sabato, febbraio 13

Dal “Diario di un essere perenne” 10


Ogni volta che mi trovo a spiegare la mia condizione di essere perenne, trovo una certa difficoltà. È semplice a dirsi ma i ricordi dei mille e mille anni della mia esistenza si affollano nella mente e disturbano il concepimento del pensiero. Io sono un essere perenne, non immortale. Potrei vivere all’infinito, più del sole, più dell’Universo, ma l'ambiente esterno non rispetta le mie potenzialità e prima o poi, per la legge delle probabilità, avrà il sopravvento su di me. Devo stare attento a preservare il corpo. Nel frattempo esisto, esisto come le rocce, come l’acqua, come gli atomi di idrogeno, esisto, non vivo. Le ragioni della mia vita non sono quelle dei mortali, io non ho una scadenza. Continuo il corso senza frenesia del tempo che passa, il fare lavorare, procreare, fare e morire. E perché dovrei fare se non devo morire? Fare cosa? Per cosa? Così anche l’amore legato alla vita finita, mi è sconosciuto. L’amore che serve ad unirsi per la paura di scomparire senza lasciare testimoni della propria esistenza, di esseri vissuti. L’amore per cercare nella solitudine della mortalità, un’altra vita che si accomuni alla condizione dell’uomo, e dargli un valore perché non si estingua come un vuoto a perdere . Non ne ho bisogno, e anche se volessi non c’è in me una spinta che mi porti a cercare o concedere amore. Una roccia può avere sentimenti? Può provare orrore o gioia? Una roccia… può provare amore, una roccia che non produce calore? Mi scaldo solo se scaldato, la mia pietà è quella di fermare prima la volontà di chi può farlo, forse questa è una forma di amore, non accettare nulla che non può essere ricambiato, forse è semplice onestà. Non succederà mai. Il mio dramma è che se gli altri hanno una ragione di vita per dare un senso alla morte, io non so quale sia la mia ragione di vita per esistere perennemente. E dopo svariati secoli di vana ricerca, nasce in me la convinzione che una ragione non c’è. Io esisto e basta, esisto per le stesse ragioni della roccia.

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