giovedì, febbraio 25

Incubo fame



Spesso noi "normali" cittadini occidentali ci sentiamo addosso un senso di colpa per quella che si definisce genericamente "la fame in Africa". Storicamente è vero, perché prima che i coloni europei andassero a fare da padroni, in Africa, nessuno soffriva la fame. Lo sfruttamento delle risorse che dovrebbero essere comuni, nei diversi Stati africani, è in mano a poche persone, che diventano spaventosamente ricche e potenti, pratica in uso anche in Occidente. Per esempio nel nostro paese, l'etere nazionale è stata accaparrata quasi integralmente da un solo privato, una concessione pubblica a titolo praticamente gratuito; il che equivale a dire che tutti i soldi guadagnati dalla pubblicità trasmessa in esclusiva a livello nazionale vanno in tasca ad un privato, senza alcun introito per lo Stato che è il reale proprietario del bene. Ecco un meccanismo per acquisire ricchezze, qui o in Africa. Altro metodo è quello svolto da le grandi imprese, ad esempio sempre a titolo Italia, i grandi manager e i grandi imprenditori. Essi producono all'estero utilizzando mano d'opera al basso costo di vita di quei paesi, ma vendono i prodotti in Italia al costo di vita italiano. A chi va il surplus? a loro, ovvio. Poi uno si domanda come mai in Italia aumenta la disoccupazione ma loro i marchiondi, gli stilisti, i montezzemolati diventano sempre più ricchi. Quindi se è sorto uno come Berlusconi a chi va il merito? Non certo agli Italiani, perché l'ometto la ricchezza se l'è guadagnata con i "propri meriti", anche l'aiutino se lo è cercato da solo, da dalemini craxiani, non per noi. Bisogna rendere merito a chi ha merito. Perché gli Italiani devono usurpare meriti che non spettano loro? Non è giusto, soprattutto per il prestigio di Berlusconi. Così in Africa, se ci sono dei lestofanti di imprenditori che si fanno i loro guadagni sulla pelle del popolo, la colpa di chi è? del popolo? No, di certo, la colpa è dei governi che li assecondano, di compiacenti politici che hanno il loro porco tornaconto. È la solita storia. Dietro grandissimi guadagni c'è sempre, sempre, una scia di grandissima corruzione, povertà e ingiustizia.

Non è che i produttori di diamanti (che di solito sono anche occidentali), i concessionari delle miniere, i commercianti di quel pesce del film-documentario "L'incubo di Darwin" ecc siano più aggressivi ed avidi degli imprenditori europei o americani o giapponesi. Sono uguali ma il meccanismo del capitalismo aggressivo, spesso dittoriale, ha praticamente fagocitato un continente non preparato a questo impatto, in un secolo e mezzo, a discapito di una cultura semiprimitiva ma in equilibrio con l'ambiente.
Nessuna potenza mondiale vuole risolvere la "fame in Africa", perché ciò comporterebbe la perdita di una grande fonte di guadagno per una certa oligarchia. Meglio milioni di bambini morti che milioni di dollari persi. E in Italia? meglio nuovi milioni di posti di disoccupati che perdere milioni di euro di guadagno in industrie in suolo italiano.

Soluzioni hard africane impossibili:
nazionalizzazione delle industrie, delle miniere, anche tramite confisca di Stato. Gli introiti, dal mercato occidentale, da utilizzare per incentivare il commercio e l'imprenditoria interni, la sovvenzione alla sanità ed il sistema pensionistico, tutto quello che manca ora.
Soluzione soft, seminazionalizzazione, 60% dei guadagni allo Stato.
Tutto ciò è impossibile perché i membri dei Governi di questi Stati africani, hanno in pugno le elezioni, spesso sono anche i padroni delle miniere. Immaginiamo un imprenditore con in esclusiva una risorsa economica dello Stato che sia anche il capo del Governo di quello Stato... Roba da Terzo Mondo, meno male che siamo in Italia...

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