venerdì, maggio 4

cartoons


È arrivato in Italia, in occasione del festival del fumetto a Napoli, il padre di Goldrake, Go Nagai. Questo cartone animato giapponese, insieme ad Heidi, ha segnato un’epoca. Quando facevo presente a mio nipote, quanto fosse bello vedere Goldrake, lui: “guardavate questa schifezza (per non dire altro)?!”. Lui cresciuto con Dragonball, lo sa bene che in uno scontro ipotetico tra Goldrake e Dragonball, il secondo gli farebbe un c.lo così; neanche il tempo di lanciare il maglio perforante che una sfera…energetica (non fate caso ai puntini non vogliono intendere niente di allusivo, solo il tempo di telefonare a mio nipote per domandargli il nome della sfera) lo polverizzerebbe all’ istante. Che poi a leggere le due storie, non è che cambi molto: un essere dai poteri super arriva sulla Terra, ultimo della sua stirpe e mette a servizio del pianeta le sue forze per contrastare il male… mi ricorda tanto qualcosa, questi Giapponesi così abili a copiare e a perfezionare le idee degli altri.

Heidi invece è un cartone animato che ancora attrae e non solo i più piccoli. Ricordo, quante canzoncine sconce si inventavano partendo dalla sigla della Viviani. Un giorno, accennai il motivo pulito: “Heidi, ti sorridono le capre…” ed il mio amico non la smetteva di ridere, e che avevo detto, non la ricordavo mai. Che poi a pensarci bene, non ho mai visto un monte sorridere. Invece le caprette avevano ben donde di essere contente nel vedere Heidi; almeno metteva fine al loro calvario di soddisfare quel vecchio montanaro solitario… Poiché Heidi non era una vera bambina ma una nana di trent’anni ninfomaniaca. Mise subito le cose in chiaro: “Vecchio, se pensi che sia arrivata sin quassù per farti da badante o altro, ti sbagli di grosso, il c.lo te lo continuerai a pulire da solo”. E via sui monti a infrattarsi con Peter, che arrivava a casa sempre più emaciato e la madre: “Peter, quante volte ti devo dire di lasciare in pace le capre…fatti accompagnare da Heidi che è tanto una bambina giudiziosa…”. Poi c’era l’amica Clara, povera ragazza piena di amore per il prossimo, costretta su una sedia a rotelle. Ma che, se le gambe erano paralizzate, tutto il resto, però, lo usava eccome. Il personaggio più pulito era la signorina Rottenmeier, più nota con il nome di signorina Rottenculer, che subiva gli scherzi maligni delle due perfide bambine. E poi la nonna, le cameriere, il cane S. Bernardo… Orge e nefandezze varie degne della penna di un De Sade.

5 commenti:

Lindylinda ha detto...

Fabio.. ma perchè pensi che la capretta si chiamasse "neve"??

Solo una che tira dalla mattina alla sera vede i monti sorridere, le caprette fare ciao e il latte di nuvola..

Cioè.. perchè sul latte di nuvola ci sarebbe da disquisire un pezzo.. ma saimo in fascia protetta vero??????

fabio ha detto...

Ah, ecco a cosa si ispirava una delle ultime canzoni di Ilona Staller, (ho scoperto che anche il grande Ennio Morricone l'ha diretta) "gocce di stelle", sempre materia astrale è!
Fascia protetterrima!!!

Anonimo ha detto...

Ecco finalmente svelata la vera storia di Heidi!!! ke troione ke era però (ops..scusate il termine)!!
se ci pensi con quasi tutte le sigle dei nostri cartoni animati vengon fuori le versioni spinte.. basti pensare a kiss me licia, lady oscar... chissà perchè!! sono dei cartoni così belli!!

cecy ha detto...

ahahahaha fabio questa è la vera storia di heidi, quella che mai nessuno si sarebbe sognato di svelare.... la "neve" di heidi, il "sembra talco ma non è..." di pollon... ma lo sceneggiatore era per caso lo stesso?

Anonimo ha detto...

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