lunedì, marzo 15

favole interpretative POLLICINA E IL PISELLO MAGICO parte seconda

Nonnetto Silvio racconta


Favole interpretative autentiche


Sotto l’alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Consiglio dei Ministri
Sette favole per sette giorni
secondo le nuove disposizioni del ministero della P.I. sul decreto interpretativo autentico
favola del martedì

...................POLLICINA E IL PISELLO MAGICO... parte seconda

Pollicina scavò una piccola buca vicino casa e ci seppellì il pisello bello panciuto. Quella notte dormì placidamente facendo sogni di gloria. Il mattino dopo fu svegliata dall’urlo della madre. “Oh cosa è quell’albero ? per poco non ci sradicava casa” “Ma è il pisello! Mamma, è diventato un fusto altissimo” “Arriva sino in cielo, buca le nubi. Forse è addirittura arrivato nel castello del Signore di tutte le Terre” “Davvero mamma? Il signore… forse si sta avverando il sogno, sarà lui il mio principe azzurro?” “Ma chè, quello è un orco gigante e cattivissimo, dicono che mangia anche i cristiani” “Ma è ricco?” “Sì, ricchissimo” “Allora, io non sono razzista. Questo è l’importante, non è bello chi è bello ma è bello chi tiene i soldi. Ora salgo lo conquisto e torno” “No, figliola, è pericoloso, ti mangia” ”Non temere, so come si fa? “Ah, lo sai?” “Cosa?” “Come non detto…” “Così Pollicina si inerpicò per l’altissimo albero.. alto… alto… alto. Giunta finalmente in cima, si trovò in un giardino stupendo, con fantastici giochi d'acqua e c’era anche un vulcano finto che fumava e tante statue di donne nude. Era tutto bellissimo, oltre al castello. Pollicina si fece coraggio e bussò. Toc toc, nessuno, allora entrò perché la porta era socchiusa, era gigantesca. Tutto dentro quel castello era gigantesco. Incominciò a temere che l’orco fosse veramente molto feroce. Quasi quasi pensò che era meglio andarsene… e girò i tacchi. Quando una voce la paralizzò. “Ucci ucci sento odore di gnoccuccia!” Si girò intorno, non vide nessuno, eppure la voce era vicinissima. “Ucci ucci sento odore di gnoccuccia” “Chi è?? Orco sei tu? fatti vedere!” “Sono qui, bella gnocca!” Pollicina abbassò la testa, un ometto bassetto stava giusto sotto le sue cosce, in piedi per giunta. Dallo spavento, gli diede un calcione che lo fece andare a sbattere contro il muro. “Cribbio! E che maniere!” “Maniere? Chi sei tu, brutto gnomo, che ti intrufoli sotto la mia gonna, come ti permetti?” “Io sono l’orcooo!” “Tu l’orco? ah ah ah… l’orco… Orco? Prrrrrrh ah ah ah” “Graur, io sono il Signore di tutte terre” “Ah, sei tu? beh, le cose cambiano …” “E che cavolo! Ma come hai fatto a salire sin qua su, io mi sono creato apposta questo luogo inaccessibile per non farmi vedere da nessuno. Se sapessero che sono una sola, che figura di meschino…” “Sono arrivata qui grazie al pisello magico” “Davvero? Tu ha fatto crescere un pisello magico?” “Certo, sono esperta ormai” “Che brava. Anch’io ho un pisello magico, ma non riesco a farlo lievitare di nulla” “Eh sono cavoli tuoi” “Senti bella fanciulla? Perché non provi a far crescere anche il mio pisellino? Se ci riuscirai io ti farò diventare l’amministratrice di tutti i campi di legumi” “Lamminestra che?” “No minestra… ministra l’amministra… “ “La ministra? Non so cosa sia, però suona bene” “Urca se suona, ti sto dando un’opportunità per poche” “Va bene, ci sto. Fammi vedere il pisello?” “Sigh, eccolo!” “Stai messo male, dammi la lente di ingrandimento!” Sob, puoi fare qualcosa?” “Non so, il mio che ho curato era certo piccolo ma non come questo. Qua ci vuole un miracolo” “Provaci su, ed io ti farò amministra… ministra”
Pollicina lavorò il pisello fino a tarda sera. Lo accarezzò, lo concimò, con del concime costoso che si era procurato lo gnomo orco. Niente, il pisello non voleva saperne di lievitare. “Non ce la faccio più, sono stremata” “’Ngueee ngueeé… neanche tu… ngueeé … ho un pisellino inutile… misero me. Che me ne faccio di tutte le mie ricchezze, se ho un pisellino così mal ridotto?” Pollicina fu mossa a compassione, più che altro le interessava il posto ambìto. “Su su non fare così. Ora mi rivolgo ad una mia amica espertissima. Si occupa solo di ortaggi, il nome è tutto un programma: Germìna. Come fa germinare lei…” “Sì, chiama la tua amica, se ci riuscirà prometto anche a lei un posto di amministra…” “Ce l’hai un cellulare?” “Ma sei scema? Siamo nel EMME EVO e per giunta BASSO, dove lo pigliò un cellulare? Usa la palla magica, sono un commerciante di palle magiche. In tutto il mio regno i sudditi vedono dentro le mie palle magiche, che io opportunamente trucco per farmi vedere grande grosso e bello” “Sei furbo tu, nanetto. Al mio paese si dice curto e male ‘ncavato” . “Tieni cara, questa sfera non è ancora sotto controllo, la puoi usare” “Germìna? Pronto, Germìna? Ciao Germìna, come va? ...bene grazie. Senti bella… ho un problema con un pisello. No un pisello, un pisello pisello… sì. Senti, tu che sei esperta… come posso fare per… sì… ah bene… capito… sì. Grazie Germìna, a buon rendere. Poi ti faccio sapere. Grazie.” Appena chiusa la chiamata, l’orchetto prese la palla di vetro e la scaraventò a terra fracassandola. “E perché?” “Perché non l’avevo taroccata. Dimmi dimmi che cosa ti ha detto la tua bella amica” “Bella?” “L’hai chiamata bella … “ “Che c’entra? Dicevo così, per convenevoli. E poi se vuoi saperlo… Germìna è un cesso, almeno rispetto a me, modestamente” “Che ti ha detto?” “Uhm, ha detto che lo devo mettere in un luogo umido e caldo” “Orsù, procedi pure… hai già in mente un posto?” “Mmhh… forse… sì un posto lo avrei, lascia far me…”
Pollicina procedette. Il mattino seguente, una bella pianta di pisello sorgeva rigogliosa nel giardino del castello. L’orchetto tutto contento si mise a salterellarle intorno abbracciando Pollicina. “Evviva evviva. Dài, danza con me.” “Vai piano orchetto, piano ahi ahi. Lo so io cosa mi è costato trovare un luogo umido e caldo, ahi ahi. Cosa si deve fare per diventare ricche e famose ?!“ Fu così che Pollicina ritornò dalla madre e grazie al servizio reso all’orco, passò il resto della sua vita ricca e famosa. Mentre l’orco, ogni tanto faceva salire su esperte contadine per curare il pisello del giardino. Tutte lautamente ricompensate, nell’amministrazione dei suoi poderi immensi. E vissero tutti felici e contenti.

...fino a quando non arrivò Jack ed il suo fagiolo magico...
Fine

(parte prima)

3 commenti:

aleph ha detto...

ahahahhah, facci un bel libretto.
Ma...jack???? to be continued...

Kaishe ha detto...

Jck????
Suona bene (qualunque nome suonerebbe bene, in verità)

Ma... come "Fine".

Che farà Jack????

fabio ha detto...

Jack è la favola originale, non autentica secondo il ministero della P. Is. Infatti è molto fantasiosa, l'Orco, nell'atto di inseguire Jack, precipita dall'albero del fagiolo, reciso da Jack. E si spiaccica a terra. Chiaro che questa favola è antidemocratica, perché non rispetta il volere del popolo sovrana, nel quale si rappresenta il Signore delle terre. Secondo il decreto interpretativo autentico, questa favola va abolita.