmente negativi da parte delle autorità politiche o di polizia del meticcio di secondo grado, da cui emerge che egli si sente ebreo e si comporta come tale.

In questi casi non vanno fatte eccezioni, neppure se il meticcio di secondo grado è sposato con una persona di sangue tedesco.


3) Matrimoni tra ebrei puri e persone di sangue tedesco.

Bisogna decidere, caso per caso, se evacuare il coniuge ebreo o internarlo in un ghetto per anziani, tenendo conto delle ripercussioni che un simile provvedimento ha sui parenti tedeschi dei coniugi in questione.

4) Matrimoni tra meticci di primo grado e persone di sangue tedesco.

a) Senza figli.

Se dal matrimonio non sono nati figli, il meticcio di primo grado viene evacuato ossia internato in un ghetto per anziani. (Stesso trattamento che nel caso dei matrimoni tra ebrei puri e persone di sangue tedesco, punto 3).

b) Con figli.

Se dal matrimonio sono nati dei figli (meticci di secondo grado), costoro, qualora vengano equiparati agli ebrei, saranno evacuati insieme al meticcio di primo grado, ossia internati in un ghetto per anziani. Nel caso in cui i figli vengano equiparati ai tedeschi (caso normale), essi vanno esonerati dall'evacuazione e con loro anche il meticcio di primo grado.

5) Matrimoni tra meticci di primo grado e meticci di primo grado o ebrei.

Per quel che riguarda questi matrimoni (compresi i figli) tutte le parti saranno trattate alla stregua di ebrei e pertanto evacuate ossia internate in un ghetto per anziani.

6) Matrimoni tra meticci di primo grado e meticci di secondo grado.

Entrambi i coniugi, senza riguardo al fatto che abbiano figli o no, saranno evacuati ossia internati in un ghetto per anziani, dal momento che gli eventuali figli generalmente presentano, sotto il profilo razziale, una percentuale di sangue ebraico superiore a quella dei meticci ebrei di secondo grado.

Il Gruppenführer della SS Hofmann è dell ' opinione che si debba far ampio ricorso alla sterilizzazione, tanto più che il meticcio, posto di fronte alla scelta se essere evacuato o sterilizzato, preferirà sottoporsi alla sterilizzazione.

Il segretario di Stato dottor Stuckart constata che l'attuazione pratica delle soluzioni possibili sopra elencate, atte a risolvere definitivamente il problema dei matrimoni misti e dei meticci, comporta un onere amministrativo infinito. D'altra parte, per tenere comunque conto anche della realtà biologica, il segretario di Stato dottor Stuckart ha proposto di passare alla sterilizzazione obbligatoria.

Per semplificare il problema dei matrimoni misti, bisognerebbe inoltre riflettere sulla possibilità che al legislatore sia permesso di sentenziare: "Questi matrimoni sono sciolti".

Riguardo alla questione delle ripercussioni dell'evacuazione degli ebrei sulla vita economica, il segretario di Stato Neumann ha spiegato che gli ebrei attualmente impiegati nelle industrie strategiche non dovrebbero essere evacuati fino a quando non si siano trovati dei sostituti.

L'Obergruppenführer della SS Heydrich ha sottolineato che questi ebrei, in base alle direttive da lui approvate in vista dello svolgimento delle operazioni di evacuazione attualmente in corso, non sarebbero stati comunque evacuati.

Il segretario di Stato dottor Bühler ha osservato che il governatore generale sarebbe lieto se la soluzione finale di questa questione cominciasse dal Governatorato generale, poiché li il problema dei trasporti non ha un grande peso e l'operazione non sarebbe ostacolata da ragioni legate all'impiego di manodopera. Gli ebrei andavano allontanati quanto prima dal territorio del Governatorato generale, perché proprio li l'ebreo rappresentava, come veicolo di epidemie, un pericolo eccezionale e, d'altra parte, col perdurare del mercato nero, sovvertiva costantemente la struttura economica del paese. Inoltre, la maggioranza dei 2,5 milioni di ebrei interessati era inabile al lavoro.

Il segretario di Stato Bühler ha inoltre osservato che, nel Governatorato generale, la direzione centrale della soluzione della questione ebraica spettava al capo della Polizia di sicurezza e del SD e che le autorità del Governatorato generale lo avrebbero sostenuto nel suo lavoro. L 'unica preghiera che egli rivolgeva era che in quel territorio la questione ebraica fosse risolta quanto prima.

In conclusione sono state discusse le diverse soluzioni possibili; sia il Gauleiter dottor Meyer sia il segretario di Stato dottor Bühler sono del parere di eseguire in prima persona determinati lavori preparatori alla soluzione finale, relativi ai rispettivi ambiti, evitando però di allarmare la popolazione.

La seduta si è conclusa con la preghiera rivolta ai partecipanti alla riunione dal capo della Polizia di sicurezza e del SD di garantirgli l'appoggio necessario ai fini della realizzazione dei piani di soluzione.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Non mi stupisce che abbiano perso la guerra. (Ma l'hanno poi persa davvero)?
Ancor prima che disumani e folli, sono stati stupidi, superficiali e presuntuosi: credere di poter attuare un simile piano fino in fondo senza disturbo, crederci così tanto da impiegare tante di quelle risorse (distolte alla "vera" guerra) senza ottenere che un frazione di quello che si aspettavano, è stato un gravissimo errore, trasformatosi in indicibile orrore.
Uno spargimento di sangue ed un sacrificio completamente inutile (pensavano che una genìa come quella ebraica si sarebbe lasciata fregare così ?), una "soluzione finale" impossibile da ottenere.

Una follia.

Ed è bene che si ricordi, è bene che se ne parli, è bene che la memoria non si perda mai.

Kaishe ha detto...

Sottolineo la chiusura di Albert... è bene che se ne parli.
Di questoa e di tutte le altre atrocità che l'uomo ha potuto pensare emettere in pratica.
Molte anche oggi, epoca dell'informazione in tempo reale... Però poi si parla solo di alcune situazioni. Mi sembra di poterle definire "economicamente interessanti"...
ma quelle SOLO umanamente interessanti???

fabio ha detto...

È fondamentale che ogni Nazione sia aperta al'esterno, per non perdere il lume della ragione, come successe in Italia e in Germania, isolate al mondo dall'autarchia e irreggimentate culturalmente. Poi è normale che tutto quello che esce dalla mente di un Capo di Stato megalomane sia accettato dalla massa. Quello che sta accadendo in alcune regioni del Congo per esempio, stanno passando senza come acqua fresca nell'opinione internazionale, eppure si parla di stragi, di pulizia etnica, di stupri di massa... ma nessun capo di Nazione che conti si esprime, a parte l'appello di dovere del Papa; troppi troppi troppi interessi ci sono là giù da parte delle multinazionali, non conviene muovere le acque. È terrificante ciò.

scriptamanent ha detto...

E' tornato Albert, evvai!

Anonimo ha detto...

scriptamanent: non ero mai andato via... ;) E' solo che ci sono periodi in cui vado a senso unico, leggo ma non scrivo.

Io ritengo che il "problema" ebraico sia unico, diverso da qualsiasi altra questione razziale e a nessuna di queste paragonabile.
E' una "summa", l'archetipo del razzismo, è normale che si utilizzi come paragone, ma non va confuso con altre forme di questo fenomeno.
E' in assoluto la forma di razzismo più becera che sia mai esistita, perchè non potendo prender piede da vere o presunte "inferiorità" degli individui, nasce esclusivamente da una questione economica. Gli ebrei (in quanto popolo eterogeneo ma unito, senza una precisa collocazione geografica ma proprio per questo dotato di una forza immensa), furono all'epoca ghettizzati solo e soltanto a causa del loro potere economico, visto dal "grande dittatore" (e dal nostro "piccolo" solo in maniera residuale e lecchina) come l'unica vera minaccia alla sua egemonia.
Tant'è che fu proprio il potere economico ad impedire che la "soluzione finale" facesse il suo corso sino in fondo e molto probabilmente fu sempre quello a far perdere la guerra alla Germania e agli altri sfigati che correvano con lei.
Ho una mia teoria (strampalata, lo ammetto), per cui se Hitler avesse lasciato in pace gli ebrei, avrebbe - e dico avrebbe - anche potuto vincere. Ritengo che l'immenso sacrificio in termini di vite umane pagato dalla razza ebraica sia valso come contropartita alla giusta conclusione del conflitto mondiale.
Tutte le altre categorie colpite dalle leggi razziali (zingari, negri, omosessuali, handicappati), erano un semplice "contorno" innocente, per giustificare la storiella della "purezza razziale", che era l'unico modo per darla a bere alle masse. Se Hitler avesse detto "facciamo fuori gli ebrei per prenderci i loro soldi" difficilmente avrebbe avuto seguito. Mischiandoli con altri e dicendo "eliminiamo queste razze impure che minano la nostra radice ariana" è anche riuscito a trovare abbastanza persone disposte a seguirlo.
Vi starete chiedendo se io sia per caso ebreo, dato che il mio discorso suona un po' di parte. No, non mi identifico in alcuna religione, ed anche in senso genealogico non ho origini "sospette" ;)
E' solo che credo di aver raggiunto quella obiettività radicale (guadagnata sviluppando una considerevole dose di cinismo) che ormai mi rende inutile qualsiasi distinzione basata su concetti idioti come quello di "razza". Vado un po' più a fondo e cerco i motivi. Quelli veri. E a volte li trovo... non so se abbiano valore universale, ma per me funzionano !

Kaishe ha detto...

Correttissimi i termini dell'esposizione di Albert... assolutamente condivisibili, quindi.

Quando io citavo altri "eventi" non li mettevo in comparazione con il problema razziale nè con quello delle diversità in senso antropologico.

Pensavo esattamente al Congo e a quanti genocidi si continuino a fare sulla Terra e inorridivo alla consapevolezza che certi ci passino sopra senza lasciarci alcun segno...

Per quanto riguarda la razza ariana... al paese della mia nonna materna stanno facendo una ricerca per appurare le origini di 2 cognomi... alcuni risultati portano verso l'origine ebaica.
Credo che tutto si risolverà in nulla... ma in corso di approfondimenti mi sono sentita orgogliosa di potervi appartenere (pur in percentiale minima)...

fabio ha detto...

Non vorrei scrivere delle banalità ma il male è sempre banale. In ogni espressione di razzismo c'è un fondamento economico. Nella storia ebraica si mette allo scoperto questa lapalissiana verità, perché l'ebraismo non è un'etnìa ma una religione. Quindi manca il reale paravento del razzismo, come ha osservato Albert; paravento trovato e costruito attraverso l'atavica fame persecutoria in Europa.
I negri d'America, il razzismo giustificava la tratta e la schiavitù per il lavoro di sfruttamento nelle piantagioni di cotone. Gli Indiani dell'America del Nord, razzismo degli inglesi americanizzati per appropriarsi delle loro terre. I gravi scontri che ci sono attualmente in Congo sono sempre causati da motivi economici camuffati da razzismo,tra tribù diverse, per eliminare le discendenze e acquisire le loro terre con nuova progenie.

fabio ha detto...

Il Giudeo, deicida, fu segregato nel corso dei secoli in Europa, per ordini politico-religiosi. Questo isolamento coatto portò all'unitarietà degli ebrei, per difesa, e in parte anche alla conservazione delle caratteristiche di origine, non quella degli avi di Israele, ma dell'origine dell'isolamento. Gli ebrei devono la conservazione della identità storica proprio alle persecuzioni, che sono entrate a far parte della storia del popolo errante, dalla cattività in Egitto, per lo stesso motivo dei negri d'America, in poi. L'ebraismo non è solo una religione ma l'identità in cui amano riconoscersi gli ebrei. È un concetto particolare di cui vanno fieri. Per tutte le religioni sentite è così. Chi diventa musulmano deve andare alla Mecca almeno una volta nella vita, anche uno svedese o un giapponese; non è questione di etnia, la storia di Maometto diventa la loro storia. Per quelli di religione ebraico è più sentito perché le persecuzioni storiche sono la memoria del dolore, da prima del Nazismo.

fabio ha detto...

Se ci facciamo caso, i negri d'America gergalmente si chiamano 'fratello' è una esile identità che risale al'epoca della schiavitù, ma molto esile perché non era rafforzata da un'unitarietà religiosa e millenaria.