venerdì, giugno 8

Mariette

Sinfonia n°3 in Bi bemolle maggiore. Ludwig van Beethowen

Era un’alba gelida e nebbiosa di un inverno parigino. Mariette non era riuscita a dormire. La luce timida del mattino, adombrata da un basso cumulo nero, rischiarava appena il povero mobilio della cucina. Da un cassetto estrasse qualcosa di scintillante, una lunga lama affilata. Se la puntò all’addome, pensò che l’avrebbe trapassata da parte a parte. La vita sottile, il delicato corpo, le dispiaceva offenderlo. Appoggiò la fredda lama di piatto su un fianco, voleva vedere quanta ne sarebbe uscita dall’altra parte se avesse provato ad affondarla tutta. La punta le si impigliò sul lembo della vestaglia aperta e gliela strappò. Se ne rammaricò ma subito considerò che ciò non aveva importanza. La morbida pelle e la sinuosità del corpo, lacrimò nel silenzio, piangeva per se stessa. Un raggio di sole era finalmente riuscito a liberarsi dalla lunga notte ed entrò d’impeto attraverso i vetri concludendo la corsa nelle sue pupille. Mariette socchiuse gli occhi, posò la lama sul tavolo e si avvicinò alla finestra. “Ogni giorno è un giorno nuovo”, la flebile voce non superò l’alito che la trasportava. Era stanca, si lasciò scivolare lentamente con la schiena appoggiata allo stipite. La folla di pensieri era diventata così esasperata che non riuscì più a contenerli e una coltre nera scese sulla mente; si addormentò in ginocchio.
La vita nella città riprendeva. I rumori della frenetica attività metropolitana salivano smorzati all’ultimo piano del piccolo appartamento in fitto. Passò il mezzogiorno e una pioggia sottile e gentile incominciò ad alleggerire le nuvole parigine. Il tintinnio sul vetro la destò; era indolenzita, infreddolita e aveva una gran fame.
Si vestì alla meglio, racimolò pochi soldi e uscì. Giù al portone c’era Gustave, lavorava come autista alla ditta Luxor, nel negozio di fronte. Le faceva una corte silenziosa e tenace. Ma lei non aveva né tempo né mente da dedicare a quelli che definiva: “stupidi sentimenti”, almeno sembrava di crederlo . Lo salutò con un impercettibile movimento del capo senza fermarsi. Gustave ebbe appena il tempo di accorgersene che già lei aveva svoltato l’angolo. Nonostante l’apparente sufficienza Mariette provava il sottile piacere di essere desiderata. Ripeteva lo stesso copione ma il giovane non demordeva. L’aveva vista sorridere e questo per lui era un segnale. Mariette quando non lo trovava vicino il portone alzava lo sguardo verso il negozio, scrutava nell’antro del deposito a fianco e infine si avviava mestamente voltandosi di tanto in tanto. Se poi Gustave le si parava davanti all’improvviso, allora lei abbassava il capo e a passo svelto si allontanava; le bastava sapere che lui c’era. Alcune volte il giovane era distratto o parlava col padrone ed allora Mariette, appena uscita, rallentava per dargli modo di notarla. Appena la vedeva, Gustave si proiettava come il ferro verso la calamita. Ma Mariette accelerava e si dileguava, lasciandolo con un sorriso spezzato, neanche tanto deluso, perché sapeva bene essere quello il sottile gioco dell’amore.

4 commenti:

Kaishe ha detto...

Buongiorno Fabio...
anche tu ingurgitato dal malefico sistema lavorativo?
Sei in ottimissima compagnia... ma ogni tanto fatti sentire (naturalmente con cautela e attenzione alle intercettazioni...).-

Sul racconto presente (e sono andata a rinfrescare la memoria anche per "il ponte")... ma povero Gustave... ma una bella ragazza tranquilla senza grilli per la testa e senza tante crisi esistenziali... quelle classiche dei polpettoni rosa... tutte occhioni e poco cervello... no, eh?
Eppure (a parte la battuta) anche questo è bellissimo... una conferma del tuo stile e della tua capacità di raccontare e scrivere e usare l'italiano...
Complimenti!

MERCURY ha detto...

Eh, no è, caro Fabio!!
ora scrivi tutto il romanzo. Non è che ci puoi buttare lì stralci, inizi, paragrafi...e poi mi lasci così, senza sapere cosa succederà!!

ora, anche in comode puntate,come preferisci, ma lo scrivi TUTTO!! e me ne mandi anche una copia!
grazie!

fabio ha detto...

Mercury, uhm uhm.
Magari lo scrivo solo per te...

MERCURY ha detto...

si, grazie!!

fabio dobbiamo trovare un posto d'incontro se no ci rispondiamo a settimane alterne!! ahahahahah

....ma tanto...ora sei inguainato nel circuito!! ahahahahahahhahah
ahahahahahhahah
ahahah (risata sarcastica che sta a significare "xxzzi tuoi!!"